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08/10/2019 16:00:00

"Dalla parte di Jekyll. Manifesto per una buona destra", il libro di Filippo Rossi

Dalla parte di Jekyll. Manifesto per una buona destra, è il libro di Filippo Rossi, edito da Marsilio, ed è un libro che sostanzialmente mette ordine.

Come se in Italia, al momento, quella destra che è stata affidata a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, non rappresentasse, e di fatto non rappresenta, la destra sociale. Quella destra che non urla, non scalpita, che non irrompe con il qualunquismo e la demagogia, che non parla alla pancia del popolo inveendo contro gli ultimi, i deboli.

E’ un libro di buona politica perché indica quello che la politica dovrebbe fare, tutta, a cominciare dalla buona pratica, dal linguaggio, dalla capacità di essere risolutiva e anche ascoltatrice.

La destra della Lega e quella di Fratelli d’Italia è una destra che scalpita, che in modo sguaiato cerca di accaparrarsi uno spazio, anche social, che è momentaneo. Una caricatura, incattivita e estremista, odiatrice del diverso, lontana dai valori fondanti della destra.
Rossi lo scrive chiaro, quella che si definisce destra oggi è illiberale, retrograda, che teme il diverso e lo indica come nemico e per questo razzista. Un aquilone senza vento.

C’è una destra diversa? Liberale, sociale, che porge la mano ai deboli e ne individua criticità e pone in essere soluzioni? C’è una destra che può tornare centrale?

Rossi dice di si, esiste. Laica, realista, affidabile. Sta prevalendo il lato oscuro della destra, dottor Hyde, che attecchisce trasversalmente su varie generazioni. Una scrittura fluida, quella dell’autore, che dal suo racconto traccia le paure italiane, fomentate ad hoc per distogliere l’attenzione dalle concrete emergenze del Paese.

E’ un libro che va letto, perché in Italia tanto si parla di Sinistra nei libri, poco di destra, e andrebbe letto al di là delle proprie e personali idee.
Il linguaggio è semplice ma indica il manifesto di quello che dovrebbe essere la destra italiana.
“E allora, è ancora un dovere dire Viva l’Italia!. Perché senza un approccio sano lasciamo il patriottismo in pasto a loschi individui, a pifferai magici, a pericolosi demagoghi che lo trasformano in una malattia del vivere civile. Il patriottismo non può esimersi dall’essere sinonimo di includere, mescolare, evolversi, accogliere”.