Quantcast
×
 
 
21/09/2019 06:00:00

Beni culturali e cooperative. Dubbi e smentite sugli incarichi della Fondazione Erice Arte

Dubbi, sospetti, smentite ad Erice sulla nuova cooperativa che gestirà i beni culturali della città della Vetta.


Dubbi che riguardano una procedura portata avanti dalla Fondazione EriceArte, di cui il Comune è socio fondatore e presidente è la sindaca Daniela Toscano, per affidare la gestione dei beni culturali di proprietà comunale ad un soggetto terzo. Una pratica che viene attuata da anni, per “liberare” il Comune, e quindi la Fondazione, della gestione dei siti culturali.


Nei mesi scorsi la Fondazione ha indetto un bando di gara per affidare la gestione dei siti.
Incarico che è stato affidato alla cooperativa Kleos. Ma sull’esito del bando la consigliera di opposizione Simona Mannina ha sollevato parecchi dubbi. “E’ stato affidato l’incarico alle stesse persone di prima, ma con un’altra cooperativa, che non avrebbe avuto un requisito essenziale previsto dal bando”. Il sospetto della Mannina è che vi fosse un “unico centro di interesse” ad Erice sulla gestione dei siti culturali.


Mannina ha preso un altro abbaglio. La procedura si è svolta con regolarità, ma se ha dei dubbi faccia pure le sue denunce in procura”, è la risposta della sindaca di Erice, nonché presidente della Fondazione, Daniela Toscano.

Andiamo con ordine, in una faccenda che certamente non migliorerà i rapporti tra la consigliera e l’amministrazione Toscano ad Erice.

La Fondazione EriceArte a febbraio ha emanato il bando per affidare la gestione dei siti culturali in città. In ballo c’è qualcosa come 130-150 mila euro l’anno, per un incarico biennale rinnovabile. Il compenso alle cooperative che si aggiudicano la gara deriva dagli incassi della Fondazione EriceArte, che ogni anno oscillano tra i 270 e i 300 mila euro. Nel bando viene specificato che la cooperativa vincitrice non può ottenere più del 50% degli incassi. Più i partecipanti abbassano nella partecipazione alla gara questa percentuale, più punteggio ottengono per l’aggiudicazione della gara.


Bene dopo qualche mese il bando se l’è aggiudicato la coop Kleos, proponendo il 48% degli incassi, battendo la Galea, che aveva proposto il 49%.

Proprio sulla aggiudicazione della Kleos la consigliera Mannina ha sollevato alcuni dubbi.
In particolare, dice la consigliera che buona parte dei soci della coop Kleos appartenevano alla coop Ast’Arte, che si era aggiudicata il bando precedente e che si era sciolta e di conseguenza venivano interrotti gli impegni con la Fondazione. Questa ipotesi di cooperative diverse ma stesse persone fanno sorgere il quesito alla consigliera se sulla gestione dei siti culturali di Erice vi sia “un unico centro di interesse”.

La consigliera rileva inoltre che la Galea “aveva presentato oltre all’autocertificazione richiesta dal bando anche i curriculum dei soci, di contro la cooperativa Kleos presentava solo l’autocertificazione per tramite della propria amministratrice e nessun documento che possa definirsi curriculum. Nel verbale di aggiudicazione, però, la commissione esaminatrice nell’assegnazione del punteggio alle singole cooperative, faceva riferimento “ai curricula dei soci””.


Ma è soprattutto un’altra questione per cui ci sono stati degli scambi, accesso agli atti, lettere e risposte tra la consigliera e la Fondazione.
Si tratta della natura sociale della cooperativa che si è aggiudicata l’appalto. Sostiene, infatti, la consigliera che la coop non abbia un requisito importante.

“Da nessuna parte sembrerebbe risultare che la cooperativa Kleos sia iscritta al terzo settore, di cui il primo fondamentale presupposto è l'esercizio in via provvisoria o principale di una o più attività di interesse generale per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, bensì nel riferire il proprio settore, gli stessi indicano quello di “cooperative di produzione e lavoro” ovvero “cooperativa a mutualità prevalente” , ma nessun atto ufficiale, quale potrebbe essere la copia dell'atto di costituzione della società. Ebbene, se così fosse, avrebbe dovuto escludersi tale cooperativa dal predetto bando, in quanto il primo criterio, previsto dal bando, consisteva nella iscrizione della cooperativa al terzo settore, è come se si bandisse un concorso per laureati in ingegneria e lo vincesse chi è laureato in medicina…”, sostiena Mannina.


Il sovrintendente della Fondazione EriceArte, Giuseppe Butera, aveva risposto, dopo tante sollecitazioni, alla consigliera di rileggere attentamente il bando, per avere risposte ai suoi dubbi.

Butera spiega a Tp24 che in corso d’opera è stato introdotto il Runts, il registro unico nazionale del terzo settore, la cui iscrizione è obbligatoria ma c’è tempo fino al 2020, come stabilito da una proroga avvenuta nei mesi scorsi. “Ma quando abbiamo fatto il bando non era ancora istituito e sono stati considerati i criteri di appartenenza al terzo settore specificati dalla normativa precedente, e in questo senso, la coop Kleos, li rispettava. Poi con la riforma, per cautela, la Kleos si è iscritta in corso d’opera al Registro, dovendo apportare modifiche statutarie dal notaio”. In sostanza, è vero che la Kleos non era iscritta al registro del terzo settore al momento dell’aggiudicazione, e che poi ha modificato lo statuto proprio per iscriversi al Runts, ma nel bando viene presa come normativa di riferimento quella non “riformata” che prevederebbe l’obbligatorietà dell’iscrizione al Runts che però è stata prorogata al giugno 2020.

“Abbiamo fatto tutto alla luce del sole, abbiamo aperto le nostre carte alla consigliera e daremo tutte le delucidazioni, ma la procedura è corretta”, dice Butera.

Procedura corretta anche per la sindaca di Erice Daniela Toscano secondo la quale i dubbi di Mannina non sono altro che “un abbaglio”. “Alla Fondazione ci sono persone di esperienza di cui mi fido e sono certa che non si siano fatti sfuggire errori e strafalcioni del genere”, è il commento di Toscano ai sospetti della consigliera.

La sindaca e il sovrintendente della Fondazione sono certi della regolarità della procedura e sfidano la consigliera a presentare denuncia se è sicura che qualcosa sia fuori posto. Ad Erice è sempre stagione dei veleni.