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07/02/2018 07:13:00

Inizia il processo per intestazione fittizia e usura al consigliere di Mazara Burzotta

Un consigliere comunale di Mazara, Andrea Burzotta, di 44 anni, ex consigliere provinciale di Forza Italia, e il padre, Giuseppe Burzotta, 67 anni, imprenditore, ex consigliere comunale socialista già “sorvegliato speciale” in quanto sospettato di essere vicino ad esponenti della locale famiglia mafiosa, sono sotto processo davanti il Tribunale di Marsala con altre otto persone accusate a vario titolo di usura e intestazione fittizia di beni, con l’aggravante, in alcuni casi, di aver favorito Cosa Nostra.

Gli altri otto imputati, anche loro quasi tutti residenti a Mazara, sono Calogero Cangelosi, di 71 anni, nativo di Poggioreale, il figlio Michelangelo, di 28, Gaspare Castelli, di 63 anni, e i figli Francesco, di 28, Vincenzo, di 34, e Paolo, di 39, residente ad Angera (Va), Vito Gancitano, di 72, e Vincenzo Sinacori, di 62. Tra gli avvocati difensori ci sono Walter Marino, Michele Polizzi, Leo Genna, Valentina Burzotta, Giuseppe Ferro di Castelvetrano e Francesco Paolo Maurigi.

A rappresentare l’accusa il pubblico ministero della Dda Giacomo Brandini (ex pm alla Procura di Marsala). Tra le varie contestazioni, l’atto con cui, il 6 giugno 2011, presso il notaio Sergio Bandini, Andrea Burzotta e Michelangelo Cangelosi costituirono la società “B e C Costruzioni srl”, cedendone “occultamente”, secondo l’accusa, “il potere di gestione e la disponibilità dei beni costituenti il compendio aziendale a Burzotta Giuseppe, così dando luogo ad una situazione di difformità tra titolarità formale, meramente apparente, e titolarità di fatto”. E nell’acquisizione del “compendio aziendale”, nonché nella gestione operativa della società, Giuseppe Burzotta avrebbe investito “risorse finanziarie, profitto di attività illecite”. Mentre Michelangelo Cangelosi ne avrebbe mantenuto il “controllo occulto”. Calogero Cangelosi, invece, avrebbe coadiuvato Giuseppe Burzotta nella gestione della società “pur senza rivestire ruoli formali”. Tutto ciò, sempre secondo l’accusa, “anche al fine di favorire l’organizzazione criminale di tipo mafioso denominata Cosa nostra”. Un caso di intestazione fittizia senza aggravante mafiosa è, invece, quello relativo all’acquisto, nel settembre 2012, l’acquisto, da parte di Paolo Castelli, ad una vendita giudiziaria del Tribunale di Marsala, di un appartamento di 160 metri quadrati a Mazara per 38.600 euro. Ma quel denaro, secondo l’accusa, sarebbe stato sborsato da “Pino” Burzotta “al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali”. Insomma, per evitarne il sequestro da parte dello Stato. Burzotta senior, ex consigliere comunale socialista, è stato, infatti, in passato, un “sorvegliato speciale”. Anche se non è stato mai condannato per mafia. L’aggravante di aver favorito la mafia gli viene, però, contestata in questo procedimento nei casi in cui avrebbe prestato denaro a “interessi usurari” (a Luciano Asaro e Antonietta Gianformaggio). Di usura, ma senza aggravante mafiosa, deve rispondere anche Vincenzo Sinacori. Nel luglio 2016, la Dia di Trapani sequestrò beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro “riconducibili” a Giuseppe Burzotta e ai componenti del suo nucleo familiare, tra cui anche il figlio Andrea, che è stato anche consigliere provinciale di Forza Italia. Secondo la Dia, infatti, Burzotta senior, pur non avendo riportato condanne per mafia, “rientra tra i soggetti indiziati di 'appartenenza' ad una associazione di tipo mafioso". Dalle indagini è emerso, infatti, che avrebbe costantemente fornito “supporto economico e finanziario” ad esponenti della famiglia mafiosa di Mazara “attraverso il sistematico ricorso ad attività finanziarie illecite oltre che alla gestione occulta di imprese intestate a prestanomi”. E il figlio Andrea sarebbe stato “complice nell'attività di trasferimento fraudolento di beni”. Gli accertamenti effettuati hanno evidenziato, inoltre, l'esistenza di un patrimonio il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dai due Burzotta.