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16/08/2018 06:00:00

La politica ad agosto e le manovre dei partiti a Trapani, Marsala e Palermo

Il mese di agosto è quello in cui la politica va in ferie. In verità, negli ultimi mesi, la politica, è piegata su se stessa, fa fatica a prendere una posizione, una strada.La confusione creata negli ultimi anni e il nullismo ha dato spazio al populismo.Il mostro da abbattere, il governo giallo-verde, nasce da una classe politica precedente inadeguata e inadempiente, che ha parlato dentro i salotti, nei circoli elitari e che ha prodotto poi la sconfitta alle elezioni. Questo a destra come a sinistra.

A livello nazionale, così come in quello regionale, si è avuta una brusca sterzata, assimilabile ad una punizione: il Partito Democratico ridotto ai minimi storici.  Non hanno difficoltà ad ammetterlo, dal governo nazionale, dai banchi dell'opposizione, qualcuno si lascia andare: “Non esistiamo più sui territori”.Perchè? Di chi è la colpa? Insomma, i dem erano l'unico partito organizzato con i circoli.

Semplice, è prevalsa la logica delle correnti che poi si sono trasformate in faide, dell'orticello da curare, mentre c'era chi parlava alle praterie.
Il Pd ha dimostrato di essere chiuso, lontano dalla gente che cercava solamente, a convenienza, nel periodo elettorale salvo poi scomparire.
Un errore dietro l'altro che non ha più consentito a chi, animato di buona volontà, di ricercare il voto, la porta chiusa in faccia era la normale conseguenza.

Incapaci a fare autocritica, perchè la ragione, così coma le morale, per i dem sta solo da una parte: la loro. Marsala, Castellammare del Golfo, Trapani, ne sono un esempio eclatante, solo per citarne alcuni. Lotte di potere, antipatie da coltivare e ingigantire, poltrone da far occupare agli “yesman”. Il Partito a Marsala, nonostante un commissario, Domenico Venuti, non esiste più. I consiglieri comunali ognuno hanno un loro punto di riferimento, Vinci è con l'ex segretaria Antonella Milazzo, Federica Meo è con Annamaria Angileri e stessa cosa per Calogero Ferreri, Angelo Di Girolamo è con Peppino Lupo ( capogruppo dem all'ARS). Un bel lavoro di unità.

Come mai è stato nominato a Marsala un commissario non marsalese? La volontà è stata quella di Baldo Gucciardi, la manovra prevedeva la copertura al sindaco in cambio dell'appoggio a Venuti per l'elezione a Presidente del Libero Consorzio. Da lì a pochi mesi si sarebbe chiuso lo stesso accordo su Trapani, garantendo l'appoggio a Giacomo Tranchida. In questo caso però Tranchida è uno libero, difficilmente condizionabile, non si fa fregare.

Ovviamente dall'ambiente di partito si smentisce: e allora come mai non c'è stata la nomina di un commissario interno al partito? Alberto Di Girolamo, sindaco della città, si sentiva coperto così. E' tornato a fare lo stesso errore: ha voluto la Milazzo prima come segretaria, adesso Venuti. Dimenticando che dietro tutti c'è sempre Gucciardi. Negano anche questo, fanno finta di litigare, fanno finta di non parlarsi e non salutarsi, poi però sono tutti insieme. Negheranno anche questo.

Poi si chiedono perchè sui territori perdono, pagano lo scotto di una mancata trasparenza, di una linearità politica che ha portato allo scollamento dal cittadino, che al solo nome di taluno si gira dall'altra parte e vota senza se e senza ma per i Cinque Stelle. Cosa vecchia, visto che molti di loro pur di non fare arrivare a Roma il nemico dello stesso partito, hanno votato i grillini.

Potrebbero cambiare le cose con i congressi di ottobre? Non ne siate certi. A Palermo sono due i nomi che circolano per sostituire il segretario Fausto Raciti: Luca Sammartino e Baldo Gucciardi. Il primo giovane, con 32 mila preferenze all'attivo, il secondo ex assessore alla Salute, vicino a Beppe Lumia dopo aver lasciato l'ala di Nino Papania. Rumors del partito indicano un'asse tra Davide Faraone, Antonello Cracolici, Lupo e Gucciardi per l'elezione di quest'ultimo. Il nuovo che avanza.

Non va bene nemmeno in Forza Italia, la mancanza di Tonino d'Alì ha reso il partito molto debole, ha permesso la scalata ad altri che, però, non hanno radicamento in tutta la provincia. Gli azzurri orfani di d'Alì (tanti) sono a braccia conserte, altri sono già con la Lega di Matteo Salvini.

E' questo che accade quando il commissario regionale Gianfranco Miccichè pensa di piazzare i suoi come tasselli di un puzzle. Il fatto è che ci sono i tasselli ma manca il disegno, si va alla rinfusa. Silvio Berlusconi non esercita più la sua leadership per come dovrebbe, i forzisti “veri” vedranno la luce solo se la situazione verrà presa in mano da Antonio Tajani. Del resto è un partito che ha perso sui vari territori in Sicilia e canta vittoria.

Anche lì diverse anime, di facciata sembrano unite e invece cercano ognuno la propria strada, soprattutto la propria poltrona: il coordinatore provinciale, Toni Scilla, come riconoscimento alla sua mancata elezione è stato posizionato con una poltrona da 3200 euro al mese all'assessorato regionale dell'Agricoltura.

Il deputato Stefano Pellegrino è al suo giro di prova, gli elettori sono tutti schierati ad aspettare le risposte. Il territorio lo vive poco, compresi i problemi ad esso connessi. Ad organizzarsi è la Lega di Salvini, gli incarichi sono stati distribuiti a Trapani: Roberto Bertini e Bartolo Giglio. Insieme dovranno costruire il partito in provincia. In molti hanno già buttato l'occhio. Da evidenziare che Lega e Cinque Stelle trainano moltissimo nelle grandi competizioni, molto meno in quelle amministrative, come Trapani e altre realtà piccole hanno dimostrato.

Questo perchè ad essere votati sono i leader nazionali, da una parte Matteo Salvini e dall'altra Luigi Di Maio. Giglio è riuscito a strappare una promessa a Salvini: ad ottobre sarà a Trapani. C'è da capire se arriverà nella qualità di leader del Carroccio o come Ministro dell'Interno. Differenziazione importante: gli slogan populisti non appartengono a nessuna carica dello Stato.
 



Politica | 2024-06-07 06:00:00
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