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29/07/2019 06:00:00

Parco di Selinunte, fine del dialogo. L'esperto del sindaco annuncia ricorsi

 Finito l’idillio, tra il parco archeologico di Selinunte e l’amministrazione 5 Stelle di Castelvetrano.

Un idillio terminato dopo la sostituzione  del direttore Enrico Caruso.

La Regione Siciliana non ha aspettato la scadenza naturale del suo mandato, prevista per il 2020, sostituendolo con il nuovo direttore Bernardo Agrò.

Ed il dialogo tra quest’ultimo e l’amministrazione della città, rappresentata dal sindaco Alfano, il vicesindaco Virzì e soprattutto dall’esperto alla cultura Chiara Modìca Donà Dalle Rose, sembra essersi interrotto bruscamente, in seguito alla scelta di Agrò di chiudere con delle piante la visuale di un piccolo tratto di recinzione del parco, per evitare la vista dei templi dall’esterno.

 

Questo spiraglio visivo, realizzato grazie alla collaborazione dell’ex direttore Enrico Caruso, non ha però riscontrato il favore di Agrò, come rimarcato in una nostra intervista.

L’avvocato Donà Dalle Rose non c’è rimasta bene. E dall’incontro di giovedì scorso al Centro Culturale Polivalente “Giuseppe Basile” di piazza Escrivà a Castelvetrano, ha annunciato di voler fare ricorso al Tar e al presidente della Repubblica contro la nomina da parte della Regione Siciliana di Roberto La Rocca come commissario del comitato tecnico scientifico.

 

Il sindaco Alfano ha interpretato la piantumazione a chiusura del varco visivo, come un “sipario calato sul dialogo”:

Ogni volta che passavo da lì in macchina, quello sguardo di un secondo su quella vista mi apriva il cuore. Un’emozione che penso tutti i castelvetranesi hanno avuto, soprattutto quelli che erano abituati a vederli questi templi, ad averli proprio a stretto contatto. Certo, le dune hanno preservato il parco dagli abusi edilizi, ma adesso il contesto è diverso”.

 

Donà Dalle Rose è stata molto diretta, raccontando la vicenda:

 

Qualche mattina fa, passando con la macchina insieme al sindaco ed al vicesindaco, proprio dove noi avevamo fatto quell’apertura, stavano piantumando delle piante.

A quel punto ho chiesto ai poveri malcapitati operai che cosa stesse succedendo e loro mi hanno detto che stavano mettendo una barriera di 30 cipressi, che non erano d’accordo, che era una cosa terribile, ma che il direttore aveva voluto che dall’esterno non si vedesse nulla. Ho chiesto ad un responsabile dei lavori il costo di quest’operazione: 30 mila euro. 

Ho controllato nel sito on line del parco, ma non ho trovato nessun impegno di spesa. Chiamammo il sovrintendente, ma lui non aveva fornito nessuna autorizzazione.

Agrò ci chiese scusa (a me, al sindaco ed al vicesindaco) dicendo che avrebbe voluto fare soltanto qualcosa di provvisorio.

Gli dissi che avrebbe potuto farmi una telefonata, visto che altre volte mi aveva chiamato anche alle sette di mattina. Lui mi ha risposto che si era dimenticato, perché aveva tanto da fare.

A quel punto noi abbiamo detto ‘Va bene, siamo tra persone per bene, ti diamo il beneficio del dubbio’.  La piantumazione però era definitiva. Un caso da comitato scientifico che riteniamo necessario”.

 

Ma prima dei ricorsi, l’idea dell’esperto alla cultura è quella di una lettera anticipatoria che dovrebbe coinvolgere i sindaci dei comuni del parco (che si sono mostrati d’accordo), i direttori di analoghe realtà siciliane e le associazioni:

 

Nei prossimi giorni manderò una lettera attraverso il nostro ufficio, che verrà firmata dal sindaco, dal vicesindaco, probabilmente dalla giunta intera (almeno, vorrei), con la quale noi chiederemo a tutti i comuni e anche ai direttori dei parchi (è importante, perché il presidente della Regione deve ascoltare anche i suoi direttori) per comunicare al presidente che questa scelta di non far portare a termine il lavoro di coloro che dirigono una realtà come i parchi è già una scelta discutibile, ma lui la può fare e quindi l’ha fatta. Così come la scelta di non dotare i parchi di un comitato scientifico (e quindi scegliere la strada emergenziale, come se fossimo sotto le bombe della mafia) è solamente un atto criminale, cioè l’ennesima violazione della legge”.

 

Donà Dalle Rose ha inoltre lasciato intendere che il problema non è soltanto quello della piantumazione dei cipressi. Ci sarebbe dell’altro.

 

Quella piantumazione non ha avuto il premesso della Sovrintendenza. Queste cose non dovrebbero accadere, perché dovremmo lavorare tutti per migliorare questo luogo della Sicilia.

E non è l’unica circostanza un po’ curiosa che è successa in questo mese, anche se questa è a voi più cara. Ce ne sono altre, che non avete ancora approfondito, che sono ancora peggio di questa. E che evidenziano che è veramente necessario il comitato scientifico”.

 

E della ricostituzione del comitato scientifico ha già parlato, senza successo, con il presidente Musumeci, che è nello stesso tempo assessore regionale alla cultura ad interim.

 

Sono andata col sindaco e vicensindaco dal presidente della Regione. In tre quarti d’ora, ha continuato ad insistere che il comitato scientifico non era essenziale, non era obbligatorio… Diceva delle cose che non stavano né in cielo né in terra.

Non volendo rompere il dialogo con lui, gli ho detto ‘Guardi, forse è il caso che ci si incontri con documenti alla mano’. Io ce li avevo, ma Musumeci non aveva tempo perché doveva vedere il sindaco Orlando.

 

Egidio Morici