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28/08/2018 06:00:00

Caso Diciotti. Lo scontro tutto siciliano (e mazarese) sull'indagine su Salvini

 Magari non aspettava altro per rendere ancora più incisiva la sua infinita propaganda il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Non aspettava che finire indagato per il caso della nave Diciotti, rimasta 5 giorni ormeggiata al porto di Catania con 170 profughi a bordo.


La Procura di Agrigento ipotizza i reati di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio, nell'ambito dell'inchiesta sul caso "Diciotti". Insieme al leader della Lega è indagato il suo capo di gabinetto.
E’ una vicenda che mette in imbarazzo l’Italia, e che ha determinato un forte scontro tra le istituzioni del nostro Paese. Perchè, come era da aspettarsi, dopo la notizia dell’indagine su Salvini si è scatenato un putiferio contro i magistrati di Agrigento che hanno aperto il fascicolo sul ministro dell’Interno. Prima Salvini ha aizzato.
"Il procuratore di Agrigento lo aspetto con il sorriso a Pinzolo. Essere indagato per difendere i diritti degli italiani è una vergogna", ha detto Salvini. E dal canto suo Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha definito “sovversivo” il fatto di indagare il ministro.
poi ci hanno pensato i seguaci e il popolo dei social, dei leoni da tastiera ad offendere i magistrati. In tutto ciò non ci fa una bella figura il movimento 5 Stelle e soprattutto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, troppo morbida, quasi inesistente, la sua difesa dei magistrati contro gli attacchi di Salvini e soci.
Luigi Patronaggio e Salvatore Vella, procuratore e sostituto procuratore di Agrigento, hanno condotto le indagini sul caso Diciotti. Hanno ricostruito la catena di comando che prima avrebbe gestito l’ordine di non far attraccare la nave della Guardia Costiera italiana a Lampedusa, poi avrebbe disposto il divieto di sbarco dei profughi a Catania.


"La Procura di Agrigento, al termine dell'attività istruttoria compiuta, ha deciso di passare a noti il fascicolo, iscrivendo due indagati e trasmettendo doverosamente i relativi atti alla competente Procura di Palermo per il successivo inoltro al tribunale dei ministri del capoluogo", ha scritto in una nota il procuratore Luigi Patronaggio.


Tutto questo imbarazza molto il guardasigilli Alfonso Bonafede, in uno scontro tra istituzioni anche in parte mazarese. Bonafede, infatti, è di origini di Mazara del Vallo, come Salvatore Vella, il sostituto procuratore che affianca Patronaggio in questa spinosa indagine.
Non piace per niente all’Anm l’atteggiamento del ministro dell’Interno e neanche del ministro della Giustizia. Troppo morbida la posizione di Bonafede davanti agli attacchi di Salvini alla magistratura. "Il ministro della Giustizia Bonafede difenda le prerogative costituzionali della magistratura dagli attacchi di Salvini perché non è il ministro dell' Interno che verifica i reati", ha dichiarato Minisci. "Abbiamo la massima fiducia nei colleghi di Agrigento, dobbiamo lasciarli lavorare senza indebite e inammissibili interferenze. Chi ricopre incarichi istituzionali, in particolare il ministro della Giustizia, deve difendere le prerogative costituzionali della magistratura", ha aggiunto il presidente dell'Anm.

 


"In questi giorni la Procura della Repubblica di Agrigento sta svolgendo gli accertamenti necessari a verificare se nella delicata vicenda della nave Diciotti siano stati commessi dei reati. Purtroppo registriamo che, parlando della vicenda, il Ministro dell'Interno ha rilasciato dichiarazioni tendenti ad orientare lo sviluppo degli accertamenti con riguardo ai soggetti potenzialmente responsabili".
Dichiara, con una nota, la Giunta Esecutiva Centrale dell'Associazione Nazionale Magistrati, sottolineando che "si tratta di una interferenza nelle prerogative dell'Autorità Giudiziaria, l'unica Istituzione cui la Costituzione e leggi dello Stato attribuiscono il compito di verificare la sussistenza di reati e di accertare e stabilire chi ne sia il responsabile. Nessun altro soggetto può sostituirsi ai magistrati, né suggerire o dettare le strade giudiziarie da percorrere, neanche un membro del Governo, che ha il dovere istituzionale di rispettare le prerogative costituzionali della magistratura".