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04/12/2017 06:00:00

Emergenza rifiuti: oggi riprende la raccolta a Trapani. Si all'utilizzo dei cementifici

Cambia il governo ma non cambiano le soluzioni per risolvere l'emergenza rifiuti in Sicilia: immondizia venduta all'estero, l'altra, quella che rimane in più nell'isola, invece, nei cementifici. Sono le due soluzioni su cui sta lavorando la Giunta Musumeci.

Impossibile andare avanti con lo smaltimento nelle discariche, la Regione dovrà portare i rifiuti fuori dalla Sicilia. E contemporaneamente dovrà iniziare a bruciare una parte dell’immondizia che non potrà più andare in discarica, facendo ricorso agli unici impianti che possono funzionare come dei termovalorizzatori, i cementifici.

Il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, ha autorizzato la Regione a firmare un’altra ordinanza che permette di continuare a gestire l’emergenza. Ma Galletti ha concesso appena tre mesi, fino al 28 febbraio, di ulteriore regime d’emergenza (invece dei 18 mesi delle precedenti ordinanze) e come contrappeso ha spedito un decalogo di impegni da rispettare.

 I primi due impongono alla Regione di iniziare a spedire fuori dalla Sicilia i rifiuti. Due le soluzioni: la prima è un bando per trovare discariche o termovalorizzatori, anche all’estero, in cui smaltire la nostra immondizia. La seconda è un accordo con i presidenti di altre Regioni per creare un sistema di mutuo soccorso in favore dell’Isola. In entrambi i casi Galletti chiede entro 30 giorni risposte precise sull’invio dei rifiuti fuori dalla Sicilia.

L’altra soluzione  è quella che impone a Musumeci di «effettuare una ricognizione degli impianti industriali autorizzati in Sicilia al recupero energetico dei rifiuti, quali ad esempio i cementifici, a cui poter inviare parte dei rifiuti in uscita dagli impianti di biostabilizzazione». In pratica, in assenza di termovalorizzatori e preso atto dei tempi lunghi che ci vorrebbero per realizzarli prima che si esauriscano le discariche, il ministro impone a Musumeci di cercare soluzioni che abbiano gli stessi effetti: e cioè, i cementifici. 

Gli impianti di biostabilizzazione sono un’altra delle soluzioni per limitare lo smaltimento in discarica. Sono impianti che separano all’ingresso la frazione secca da quella umida. Oggi ne esistono pochi fissi (che in base all’ordinanza lavorano oltre i limiti consentiti) e molti mobili che possono essere azionati solo grazie all’ordinanza appena prorogata. Ma Galletti chiede di verificare entro 30 giorni la possibilità di sistemare altri impianti «presso o nelle vicinanze delle discariche».

Inevitabile l’invito ad «intraprendere un programma per implementare la raccolta differenziata». Galletti chiede «almeno che si riesca ad aumentare la percentuale di differenziata che riguarda vetro, plastica, carta e metalli».

Il ministro chiede che ogni 30 del mese la Regione spedisca a Roma un report sul rispetto di queste prescrizioni. E poi chiede che venga approvata entro tre mesi dal varo in giunta una riforma del sistema di gestione dei rifiuti. 

La raccolta dei rifiuti a Trapani e negli altri Comuni che portavano la spazzatura a Borranea, discarica al momento chiusa perché satura, riprenderà oggi.. Se lo augurano alla «Trapani Servizi», la società partecipata al 100 per cento dal Comune, anche perché, dopo la reiterazione dell’ordinanza per le altre discariche dell’isola, la «Catanzaro», società che gestisce l’impianto di Siculiana dove finiva il 70 per cento dei rifiuti lavorati a Borranea, ha dato il proprio benestare per ricevere la spazzatura dalla discarica trapanese per altri 15 giorni, termine non prorogabile.

MAZARA. “Abbiamo in questo momento circa 400 tonnellate di rifiuti in mezzo alla strada e circa 120 tonnellate dentro i mezzi che avremmo dovuto scaricare nella discarica di Trapani ma purtroppo non è stato possibile perché nonostante il provvedimento della Regione Siciliana ci autorizzi a conferire i rifiuti a Trapani la discarica è piena. Io spero che questo clima che è stato creato dal Governo regionale precedente venga rimesso in discussione perché non è possibile che si adotti un provvedimento d’urgenza per risolvere il pericolo igienico-sanitario della mia Città e poi dove dobbiamo portare i rifiuti non è possibile scaricarli. E’ una situazione che abbiamo anche sollevato con una nota ufficiale al Dipartimento regionale Rifiuti nel tentativo di avere una qualche risposta positiva”.

Lo ha detto il Sindaco di Mazara del Vallo on. Nicola Cristaldi, denunciando l’emergenza rifiuti causata dall’impossibilità di conferire i rifiuti nella discarica di Trapani.

“Ci dicono – prosegue il Sindaco – che lunedì forse la discarica di Trapani a seguito dei lavori che farà potrà ricevere i nostri rifiuti, ma evidentemente a nulla serve programmare un servizio eccellente qual è quello di Mazara del Vallo della raccolta dei rifiuti se poi dove possiamo portare i rifiuti la porta è chiusa. Le discariche non sono di competenza comunale. Le discariche sono di competenza della Regione. C’è il sistema rifiuti regionale che non funziona – conclude il Sindaco Cristaldi - ma nel frattempo mentre si studia la strategia da utilizzare bisogna dire ai Comuni dove portare i rifiuti”.

Intanto, nell’auspicio che da lunedì si possa tornare a conferire i rifiuti nella discarica di Trapani l’Amministrazione Comunale in sinergia con l’Ufficio Aro ha programmato un piano di intervento straordinario sia per rimuovere i rifiuti accumulati che quelli di produzione quotidiana.

“Ci stiamo attrezzando – dice il responsabile dell’Ufficio Aro Vito Di Giovanni – per l’immediata rimozione dei rifiuti che probabilmente da lunedì si potrà incominciare riuscire a raccogliere. L’impegno è quello di mettere in campo non solo i mezzi per l’ordinario ma di fare intervenire tutti i mezzi di grandi volumi insieme altri compattatori, alle pale meccaniche, ed ai ‘ragni’, in modo tale che la Città nel più breve tempo possibile ritorni alla normalità. Purtroppo – conclude Di Giovanni - non si prevedono tempi inferiori ai 5 giorni”.