Il momento degli auguri sarebbe una ghiotta occasione per evidenziare il vuoto, l’assenza della Amministrazione Comunale e della politica marsalese. Tuttavia, non lo farò. Non lo farò perché non posso; perché non si può trarre vantaggio dall’agonia della nostra comunità.
La città, è stato detto, è in agonia, sta morendo. E non possiamo restare semplicemente a guardare. Abbiamo – tutti – il dovere morale di fare il possibile per sostenerla, farla crescere, concorrere insieme a rialzarla e far sì che riprenda a sorridere. Mio malgrado, però, noto pessimismo e rassegnazione, come se per qualche ragione fossimo destinati a soccombere.
Pur mantenendo coerentemente il ruolo della opposizione, ritengo occorra caratterizzarsi come opposizione ragionata e ragionevole, capace di avanzare proposte innovative e di sostenere le iniziative della maggioranza che dovessero dimostrarsi meritevoli, ma anche di opporsi con forza quando necessario per tutelare il bene della città.
Rivolgo, da minoranza, un appello a tutte le forze politiche cittadine chiedendo di aiutare, ognuno coerentemente con i ruoli assegnati dal popolo in occasione delle elezioni, l’Amministrazione comunale di Marsala a fare il meglio che può.
Condanno invece chi, tra le fila dell’opposizione, tresca e ricerca ruoli di amministrazione per vantaggi personali o di gruppi. Lavorare per la città rimanendo minoranza è una cosa. Volere gestire il potere a tutti i costi è altro; è ben altro.
Questa ricerca del potere a tutti i costi, unitamente ad alcuni dilaganti costumi sociali, costituisce un modo di fare nel quale non mi identifico. Per questo ritengo che nel 2017 occorra una svolta. Come produrla? È impegnativo, ma invito i miei amici a cambiare i toni sui social, a bandire ogni forma di violenza verbale, ed a fuggire ogni forma di demagogia. Invito i miei amici alla coerenza, all’onestà intellettuale, e al decoro nel dibattito politico.
Fa impressione chi, seppure con buone ragioni, rivolge accuse contro il sistema perché ritenuto non adeguato, salvo a preferirlo e ad averne nostalgia solo dopo averlo demolito e sperimentato di peggio.
Quando cominciai a fare politica mi insegnarono due cose elementari che sono sempre attuali:
la politica non è la capacità di individuare i problemi ed amplificarne le difficoltà (oggi accade proprio questo);
la politica, l’onestà, la legalità non possono essere autentiche e veritiere se non sono fondate su un modello ideale e culturale.
Da tempo, ormai, i social sono invasi da siti di pseudo-informazione, i quali non fanno altro che diffondere e favorire il dilagare della più grave forma di disinformazione. Quella disinformazione che non è semplicemente un resoconto poco accurato di fatti realmente accaduti. Una disinformazione che è studiata a tavolino per far divenire verità ciò che non lo è ed esacerbare la rabbia sociale di grandi fette della società. Tutto ciò a causa della ricerca spasmodica di profitto e/o vantaggio politico di chi sponsorizza, favorisce e si serve di questo sistema.
Anch’io ho avuto un’esperienza analoga e ringrazio quanti mi hanno chiesto scusa e, seppur dopo essere stati denunciati in sede civile, hanno rettificato le loro affermazioni contro di me. Ho parlato personalmente con molti di loro e credo nella loro buonafede, nell’essersi fatti influenzare da “un sentito dire” fatto circolare solo per colpire non l’avversario, ma il nemico.
Per questa ragione, personalmente, non credo a chi rivendica per sé patenti di onestà, di legalità, e di rinnovamento politico salvo a celare condotte personali contro la morale e la legge.
Quale morale? Essere coerenti ad un Ideale, ad un modello culturale che si traduce in regole di condotta consente di potere capire se una persona è coerente o meno, il resto è demagogia.
Per quanto mi riguarda, come è noto, il mio Ideale di politica si richiama alla Dottrina Sociale della Chiesa.
Invito quanti sono impegnati politicamente a fare conoscere a quale modello culturale si ispirano…
Come tutti i processi culturali ci vorrà tempo, ma è questo che auguro alla mia città: essere pacificata e risanata.
Per non cadere nella retorica ritengo opportuno indicare anche il come cominciare a risanare e pacificare: una modalità è quella di unire le forze impegnate in tante iniziative di solidarietà, incoraggiare a fare bene il bene, partecipare a progetti nei quali condividere beni e risorse a cominciare da chi è senza casa e vive situazioni di povertà estrema.
Auguri per una città migliore a cominciare da noi stessi.
Massimo Grillo