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20/06/2017 11:00:00

Marsala, seduta del consiglio: il Piano Paesaggistico e il convitato di pietra

di Leonardo Agate - La seduta di ieri pomeriggio del consiglio comunale  è stata dedicata al Piano Paesaggistico, che da alcuni mesi tiene in fibrillazione gli amministratori comunali, i proprietari di immobili, gli imprenditori e i professionisti. La Regione ha proposto un Piano Paesaggistico che limiterebbe eccessivamente, secondo molti marsalesi, le potenzialità di sviluppo socio – economico della città. Anche altri comuni, investiti dal nuovo Piano, si sono lamentati, e molti comuni hanno fatto ricorso al Tar, che non ha annullato il provvedimento regionale, ma ne ha mitigato gli effetti in attesa della sentenza sul merito, che arriverà in seguito.

Intanto i consigli dei comuni interessati fanno riunioni e mandano osservazioni alla Regione; gli amministratori vanno a Palermo, con i più bravi funzionari al seguito, a perorare la causa dei loro comuni. La Regione rimodula il Piano, lo rimanda ai comuni. Questi hanno ancora tempo per presentare ulteriori osservazioni o richieste. E’ quello di cui si discute.
La seduta consiliare si snoda in un nervosismo diffuso. Il funzionario comunale che relaziona, dice e non dice, sicuramente annoia. I rimbrotti che riceve sembrano di chi li rivolge a nuora perché suocera intenda. La suocera sarebbe la giunta.

Nell’aria c’è un’entità indefinibile, reale eppure invisibile. Si tratta di un vecchio severo. Non è un consigliere comunale, né mai lo è stato. E’ il Piano Regolatore Generale, mai approvato dal consiglio comunale, ma ancora vivo e critico verso coloro che lo hanno dimenticato. Ha un’età vetusta, questo invitato di pietra. Figuratevi che ha 157 anni. Nasce il 25 giugno del 1865 con la legge 2359, che dava la possibilità ai comuni di una certa entità, fra cui Marsala, di dotarsi di un Piano Regolatore Generale per la regolamentazione dell’attività edilizia.

Il convitato di pietra divenne strumento obbligatorio, e non piò facoltativo, con la legge urbanistica n. 1150 del 17 agosto 1942. Quest’obbligo è stato disatteso da tutte le amministrazioni comunali marsalesi che si sono succedute nell’Italia repubblicana. Oggi Marsala non ha un Piano R. R. G. L’edificazione del suo territorio è avvenuta in ordine sparso, applicando normative diverse, statali e regionali, in un contesto che manca di una struttura di base, generale e fondamentale come il P.R.G. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Dagli anni Cinquanta in poi si è visto di tutto e di più: un palazzo a dieci piani costruito sopra l’antico Bastione di San Giacomo, Il Bastione seicentesco di Sant’Antonio scomparso dentro un condominio privato in via E. Alagna, un grattacielo a venti piano in via Curatolo, che svetta più alto della vicina cupola della Matrice, la creazione di zone ad alta edificabilità a fianco di terreni destinati a verde agricolo, l’abusivismo edilizio che ha devastato il litorale del territorio marsalese, dando un colpo mortale alle risorse turistiche.
Anche il Piano Paesaggistico, di cui questo pomeriggio si discute in Consiglio, è un’altra regolamentazione che si abbatte sul territorio marsalese, senza che lo stesso abbia un suo supporto che possa sostenerlo. Il comune di Marsala è terra di saccheggio di tutte le normative edilizie ed urbanistiche, per la mancanza del suo P.R.G. Anche il Piano Regolatore del Porto verrà calato in un ambiente urbanistico generale non regolamentato da chi avrebbe dovuto farlo: Il Consiglio Comunale.

Il convitato di pietra aleggia nella Sala delle Lapidi. A volte si siede in un posto, a volte si sposta in un altro. C’è e non c’è. Si intravvede ma non si nomina. E’ vecchio, ma indomito. Chiederà un nuovo conto agli amministratori imbelli che lo hanno trascurato. Il conto che ha presentato è già salato.