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29/05/2018 06:00:00

Mazara, il porto canale. La ditta fantasma, le balle...

 MAZARA DEL VALLO (TP) – Come abbiamo ampiamente dimostrato già ieri, e altre volte in passato, su queste pagine di Tp24.it, le sfaccettature – relative al mancato dragaggio del porto canale di Mazara – sono diverse e non sempre di facile comprensione.

Nelle parti precedenti della nostra inchiesta sul dragaggio dei fanghi e loro conferimento in ‘Colmata B’, già pubblicati da Tp24.it, nei mesi scorsi abbiamo analizzato molti aspetti di tale intricata vicenda.

E, soprattutto, avevamo approfondito, passo dopo passo, le procedure necessarie, messe in campo dai vari enti preposti, per scrivere la parola fine su questa assurda vicenda. Ma puntare il dito e abbaiare alla luna, per alcuni, è più facile che spiegare ai cittadini come realmente stiano i fatti.

LA DITTA FANTASMA – Il pressapochismo non finisce qui: i dirigenti dell’Arpa sarebbero ancora in attesa di un contatto da parte dell’azienda che dovrà eseguire i lavori, per concordare un sopralluogo congiunto in loco, provvedendo successivamente al rilascio del Parere in merito al ‘Piano di monitoraggio dei fanghi’ come previsto dalla normativa vigente. Tale quadro, alquanto imbarazzante, sarebbe emerso nel corso di un incontro avvenuto, nei giorni scorsi, tra il gruppo consiliare AUTONOMISTI di Mazara ed i dirigenti dell’ARPA di Trapani in merito al ‘Dragaggio del Porto Canale’.

BALLE SU BALLE – “Tutte le volte che arriviamo alla soglia dei lavori di escavazione del fiume – ha affermato alcuni giorni fa il primo cittadino Nicola Cristaldi – c’è sempre un foglio di carta che arriva dalla Regione e rimanda il tutto. Questa è la dimostrazione di cosa sia diventata la Regione Siciliana. Prima di iniziare le pratiche della escavazione – continua Cristaldi – ci comunicano che  bisogna procedere nuovamente alla verifica del piano di monitoraggio dei fanghi e si deve procedere ad una nuova caratterizzazione degli stessi fanghi. Il Cnr ha già fatto la caratterizzazione dei fanghi (nel 2014!), l’Arpa e tutti gli organismi hanno espresso pareri, tutti i vincoli sono stati superati, tutti i controlli sono stati effettuati”. Il podestà coi baffi dovrebbe però spiegare, prima di tutto, che fine abbiano fatto le misure preliminari di ‘mitigazione del rischio’ da realizzare obbligatoriamente prima dell’inizio dei lavori di escavazione del porto canale. Ne ricordiamo una fra tutte: la recinzione di tutta l’area interessata allo smaltimento dei fanghi non inquinati. Questa appena menzionata è una delle tante operazioni propedeutiche di ‘mitigazione’ stabilite dalle norme in materia. Altro che ‘ennesimo foglio di carta’.

BASTEREBBE LEGGERE E STUDIARE – Del resto studiare e documentarsi dovrebbero essere il pane quotidiano di taluni senza mestiere che dalla politica hanno ricevuto l’unica fonte di sostentamento. Se volessero approfondire uno dei tanti aspetti normativi e, quindi, guadagnarsi il pane che i contribuenti forniscono loro, linkiamo uno dei provvedimenti normativi più importanti sul dragaggio dei porti. Domani proseguiremo nel racconto di altri aspetti poco chiari, anche di natura giudiziaria che hanno coinvolto alcuni dei protagonisti di questa, a tratti ridicola, vicenda.