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07/04/2018 08:09:00

Marsala, traffico di migranti e contrabbando di sigarette: prime due condanne

Davanti al gup di Palermo Annalisa Tesoriere, hanno patteggiato la pena due degli indagati nell’operazione anti-immigrazione clandestina “Scorpion Fish”, condotta a termine da Guardia di finanza e Dda nel giugno 2017.

A patteggiare sono stati Felice Montalbano, 59 anni (nella foto) di Menfi, e Nabil Ben Ahmed, detto “Angelo l’italiano”, di 38, fino all’arresto residente a Marsala (nel quartiere Amabilina). Il primo, difeso da Gianni Caracci, è stato condannato a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione, mentre il secondo, difeso da Francesca Frusteri, a 3 anni e 4 mesi.

Montalbano, come altri indagati siciliani, è accusato di aver fornito alloggio e supporto logistico all’associazione criminale, che organizzava e gestiva viaggi di “lusso” per migranti tra Capo Bon e le coste della Sicilia occidentale su gommoni superveloci. Viaggi per i quali i clandestini avrebbero pagato fino a 3 mila euro a testa. Al vertice della banda c'erano cittadini tunisini che usavano manovalanza italiana. Sempre oggi, davanti al gup Tesoriere, si è tenuta la prima udienza del processo con rito abbreviato ad altri 12 indagati per i quali la Procura di Palermo aveva chiesto il “giudizio immediato”. Alla sbarra sono Jabranne Ben Cheikh, 28 anni, presunto capo dell’organizzazione criminale, la compagna fiorentina Simonetta Sodi, di 55 anni, Mongi Ltaief, di 46, Chiheb Hamrouni, di 26, i marsalesi Angelo e Salvatore Allegra, fratelli, di 48 e 54 anni, pescatori, e Michele Graffeo, di 54, Hamadi El Gharib, di 43, Tarek Ben Massoud, di 29, Anis Beltaief, anch’egli di 29, il trapanese Giovanni Manoguerra, di 42, e Pietro Bono, di 64, di Menfi. Da tempo residenti a Marsala: Ltaief, Beltaief e Hamrouni. Il 10 maggio il pm Federica La Chioma dovrebbe tenere la sua requisitoria. A difendere i 12 imputati sono gli avvocati Carmine D’Agostino, Giuseppe Sodano, Luisa Calamia, Raffaele Bonsignore, Francesca Frusteri, Giuseppe Accardo, Luigi Pipitone, Stefano Pellegrino, Francesca Favata, Salvatore Fratelli, Romina Ferrari, Accursio Gagliano e Giacomo Lombardo. Cinque i viaggi accertati organizzati dalla banda, ai cui presunti componenti si contesta l’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante della transnazionalità. L’organizzazione avrebbe trasportato anche soggetti sospettati di collegamenti con gruppi terroristici di matrice jihadista. A rappresentare l’accusa nel processo sarà Calogero “Gery” Ferrara. A difendere i 12 imputati sono gli avvocati Carmine D’Agostino, Giuseppe Sodano, Luisa Calamia, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Accardo, Luigi Pipitone, Stefano Pellegrino, Francesca Favata, Salvatore Fratelli, Romina Ferrari, Accursio Gagliano e Giacomo Lombardo. I viaggi nel Canale di Sicilia non erano paragonabili a quelli sui barconi fatiscenti usati solitamente dai migranti e dai trafficanti di uomini che seguono la rotta verso l’Italia. E chi arrivava, eludendo i controlli a cui vengono sottoposti i migranti irregolari, evitava di essere identificato. Circostanza che, insieme ad alcune intercettazioni, ha fatto dire agli inquirenti che tra i potenziali clienti dell’organizzazione c'erano ricercati per problemi con la giustizia o persone collegate a gruppi jihadisti che temevano di essere arrestati, una volta giunti in Italia. L’indagine ha svelato anche un fiorente contrabbando di sigarette (in genere, di marche estere "Pine Blue" e "Business Royals") che venivano poi rivendute nei mercati rionali del Trapanese e del Palermitano a non più di 3 euro a pacchetto.