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04/03/2018 11:03:00

Andiamo a votare, contro ogni "sfascismo"

 Mi sono messo il vestito buono e andrò a votare. Lo faccio non per il pericolo del ritorno del fascismo, cosa che ho letto un po' ovunque, in questi giorni (e il dibattito sarebbe lungo, e bisognerebbe citare Pasolini, ed è domenica, ma già vedo i germi del fascismo quando si fanno le manifestazioni al grido "io sono più antifascista di te...").

Lo faccio per un altro pericolo, vero: lo "sfascismo". L'idea, cioè, maggioritaria in larghe zone del Paese, per cui tutto va male, tutto bisogna rifondare, siamo nella merda fino al collo e via dicendo. Non è così. L'Italia sta bene. Ce lo dicono i dati economici, ce lo dice l'Europa, ce lo dice il buon senso, se ci guardiamo in giro senza pregiudizi.

L'Italia ha problemi enormi, ma sta bene. Bisogna saperlo. E si, lo so, che ora qui sotto commenterete in tanti: e la sanità, e mio figlio disoccupato, e le raccomandazioni, e i "niuri" per strada, e le file per la pensione, e la pensione stessa che è una miseria.

Ed è per questo che vincono gli sfascisti, gli aedi della cultura del piagnisteo perenne, del complotto, della fine del mondo imminente, che dalle nostre parti, in Sicilia,  ha poi trovato una saldatura letale con certa antimafia baraccona che si prende gioco delle nostre intelligenze e delle storie autentiche di chi la mafia l'ha lottata davvero. Andrò a votare, dunque, contro ogni sfascismo, per la responsabilità, per migliorare ciò che di buono è stato fatto, non per distruggere - ancora una volta - il tempio, perchè la politica non si può ridurre ad un like. 

***

Mi ha convinto un'insegnante. Una signora. Non la conosco, non so il suo nome, l'ho vista un giorno mentre eravamo in attesa entrambi nella segreteria di una scuola per le nostre cose. Era raffreddatissima. E io, per ingannare l'attesa: malanni di stagione, signora? E lei: una brutta influenza. E io: io ogni anno faccio il vaccino, così me la scanso. E lei: non riesco a credere che un giornalista serio come lei creda nei vaccini! E io: e io non posso credere che un'insegnante dica questo. E lei: che c'entra, io insegno italiano, mica scienze. E io: e proprio perché insegna italiano dovrebbe sapere che "credere" ha a che fare con i sogni e con la fede, mica con la scienza, prof. ( e poi mi sarebbe piaciuto citare Sciascia: studiare l'italiano ha a che fare con il ragionamento, ma ormai ho imparato a non parlare poi tanto, perché già mi guardano strano...) Poi, la incalzo: posso tirare a indovinare per chi vota? Lei, sorniona: ci provi, ci provi.
Ho fatto un nome.
Sonò, alto, un nitrito.

***

Tra tutti gli sfascisti che ho conosciuto negli ultimi giorni il premio lo vince un tale, complottista, che mi ha scritto: Di Girolamo, perché non lo scrive che questa cosa del tagliando antifrode nella scheda elettorale è illegale? E io: perché lo prevede la legge, quindi è legale.

Che poi, il tagliando, che già fa fare lunghe code nei seggi, è figlio proprio di questa cultura dello sfascismo, cioè di chi pensa che, nel 2018, ci sia ancora la pratica diffusa trenta anni fa di dare ai vecchini fuori dal seggio le schede già votate, per il voto di scambio. Oggi il voto di scambio avviene facendo semplicemente la fotografia della scheda e mandandola a chi ha promesso qualcosa in cambio del voto. La legge già prevede il divieto di introdurre telefonini et similia in cabina elettorale. Quasi nessun presidente di seggio la fa rispettare. E adesso saranno ancora meno, impegnati come sono a staccare il tagliandino...

Giacomo Di Girolamo



Editoriali | 2024-12-11 06:00:00
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