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05/06/2018 11:06:00

"Soccorsi lenti e disorganizzazione: così si rischia la vita allo Zingaro a San Vito"

 A precisazione della news del 3 giugno di Tp24.it, dal titolo: "Giovane rischia la vita allo Zingaro ..." vorremmo puntualizzare quanto segue con la richiesta che questa nostra precisazione venga pubblicata.

Siamo le persone, direttamente, coinvolte nel fatto.

Ci teniamo a chiarire alcuni aspetti, non solo per precisione informativa, ma perché, pensiamo di poter dare elementi, affinché, da questa spiacevole vicenda, si ricavino insegnamenti utili per il futuro.

Primo elemento...
I fatti: il malessere viene annunciato alle 12:30, il primo soccorso da personale competente avviene alle 14:30, un tempo che, per un malessere veramente urgente, sarebbe stato, decisamente, troppo lungo.
Dopo varie telefonate al 118 ed alla Capitaneria di porto, dalle 12,30 in poi, arriva attorno alle 14 un primo elicottero ..che non aveva le attrezzature per imbracare.
Porta con se la squadra medica, che inizia a monitorare la situazione.
Ma sono già passate oltre due ore... ..alle 14,30 arriva la prima squadra del Soccorso alpino da Palermo, che deve raggiungere a piedi, il punto di soccorso, in un sentiero non semplice, oltre 40 minuti, a passo veloce.
A seguire una seconda squadra, numerosa del Soccorso alpino, sempre proveniente da Palermo, che si reca, anch'essa, sul posto.
Siamo, già, arrivati oltre le 15,30.
La dottoressa dell'equipe medica, non reputa l'interessato, trasportabile in barella e opta per l'utilizzo di un secondo elicottero, militare, dotato delle attrezzature per il soccorso senza atterraggio, attraverso imbracatura  che arriva in zona di operazione attorno alle 16:25 ed effettua il volo in direzione Trapani, dove arriva alle 16:50.
Da qui il trasporto al pronto soccorso e la presa in carico della struttura ospedaliera.
La scelta di un elicottero con verricello, sin da subito, sarebbe stata quella piú opportuna.
Un errore di pianificazione dell'intervento che avrebbe potuto costare la vita di qualcuno. I tempi sono stati, intollerabilmente, lunghi.
Se si fosse trattato di infarto, di un grave trauma cranico, di un taglio profondo, come sarebbe andata ?


Secondo elemento....

Senza nulla togliere al merito ed al valore degli elicotteristi della Sar, del personale di pronto soccorso e dei volontari del soccorso alpino ..giunti da Palermo, che sono stati preziosissimi nell'azione di soccorso, ed aggiungiamo, anche, alla grande disponibilità, cortesia ed attenzione, soprattutto degli addetti alla guardiania all'ingresso, lato Scopello del Parco, in particolare, il signor Gaspare Maltese,  si sono rilevati, dunque, gravi ed evidenti limiti operativi, che ci è sembrato utile far notare.

Perché e' potuto succedere tutto questo?
Innanzitutto interventi, in casi del genere, dovrebbero basarsi su una pianificazione precisa: sapere quali sono i punti d'accesso, studiandone caratteristiche e costruendo un protocollo specifico d'intervento da non improvvisare.
Apprendiamo che la Direzione della Riserva naturale dello Zingaro, non ha una sua propria diretta dotazione di sicurezza.
Non dispone di propri mezzi per il soccorso, in mare e dal mare, nonostante che la riserva si dispiega per 7 km. proprio sul mare, senza essere attraversata via terra, da sentieri percorribili da mezzi di soccorso.
Neppure la Capitaneria di porto ha strutture adeguate a questo fine.
Il soccorso dal mare con mezzi veloci, dotati di gommoni che consentano l'arrivo nei bassi fondali, sarebbe, senz'altro, il mezzo più tempestivo di intervento, specie in condizioni di mare ottimali.
Ci dicono che ciò dipende da ristrettezze o taglio dei fondi.
Ci chiediamo... e' possibile ?
E se e' così ...e' ammissibile ?


La Riserva non possiede di un posto di pronto soccorso, attrezzato per interventi urgenti, con medici specializzati in messa in sicurezza e pronto soccorso.
Opera in regime di convenzione con enti preposti alla protezione civile, il soccorso alpino ed il soccorso elicotteristico.
Si potrebbe obiettare che e' la forma di intervento più rapido ed efficace, ma abbiamo verificato che non e' così e questo giudizio lo abbiamo ricavato proprio dall'esperienza vissuta sulla nostra pelle.

Tutti ciò lo troviamo sconcertante proprio da siciliani amanti della natura e dello Zingaro, in particolare, di cui conosciamo la storia e l'eccellenza, non solo naturale e paesaggistica, ma, anche storica e sociale, perché temiamo che possa arrecare danno all'immagine della nostra meravigliosa riserva.
E questo ci induce a questa precisazione che, ribadiamo, vuole servire da stimolo alle autorità competenti affinché dotino questa nostra meravigliosa risorsa e ricchezza naturale, di tutte le misure di sicurezza indispensabili per garantire la vita ed il benessere, di tutti coloro che vogliono goderne e fruirne, in serenità.
Completeremo questo nostro contributo, che riteniamo utile, scrivendo, direttamente, ai responsabili della Direzione della RNO dello Zingaro.

Cordialmente.


Silvio RIGGIO, Patrizia GRASSO, Pietro MILAZZO



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