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01/06/2019 04:00:00

Record di cervelli in fuga dalla Sicilia, che rimane ultima per giovani laureati

Fuga record di laureati dalla Sicilia. Che comunque restano pochi rispetto alla media nazionale. Ma non solo: ci piazziamo penultimi per studenti che si iscrivono all’università dopo il diploma e per numero di bambini iscritti alla scuola materna. Secondo l’Istat, il Benessere equo e sostenibile (Bes) passa anche attraverso il livello di istruzione della popolazione di un determinato territorio. E, stando ai dati resi noti l’altro ieri, la Sicilia descritta dall’Istituto nazionale di statistica è una regione per nulla equa e sostenibile nel campo dell'Istruzione. Con alcune province che sprofondano agli ultimi posti. L’Isola, nei prossimi anni, deve fare parecchia strada per colmare il gap con le altre regioni italiane e offrire ai propri cittadini un livello di formazione adeguato. Anche perché, gli studenti delle superiori siciliane sono tra i più scarsi nelle competenze alfabetiche e in quelle numeriche. Siamo primo soltanto per Neet: i giovani che non studiano e non lavorano.

Dal 2012 al 2017, la percentuale di giovani (25/39enni) laureati siciliani che ha preferito fare la valigia verso le regioni settentrionali e l’estero si è gradualmente incrementata. Passando dal 21% al 28,2%. Un materiale umano di grande valore che la Sicilia perde a favore delle regioni che offrono più chance lavorative. Non è difficile infatti immaginare i motivi per i quali tanti giovani promettenti preferiscono lasciare la terra di origine per trasferirsi oltre lo Stretto. A livello provinciale, si contendono il fondo della classifica soltanto realtà meridionali. Con l’Isola che piazza tre province nelle ultime sette: Caltanissetta, da cui partono il 57% dei laureati, è penultima al 106° posto, Enna figura al 104° posto e Agrigento al 101°. Palermo è 87ma.

Tra i dati del 2018 che suonano come un pugno nello stomaco c’è il tasso di giovani (25/39 anni) in possesso di un titolo universitario: laurea o anche un titolo superiore. La Sicilia figura all’ultimo posto, unica regione al disotto del 20%: 18,8%, per la precisione. Con la provincia di Palermo che si piazza al 91° posto su 108 province. Al penultimo posto la Campania col 20,5%. Al primo posto il Friuli-Venezia Giulia col 33%. Ad influenzare questo dato, probabilmente, la scarsa predisposizione dei giovani diplomati a proseguire gli studi. Perché in termini di “neo-diplomati che si iscrivono per la prima volta all’università nello stesso anno in cui hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di II grado” figuriamo al penultimo posto, con soli 43 studenti siciliani su cento che si immatricolano all’università. A seguirci è la Campania.

Ma a livello provinciale Siracusa (col 38,5%) è maglia nera. E altre tre province siciliane (Enna, Palermo e Catania) figurano negli ultimi dieci posti. Con Palermo che occupa la 103ma piazza. Sicilia al penultimo posto anche per bambini iscritti alla scuola dell’infanzia (87,6%), provincia di Palermo al 102° posto, e per persone di 25/64 anni con al massimo il diploma di scuola superiore: poco più del 50% mentre il Lazio sfiora il 70%. Saliamo invece al terzultimo posto per competenze alfabetiche e numeriche dei ragazzi che frequentano il secondo anno della scuola superiore. Ma siamo primi per giovani di15/29 anni non lavorano e non studiano: i Neet. Con le prime quattro posizioni occupate da province siciliane: Caltanissetta (48,2%), Catania (40,6%), Trapani (40,0%) e Palermo (39,8%). Un record. 



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