Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch 3, è tornata libera dopo quattro giorni trascorsi ai domiciliari. L’arresto non è stato convalidato.
Il giudice per le indagini preliminari Alessandra Vella ha escluso il reato di violenza a nave da guerra e ha ritenuto che la resistenza a pubblico ufficiale fosse giustificata dalla discriminante dell’adempimento di un dovere.
Per la giudice la scelta di far rotta su Lampedusa era obbligatoria in quanto Libia e Tunisia non sono porti sicuri. Colpo duro per Matteo Salvini che, sconfitto, dichiara: «Sentenza politica e vergognosa, fa male all’Italia. Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Per la comandante criminale è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese, è pericolosa per la sicurezza nazionale. Tornerà nella sua Germania, dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi».
In serata il prefetto di Agrigento ha effettivamente firmato un provvedimento di espulsione, che però deve essere controfirmato dal giudice e non è dunque ancora esecutivo.
È ancora in piedi l’accusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e i magistrati intendono interrogare nuovamente Carola il 9 luglio.
Intanto a Salisburgo, dove il presidente della repubblica Sergio Mattarella era in visita di Stato, un gruppo di ragazzi, gran parte impegnati nel volontariato, ha manifestato pacificamente per chiedergli la messa in libertà della capitana, al grido di: «Siamo tutti antifascisti», scandito in italiano.