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28/03/2018 18:40:00

Scrive Alessandro Riolo, su Birgi, l'operato di Alitalia e quello del governo italiano

 Gentile direttore,

gentile redazione, Ho letto con interesse la lettera inviatavi da Piero Cavasino.   Il punto centrale esposto dal Sig. Cavasino é quello per cui rimprovera al Sig. Turano, attuale assessore alle attività produttive del governo del Sig. Musumeci, di individuare nel ricorso di Alitalia un “attacco al sistema aeroportuale minore” piuttosto che focalizzarsi sull'operato del gestore aeroportuale, Airgest.

"Sarebbe stato più corretto da parte del rappresentante dell’esecutivo regionale, porre l’attenzione sul discutibile operato di Airgest nella predisposizione della lettera di invito, piuttosto che puntare il dito contro Alitalia, addirittura qualificando – sulla base di quali concreti elementi non è dato sapere – il suo operato come un “attacco al sistema aeroportuale minore”"
  La mia opinione, invece, é che sullo specifico punto abbia ragione il Sig. Turano.   Comprendo che per ragioni professionali un avvocato si concentri sul ricorso in sé, ma il ricorso non è altro che l'implementazione di una azione, parte di un preciso piano strategico. La strategia che ha portato al ricorso è appunto quella di cercare di spostare il traffico dagli aeroporti minori a quelli maggiori, dove Alitalia opera gran parte della sua rete di voli, in gran parte verso il proprio hub di Roma Fiumicino. L’impugnazione è l’implementazione di una azione parte della strategia di minimizzare il traffico dagli aeroporti minori, a favore di quelli maggiori.   Comprendo quindi l'operato di Alitalia, però non comprendo l'operato del governo italiano. Fossimo in un vero regime di libero mercato tra i vettori, capirei anche la decisione di "laissez faire", ma il governo italiano ha recentemente "prestato" ad Alitalia 900 milioni di Euro di noi contribuenti. Alitalia ovviamente non ha nessuna responsabilità per quanto riguarda lo sviluppo economico e sociale delle nostre comunità. Se ad Alitalia il governo non avesse dato 900 milioni di noi contribuenti, non avrei molto da obiettare. Ma il governo italiano ha questa responsabilità. Ne ha la responsabilità piena. Senza quei 900 milioni, Alitalia non avrebbe avuto nemmeno i soldi per fare il ricorso. Dato che il governo glieli ha dati, toccava al governo vigilare che non li usasse per implementare azioni strategiche che penalizzassero le comunità meno sviluppate del paese. Come le nostre.   Doveva essere il governo italiano, dovevano essere i Sig.ri Renzi, Gentiloni, Del Rio e Calenda, a fare una telefonata e chiedere ad Alitalia se fosse veramente necessario, in piena campagna elettorale fra l'altro, penalizzare una delle province meno sviluppate del paese per vincere una battaglia, quella che a me pare tra l'altro una vittoria marginale e periferica in una battaglia di retroguardia di una guerra strapersa.   Devo ammettere che ho trovato che uno degli aspetti più preoccupanti di tutta questa questione sia stato osservare come nemmeno in piena campagna elettorale il governo italiano abbia pensato di alzare un dito per difendere le nostre comunità. Non hanno nemmeno fatto finta di provarci.    In realtà, la questione del ricorso sulla lettera d'invito é un dettaglio. Tutta la questione del bando per il co-marketing, é un dettaglio. La summer del 2018 si é persa in parte per la decisione strategica del governo del Sig. Crocetta, presa nell'estate del 2013, di togliere prematuramente il sostegno pubblico allo sviluppo dell'aeroporto, ed ancora di più per la mancata decisione dei governi dei Sig.ri Letta, Renzi e Gentiloni, di togliere le imposte di imbarco ai piccoli aeroporti. Anzi, il Sig. Renzi nel 2016 per 9 mesi le aveva pure aumentate, salvo trovarsi costretto a dover fare marcia indietro con la coda fra le gambe.   Questi €7,15 di imposta di imbarco (€6,50 di addizionale più IVA 10%) sono a mio parere un vero e proprio un danno di stato per i piccoli aeroporti. Il comarketing, bandi o non bandi, con fondi privati, comunali o regionali, chiaramente  é al momento la principale risposta per cercare di riequilibrare quel danno di stato, e rendere gli aeroporti minori italiani più competitivi, e finalmente appetibili per qualche vettore.   In generale, Il comarketing senza imporre ai gestori di offrire gli stessi sconti a tutti gli altri vettori è una distorsione del mercato. Con o senza bando. Ma non possiamo chiedere al gestore di un piccolo aeroporto di risolvere problemi di cui non ha nessuna colpa.   Ai Sig.ri Turano e Musumeci dobbiamo chiedere di non fare errori strategici marchiani, come quelli che fece il Sig. Crocetta. La recente dichiarazione del Sig. Musumeci, che ha parlato di un sistema unico tra gli aeroporti siciliani, sistema unico che mi aspetto nasca per finanziare lo sviluppo di Birgi e Comiso con i profitti di Punta Raisi e Fontanarossa, fa a questo punto almeno sperare che l'attuale governo possa effettivamente fare meglio.   Ma il problema vero é di regolamentazione e imposizione statale, e lo può e lo deve risolvere soltanto il governo italiano, a Roma.   Cordiali saluti, Alessandro Riolo



Lettere & Opinioni | 2024-06-09 00:40:00
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