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31/03/2017 09:00:00

Solidarietà negli appalti. Prevenire è meglio che curare.

Non era sufficiente il disagio creato con l’abolizione dei vouchers, così, lo stesso decreto legge – il n. 25/2017 - ha creato un fattore di rischio negli appalti.


La nuova norma prevede, infatti, che il committente imprenditore - nel caso in cui l’appaltatore, cui ha commissionato un’opera o un servizio, non onori gli obblighi retributivi e contributivi nei confronti dei propri dipendenti impegnati nell’appalto - per il principio di responsabilità solidale, è tenuto a soddisfare tutti i debiti dell’appaltatore, e ciò anche prima che il lavoratore (o l’ente previdenziale creditore) rivendichi il suo diritto prioritariamente nei confronti dell’appaltatore, suo datore di lavoro.


La novità è proprio qui: prima del D.L. 25/2017 il lavoratore e gli altri creditori dovevano procedere prima nei confronti dell’appaltatore e, in caso di insolvenza di questi, nei confronti del committente. Oggi, con l’abrogazione della precedente normativa, quest’ultimo può essere “aggredito” anche prima dell’appaltatore, fatto salvo il diritto di agire nei confronti di quest’ultimo per ottenere il rimborso di quanto pagato.


E’ bene quindi che chi voglia appaltare un’opera o un servizio, oltre a scegliere un appaltatore di fiducia e solvibile, si munisca di quelle cautele utili ad evitare difficili situazioni.
E’ opportuno, ad esempio, prima del pagamento del dovuto, che il committente richieda all’appaltatore l’esibizione delle quietanze di pagamento di salari e contributi e, meglio, l’esibizione del DURC (documento unico di regolarità contributiva).


A cura di Nicola Ingianni 

Studio Ingianni - Consulenti del lavoro
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