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08/03/2019 06:00:00

Alessandro Manuguerra: "Non abbiamo mai avuto alcun tipo di rapporto con Franco Orlando"

Alessandro Manuguerra, consigliere comunale di Erice, dalle carte dell’operazione antimafia “Scrigno” ci sono riferimenti tra suo padre, Luigi, in ordine all’inchiesta che ha portato all’arresto delle 25 persone tra cui i politici Paolo Ruggirello e Ivana Inferrera.

Per prima cosa volevo fare i complimenti agli organi competenti che hanno sgominato tutta questa situazione, secondo me non ci siamo soffermati su questo. E’ stata una grande operazione, un grande lavoro che andava avanti da anni, e questa è la cosa più importante. La mafia, scusatemi il termine, fa schifo, chi pratica la mafia fa schifo e il politico che entra nella mafia, fa ancora più schifo. E’ una mia personale opinione e penso che sia condivisibile da tutte le persone per bene. Per quanto riguarda l’articolo, secondo me c’era un titolo che fa intendere altro, e magari la gente neanche lo apre l’articolo e non legge quello che c’è scritto e che in realta riguardava poco me. Io in questo bar “Efri” sono entrato due volte, una volta con un mio amico ed ero di passaggio e una volta con mio padre, Luigi Manuguerra. In questa entrata al bar, ero davanti alla porta. Tra mio padre e questo signore, Franco Orlando, di cui non conoscevo nemmeno il nome, non corre buon sangue, infatti nelle intercettazioni c’è l’Orlando che gli dice parli troppo, e che è uno sbirro. Franco Orlando con mio padre non ha mai avuto nessuno tipo di rapporto e addirittura dice che non lo stima. Noi, a quel punto abbiamo abbandonato il bar, perché era nata quasi una lite, e ho detto a mio padre che non entrerò più in situazioni del genere e da allora né io né mio padre siamo entrati più in quel bar.

Alessandro Manuguerra, nelle ultime elezioni ha avuto un ruolo da protagonista all’interno di territori che sono un polmone di voti, soprattutto ad Erice. Alla luce dell’operazione “Scrigno”, le persone coinvolte secondo lei sono utili alla causa di qualche candidato oppure no? Qual è il suo pensiero personale?

Su questa cosa ho tantissime cose da dire, ma voglio soffermare su alcuni particolari. Io nel quartiere San Giuliano di Erice ho preso come voti di preferenza 100 voti, come candidato sindaco la signora Concetta Montalto ne ha persi 150, c’è qualche altro, invece, un nome a caso, Daniela Toscano ne prende nel quartiere San Giuliano dai 2500 ai 3000 voti.

Manuguerra, ma quello è voto di opinione. Qual è la sua preoccupazione, il suo pensiero in merito a questa operazione?

La mia preoccupazione è che su alcune persone non è stato fatto niente, e lo dico chiaramente, e su altre, invece, si va alla caccia delle streghe. E volevo soffermarmi su una persona, un soggetto particolare, il signor Diego Pipitone che ha contribuito all’elezione del sindaco Daniela Toscano. Ricordo che la Toscano ha detto ad una persona che era candidata nella stessa mia lista ma poi non si è candidata più, che le faceva entrare il marito in una graduatoria, e così è stato. Ricordo inoltre, che una candidata, oggi consigliera comunale, è venuta nel mio comitato e mi ha detto mi candido con te se mi pagate l’assicurazione dell’auto, io e mio padre l’abbiamo cacciata dal comitato e magicamente dopo due giorni era candidata con altri.

Avete denunciato questi fatti?

Assolutamente sì.

Alessandro Manuguerra, proviamo a fare ordine raccontando quello che vediamo in questa vicenda. Fino al 2017 quando ci sono state quelle intercettazioni, i Manuguerra interloquivano con quei soggetti, ma dal 2017 e anche in occasione delle elezioni di Erice, voi, lei ,Alessandro e Luigi Manuguerra, suo padre, avete fatto una scelta ben precisa e preso le distanze dal quel gruppo. La vostra amarezza nell’essere citati nasce, forse, proprio da questo.

Sì e aggiungo un retroscena in questa vicenda. Mio padre, a detta di un consigliere che oggi è in carica, viene minacciato di morte dal Pipitone. Mio padre questa cosa l’ha sofferta e abbiamo denunciato agli organi competenti che c’erano questi segnali di allarme. Abbiamo avuto un po’ di paura. Io ho ventitre anni, studio, faccio la mia partita a calcio, e ho la passione per la politica. Sono amareggiato da questa situazione, il signor Orlando ce l’ha con mio padre, lo definisce uno sbirro e noi siamo contenti di non aver a che fare con questa gente.

Alessandro Manuguerra, la verità in questa storia dove sta?

Io dico che ci sono ancora delle storie che non sono uscite. Certo è strano che io e Simona Mannina, gli unici oppositori dell’amministrazione, veniamo colpiti.