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02/01/2018 07:24:00

Sicilia 2018, l'assessore regionale Armao alla prova dei conti

 Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute, ha salutato il vecchio anno con la moda del momento: tuffo in mare rigorosamente siciliano, non proprio con temperatura mite.

A bagnetto finito ha rivolto gli auguri ai siciliani: “Salutiamo il 2017 con la speranza nel cuore e la responsabilità di restituire ai siciliani una Regione migliore. Auguri”.

Dall'altra parte della Sicilia Gaetano Armao, assessore all'Economia, metteva mani ai conti della Regione. Qui la temperatura è rovente.

Armao ha cancellato l'agenda digitale e il Defr, il documento di economia e finanza della Regione, entrambi varati dal governo Crocetta.

Uno degli ultimi atti di Crocetta fu proprio quello di destinare all'agenda digitale 300 milioni di euro per i fondi Fers. Marcia indietro, il Governo Musumeci sospende la delibera.
Armao precisa che la nuova agenda verrà presentata e approvata entro il mese di gennaio.
Altra storia, invece, per il Defr del 2018-2020, per Armao quel documento risulta contraddittorio. Anche quest'atto, voluto dal governo Crocetta nel mese di settembre, è stato revocato dalla Giunta di Musumeci.
L'assessore all'Economia precisa che quel documento è solo uno specchietto per le allodole, privo di contenuti e pieno di proclami, non concertato con gli uffici dell'amministrazione.
Nessuna traccia di programmazione, ed ecco la sua revoca.
E c'è tanta attesa per questo governo regionale di centro destra.
Aspettative che i siciliani vorrebbero vedere realizzate, a partire da una maggiore attenzione alla classe giovanile, sempre più smarriti nel mondo del precariato lavorativo o, peggio ancora, della disoccupazione imperante.
C'è una speranza nei siciliani, almeno in quelli che ancora una volta hanno deciso di essere parte attiva, recandosi alle urne. Ma la speranza è, anche, in chi da anni ha deciso di non votare, e per questo di subire le scelte altrui. Pronti a ricredersi.
Cosa si chiede a Musumeci e alla sua Giunta? Poca cosa, di amministrare senza sperperare, di rimettere in piedi il sistema sociale Sicilia. Di creare le condizioni minime per fare impresa, per farle nascere ma anche per farle vivere in piena capacità contributiva. Riformare il sistema burocrazia, troppe lungaggini, quindi imparare dal resto dell'Europa.
Chi si loda si imbroda, dice un proverbio. Ed è quello che il precedente governo Crocetta ha fatto.
Hanno chiuso la legislatura con il proclama dei conti risanati e invece Musumeci, cauto e avveduto, ha messo un freno. I primi anni serviranno solo per mettere ordine ai conti “rossi”, poi la ripresa.
Anima in pace, per i prossimi due anni lacrime e sangue.
Che poi, diciamolo, i siciliani sono abituati a fare sacrifici, è che ogni tanto la luce non sarebbe male vederla.
Per Musumeci saranno tante le responsabilità, non solo materiali. Il carico è immane, perché la delusione dei cittadini potrebbe essere la peggiore sconfitta per un politico, voti a parte.
Peggio di una sconfitta elettorale, o di una vittoria a poltrona conquistata, bruciano gli occhi di chi guarda con delusione, per la scelta di voto effettuata.
Questo lo sa Musumeci, così come lo sanno tutti i politici di ogni schieramento.
Sagge le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il consueto discorso dell'ultimo dell'anno. Un appello a tutte le forze politiche: “ A voi sono affidate le nostre speranze. Ora occorre preparare il domani. La politica ha il dovere di fornire ai cittadini proposte adeguate, proposte realistiche e concrete".
Dovrebbe essere questo il trend su cui si muoveranno i leader delle coalizioni, pronti
ad affrontare la campagna elettorale per le elezioni nazionali del prossimo 4 marzo.