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19/01/2018 00:20:00

Il sindaco di Milano stia attento agli alberi

 di Leonardo Agate
Per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è stato chiesto dalla Procura il rinvio a giudizio per la fornitura di alberi in occasione dei lavori di approntamento di Expo 2015, di cui al tempo era amministratore delegato. Si tratta di un particolare filone idi indagini. Altri filoni che lo riguardano hanno avuto, uno esito per lui positivo: lo stralcio della fornitura del verde, per la quale la procura ha chiesto l’archiviazione; l’altro esito negativo, che riguarda il falso materiale e ideologico per avere modificato i verbali della commissione giudicatrice dell’appalto.

Quando divenne sindaco, e uscì la notizia del suo coinvolgimento nelle indagini penali, Sala si autosospese per alcuni giorni, amareggiato. L’amarezza gli si ridimensionò di fronte alle pressioni dei suoi fedeli di rimettersi la fascia tricolore a tracollo. A distanza di circa due anni, con la tipica lentezza della giustizia, ora il sindaco ha due scadenze importanti: il 2 febbraio dovrebbe tenersi l’udienza preliminare per mandarlo alla sbarra per la nuova accusa; il 20 dovrebbe aprirsi il giudizio immediato per il falso ideologico e materiale.
Le condizioni perché il sindaco si autosospenda di nuovo ci sono tutte, ma poiché la prima autosospensione non ha arrestato l’iter giudiziario, non sembra che una seconda autosospensione possa avere miglior fortuna. Allora, non gli resta che aspettare le date dei due procedimenti. Verrà quel che verrà. Le ipotesi di reato, facendo la somma delle pene edittali, ammontano a anni di reclusione.

Come possa una fornitura di alberi portare a un processo di rilevanti proporzioni, è presto detto. Si tratta di 6.000 piante, costate a Expo 4,3 milioni di euro, contro gli 1,7 milioni di costo reale. Questo il prezzo con cui la Mantovani, appaltatrice, subappaltò ad altra impresa, ottenendo un guadagno di 2,6 milioni.
Avviene spesso che persone che amministrano oculatamente il proprio patrimonio, quando amministrano soldi pubblici non vanno tanto per il sottile, e un paio di milioni in più sembra un nonnulla agli stessi che per due euro in più al mercato della frutta fanno lamentose considerazioni economiche.
Dall’esito dei due procedimenti sapremo se Sala è davvero reo, come ipotizzato dalla procura. Fino ad allora faccia tranquillamente il sindaco. Non gli chiediamo né di dimettersi, né di chiedere scusa, come ormai si usa fare da parte degli avversari politici. Attendiamo le sentenze. Dopo trarremo le conseguenze. Intanto, un consiglio a Sala: non passeggi sotto gli alberi; un ramo fradicio potrebbe cadergli in testa.