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05/06/2017 06:00:00

Mazara, procedure lunghe e poca chiarezza per i fanghi del porto canale

 Per il dragaggio del porto canale cittadino si stanno avvicendando, dopo varie fasi di stallo, ulteriori adempimenti burocratici. Gli ultimi stop sono stati determinati da alcuni accertamenti necessari relativi alla presenza, all’interno della ‘Colmata B’ (nei pressi del porto nuovo) – zona individuata dal Comune per conferirvi i fanghi derivanti dal dragaggio stesso – di alcune specie protette di uccelli che, al momento, impediscono l’inizio dei lavori. Gli adempimenti, in ordine di tempo, erano tre: lo Studio d’Incidenza Ambientale, il successivo vaglio, ad esso relativo, della Commissione consultiva comunale, e infine, la richiesta di un ulteriore parere all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

I MOTIVI ALLA BASE DELLO STUDIO – Tali ulteriori passaggi burocratici si sono resi necessari poiché nell’area della ‘Colmata B’, nidificano delle specie ornitiche a rischio: il fratino e il fraticello, fra tutti, di grande interesse naturalistico e importanti per la tutela della biodiversità.

L’INCARICO – L’esperto, incaricato di redigerlo è l’agronomo Antonino La Mantia. Ed è stato nominato dal Soggetto attuatore del dragaggio e movimentazione fanghi, Calogero Foti, con apposito decreto. Oggetto del lavoro affidato a La Mantia, è stato quello di valutare, gli effetti che avranno, sulle specie di uccelli presenti, lo sversamento dei sedimenti portuali nella ‘Colmata B’.

LA MANTIA E ‘LA SOSTA OCCASIONALE’ – Nello studio prodotto da La Mantia è stato scritto che “per gran parte delle specie ornitiche osservate, l’area di intervento (‘Colmata B’) è un luogo di sosta occasionale durante la traversata migratoria del Canale di Sicilia, peraltro di scarsa significatività se confrontata ai siti più rilevanti sotto il profilo naturalistico più prossimi: Capo Feto e Gorghi Tondi”. Sempre secondo la valutazione di La Mantia: “La colonizzazione, per le specie più fragili: Fratino, Fraticello e Cavaliere d’Italia, di ambienti di nuova formazione anche artificiale (‘Colmata B’) può avvenire senza fatica e costituiscono, anzi, un’importante strategia di sopravvivenza”.

INCIDENZA NON SIGNIFICATIVA SULL’AMBIENTE – “Tutte le osservazioni condotte – continua lo studio datato 17 marzo 2017 – sugli impatti nei riguardi di habitat e specie animali sono concordi sul fatto che l’opera prevista avrà un’incidenza sull’ambiente non significativa poiché: non è sito appartenente al circuito ‘Natura 2000’; l’opera non produrrà effetti secondari negativi né interferenze future poiché l’intervento non produrrà alterazioni all’ambiente”.

I dubbi, su queste due affermazioni esposte sopra, sono molteplici e li esporremo all’interno di questa inchiesta a puntate. Perplessità che sorgono, in modo pesante, in ragione della presunta ‘concordia’, della quantità (in relazione al tempo impiegato per concludere lo ‘Studio’), della qualità delle ‘osservazioni condotte’ e dei numeri relativi alla tipologia di intervento progettato che esaminiamo subito appresso; poi vedremo, pure, che c’è uno studio scientifico pubblicato che, in realtà, dà delle rilevazioni ornitologiche e naturalistiche diametralmente opposte a quelle contenute nello Studio di La Mantia.

I NUMERI DELL’OPERAZIONE FANGHI – Ecco, intanto, alcune cifre relative alle operazioni di dragaggio del porto canale, per rendere meglio l’idea dell’impatto che, lo stesso, potrebbe avere sulla Colmata B. Sarà equivalente a 100 mila metri quadrati l’area dei materiali movimentati, interessati al dragaggio, oggetto, secondo lo studio realizzato e commissionato dal Comune di Mazara, nel 2014, all’Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero del Centro Nazionale per le Ricerche (IAMC-CNR) di Capo Granitola, a firma del geologo Giorgio Tranchida; equivarrà a 20 mila e 50 metri quadrati la superficie complessiva delle due vasche (A1 e A2) nelle quali dovrebbero essere scaricati i fanghi; la volumetria complessiva del materiale dragato (fanghi), invece, dovrebbe attestarsi sui 65 mila metri cubi. Pare poco convincente o, quantomeno ‘leggermente ottimistico’ – numeri alla mano – affermare in un documento ufficiale (lo Studio di La Mantia) che: “l’opera non produrrà effetti secondari negativi né interferenze future poiché l’intervento non produrrà alterazioni all’ambiente”. Nelle parti che seguiranno di questa inchiesta ci occuperemo di: Studio d’incidenza ‘speedy gonzalez’, trasparenza ‘ostile’, esperti che ‘tengono famiglia’ e tanto altro ancora.

Alessandro Accardo Palumbo

www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo

twitter: @AleAccardoP