“Non si schiamazza su Dio”, scrisse Meister Eckhart. Che cosa voleva dire con questa frase il grande teologo mistico tedesco vissuto fra il XIII e il XIV secolo? Semplicemente, che il nome di Dio non deve essere pronunciato invano. Soprattutto ad alta voce, ossia schiamazzando. Ma cosa significa esattamente “invano”? Tutti credono che quell'avverbio voglia dire “in modo futile”, “scioccamente”, “alla leggera”. Invece non è così. Il testo ebraico del comandamento usa il termine la shav, che significa “con inganno”. In altre parole: non si deve pronunciare il nome di Dio in modo ingannevole. Non si deve utilizzare la religione per coprire o giustificare altri intenti, che di religioso non hanno proprio un bel niente.
Ma questo uso distorto e fraudolento dei nomi e dei simboli religiosi è esattamente quello che viene praticato dai fanatici, dagli estremisti di ogni sorta. Fanno finta di difendere la fede, e invece non fanno altro che perseguire i loro interessi personali, politici, economici eccetera. I terroristi islamici agiscono esattamente così: gridano “Allah Akbar” (“Dio è il più grande”) per compiere delle azioni criminali. E in questo modo profanano orrendamente il nome di Dio.
Questo discorso però non vale solo per i fanatici e per i terroristi. Vale anche per tutti coloro che si riempiono la bocca di finte preghiere non con cuore puro, non per piacere veramente a Dio, ma solo per ingannare il mondo, per procurarsi un seguito, una credibilità, un'apparenza di onestà ideologica. Insomma, avrete già capito a cosa e a chi sto alludendo. La storia è piena, è stracolma di esempi di tali finzioni bigotte, di tali ipocrisie letali: quelle stesse che Gesù condannava con vigore nel comportamento degli scribi e dei farisei, dei “sepolcri imbiancati”.
Ma nelle ultime settimane noi italiani abbiamo assistito attoniti, sgomenti, alle esibizioni di un uomo politico che con crescente intensità ha utilizzato parole e simboli religiosi per turlupinare le masse, per guadagnare credibilità e incamerare più voti. Quest'uomo, che non nomino, ma che vedete chiaramente qui in fotografia, dopo avere ostentato devozione verso Padre Pio, dopo avere giurato sul Vangelo, dopo avere mostrato il rosario che tiene sempre in tasca, durante un comizio elettorale a Milano ha osato invocare “il cuore immacolato di Maria” per ottenere la vittoria alle elezioni europee. Insomma: ha spudoratamente schiamazzato sulla Madonna, per riprendere la metafora di Meister Eckhart.
Sempre per restare in tema religioso, pensiamo anche ai “bacioni” che quest'uomo profonde all'indirizzo dei suoi avversari più odiati. Anche qui, potremmo ricordare che nella mistica tradizionale ha un notevole rilievo il tema dell'osculum mortis, il “bacio della morte”. Insomma: il politico in questione, che certamente di mistica tradizionale non sa e non capisce un tubo, riprende comunque in modo inconsapevole, e diabolicamente capovolto nel significato, il simbolo religioso del bacio che dona la morte.
Bene hanno fatto dunque, anzi benissimo, le autorità ecclesiastiche, come per esempio il nostro saggio vescovo di Mazara, a condannare apertamente l'uso distorto e abominevole che il cosiddetto “Capitano” della Lega ha fatto e sta facendo dei simboli religiosi. Schiamazzare su Dio, sulla Madonna, sui santi, sui rosari e sul Vangelo a fini biecamente politici è orribile, disgustoso, deprecabile. È pura profanazione. È inganno, è frode. È trascinare nel fango marcio della politica il Sacro Nome che si dovrebbe pronunciare solo, e con grande timore e trepidazione, nell'assoluto silenzio della propria intimità spirituale.
Selinos