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17/03/2018 10:25:00

Non ne possiamo più

di Leonardo Agate -   Nonostante i risultati elettorali che ci sono stati, nonostante dal 4 marzo ci tempestano di ogni approfondimento sull’esito del voto, nonostante tutto quello che si sa delle direzioni dei partiti e dei desiderata dei capi e capetti, le idee diventano più confuse che prima delle elezioni. Il fatto è che le chiacchiere generano chiacchiere, e come un cane che si morde la coda, si gira in tondo a rischio di cadere sfiniti a terra.

Si parla e si sparla di chi dovrebbe andare alle presidenze di Camera e Senato, di chi dovrebbe essere incaricato di formare il nuovo governo, di quali appoggi in Parlamento il governo dovrebbe avere. Continua la campagna elettorale, e si dimenticano i mali del Paese.

Innanzi tutto, una cosa è emersa chiaramente dalle urne: sono usciti due vincitori, il centro – destra e il M5S, e uno sconfitto, il centro – sinistra. Le altre forze sono irrilevanti. Il partito di Grasso s’è squagliato, e difatti lui appare più magro. Di buono c’è, in questo squagliamento, che il magistrato - politico non potrà più essere il prossimo presidente della Repubblica. Lo schiaffone ricevuto dagli elettori, e la sua pubblicità negativa, lo escludono da future cariche quirinalizie. E’ già una cosa.

Tornando ai tre schieramenti cui incombe l’onere di decidere le alleanze, in modo che il presidente della Repubblica dia l’incarico, si può osservare che in effetti ha vinto una sola parte, il M5S, perché il centro - destra, pure se ha ottenuto più voti, è un’alleanza in disfacimento: non è unitario nelle intenzioni delle nuove alleanze che consentiranno di governare.

Molti hanno sostenuto che il M5S possa trovare sponda nel Pd. E teoricamente è possibile, ma significherebbe dare credito a un partito che è stato sonoramente bocciato dagli elettori

Se il presidente della Repubblica può, secondo Costituzione, scegliere chi vuole per dargli l’incarico, non può, secondo coscienza, dimenticare che del centro - sinistra gli italiani non ne vogliono più sentire. Nella sua alta carica di persuasore ufficioso dovrebbe quindi indirizzare la sua opera pre - incarico verso una soluzione governativa che contenga il M5S, la Lega e i transfughi dei partiti in disfacimento: Pd e Fi. Ogni altra soluzione sarebbe contro le intenzioni di voto degli italiani, che, sebbene presi per i fondelli dalla legge truffa, hanno tuttavia esitato un risultato che solo i ciechi non vedono. Dalle urne è uscito un proclama così concepito: “Non ne possiamo più del centro – sinistra e nemmeno del vecchio Berlusconi. Vogliamo forze nuove al governo. Firmato: Gli elettori”.

Che ne tengano tutti conto.