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27/08/2019 15:00:00

Scrive Giuseppe, sull'ospedale marsalese e il declino della sanità siciliana

Leggo il post su Facebook di un’amica e della sua disavventura al pronto soccorso di Marsala e la mia indignazione sale! Ma è un sentimento a scadere, lo smaltisco velocemente, ormai non fa più notizia, ci siamo assuefatti e ci conviviamo come fosse un fatto fisiologico. In cuor mio, direi anche abbastanza ingenuamente, spererei in un colpo di coda del nostro orgoglio che ci consenta di scalfire questa cappa di indifferenza che ammanta la nostra comunità! Non è certamente mia intenzione ergermi a paladino o portavoce di tutti coloro che hanno a cuore l’argomento della sanità nella nostra città, il mio semmai vuole essere uno sfogo!! Lo sfogo di un cittadino amareggiato e deluso da politicanti inerti, assopiti, relegati in un letargo senza fine, e sconcertato da come tutti noi assistiamo apatici e inermi a disservizi al limite del grottesco,del tragicomico!

Avere la necessità di “rivolgersi” all’ospedale marsalese è la peggiore malattia che ti possa capitare, entrare in quel pronto soccorso è la morte della dignità umana. È così, senza se e senza ma. Non ci sono indulgenze, non ci sono simpatie politiche che tengano, non ci sono scuse; ci sono solo poveri cristi inchiodati alla propria condizione di malati di serie B. È un’indecenza, è un’ingiustizia. È uno schifo!

La sensazione, tra quelle mura bianco sporco, è di totale rassegnazione. E magari fosse solo una sensazione! È la realtà, pura, nuda e cruda. Niente e nessuno riesce a cambiare le cose, niente e nessuno riesce a migliorare la condizione da terzo mondo in cui si trova il nosocomio marsalese! La politica dei governanti non batte un colpo, forse è troppo impegnata a far quadrare i conti e ad inquadrare manager e dirigenti.
No, non c’è alcuna voglia di demagogia, in queste parole, non c’è populismo, non c’è critica sommaria! C’è solo rabbia, la stessa inerme rabbia che non trova mai ascolto, che qualche volta ha una valvola di sfogo nelle minacce sbracate di chiamate a “Striscia la notizia” e che in questo social network avrà, forse, la fortuna di trovare un megafono, per risuonare oltre il groppone che ogni santo giorno tanta gente si tiene dentro.

Ho un appello, accorato, sincero da fare all’assessore regionale. Vada in incognito a bere il fiele delle attese, ad ingoiare il rospo di medici sgarbati e superficiali, ad inspirare il nervino di pastoie burocratiche che fanno ammalare ancor più della malattia stessa. Vada lì, nella trincea del quotidiano, vada lì, nel fuoco caotico della continua emergenza, dove di ovattato c’è solo la speranza di uscirne il prima possibile. Vada lì, dove le sirene urlanti annunciano l’ennesima vita da salvare, un paziente di troppo da ricoverare.  Vada lì, a dare un colpo di reni a una sanità di nani, ad imprimere uno scatto d’orgoglio a una politica ancora troppo lontana da ciò che davvero interessa alla gente. Ovviamente so benissimo che il mio appello cadrà nel vuoto, e con esso la speranza di una svolta quanto mai necessaria.

Giuseppe Clemente