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29/12/2017 07:49:00

Mattarella ha sciolto le Camere. Si vota il 4 Marzo. I retroscena

 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sciolto le Camere, nella giornata di ieri pomeriggio.

Consultazioni prima con il presidente del Senato, Pietro Grasso, poi con il presidente della Camera, Laura Boldrini.

Infine Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere. Chiusa la VXII Legislatura.

Sempre ieri pomeriggio il Consiglio dei Ministri aveva deliberato sulla data delle prossime elezioni nazionali.

E' ufficiale: il Paese andrà al voto il 4 marzo del 2018.

Il Corriere della Sera racconta alcuni retroscena dell'incontro tra Gentiloni e Mattarella:

«Ti devo ringraziare per il grande lavoro che hai fatto, caro Paolo. L’Italia è più forte, dopo quest’ultimo anno». «Ringrazio io te, presidente. Per i consigli e per l’aiuto che non mi hai fatto mai mancare ».
Si chiude con reciproci sorrisi, una stretta di mano e questo asciutto botta e risposta il colloquio tra Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni che segna la fine della legislatura.
È il primo pomeriggio di ieri e entro sera capo dello Stato e premier si vedranno altre due volte al Quirinale. Dopo l’intermezzo di un paio di udienze
dedicate ai presidenti di Camera e Senato, per la certificazione della cessata operatività delle due assemblee, all’ora di cena arrivano le ultime firme e controfirme dei decreti che porteranno gli italiani a votare il 4 marzo 2018.
Un congedo provvisorio, quello tra i due. Nei prossimi mesi, infatti, si vedranno con una frequenza forse persino maggiore di prima, perché gli impegni per il governo uscente saranno tutt’altro che di ordinaria amministrazione. È anche per questo motivo che Mattarella ha avuto cura di tenere Palazzo Chigi al riparo dallo scontro elettorale, e non solo quando c’era da mettere in sicurezza la legge di Bilancio. Ha cioè suggerito che il termine della legislatura non coincidesse con un incidente su un voto di fiducia o con dimissioni del premier.
Gentiloni resterà dunque al proprio posto «senza tirare i remi in barca e mettersi in pausa, ma governando nei limiti fissati dalla Costituzione e dalle leggi». Così ha promesso ieri, puntualizzando come interpreta la formula dei cosiddetti «affari correnti ». La sua missione continua nel ruolo di traghettatore verso le nuove Camere e verso un nuovo esecutivo che potrebbe però far fatica a trovare una maggioranza, nascendo magari solo verso l’estate.

A tracciare lo stato dell'Italia che il PD lascia è Paolo Gentiloni: "l'Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra. Farò campagna elettorale per il Pd, forza tranquilla, e il mio governo non tirerà i remi in barca fino alla fine...Il mio governo è nato in circostanze molto difficili ma non abbiamo tirato a campare. Abbiamo fatto pochi annunci ma non preso poche decisioni”.
Formazioni politiche pronte al nastro di partenza.
I simboli dovranno essere depositati entro il 21 gennaio, le liste entro il 31 gennaio.
La prima seduta del nuovo governo italiano è stata già fissata per il 23 marzo. Non esistendo il periodo di vacatio per l'esecutivo, il governo attuale resta in carica fino all'insediamento di quello a venire.
Gentiloni auspica che il prossimo esecutivo non vanifichi gli sforzi fatti fino a questo momento: “Guai a immaginare un futuro di piccolo cabotaggio. Un altro dei suoi obiettivi dovrà essere di tradurre la ripresa nella ricucitura delle lacerazioni sociali dando più lavoro e riducendo le disuguaglianze”.
L'attuale Premier ha poi fatto cenno alle diseguaglianze: “Credo che possiamo rivendicare l’importanza della misura del reddito di inclusione. Si tratta di una misura universale e concreta che si rivolge a una parte consistente anche se non sufficiente delle famiglie in condizioni di povertà”.
Nota dolente di questo governo è la mancata approvazione dello ius soli: “Il capitolo dei diritti è purtroppo incompiuto ma è storico:l’anno scorso le unioni civili, quest’anno il reato di tortura, le norme contro il femminicidio e il biotestamento”.
Gentiloni accanto al PD in questa lunga campagna elettorale, e sulla possibilità di un Gentiloni bis risponde in modo sibillino: “Qualsiasi cosa dica in risposta a questa domanda credo che sarebbe usata contro di me. Governerò fino alle elezioni, dove mi auguro che la mia parte politica prevalga per poi avere un esecutivo con determinate caratteristiche”.

 



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