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10/10/2019 06:00:00

Inside Licata/4. La maxi evasione, ecco tutte le imposte non pagate

 Inside Licata. Un’inchiesta a puntate di Tp24 sul re delle sale ricevimenti a Marsala, Michele Licata, il sistema andato avanti per anni che ha portato a milioni di euro di tasse evase, alle truffe sui contributi pubblici, soldi nascosti, fornitori compiacenti, in quello che è diventato un caso studiato in tutta Italia. Questa inchiesta entra nel cuore del sistema Licata. Nel suo Monopoly.

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Tre, quattro, e se piccoline, cinque. Sono le scuole che si potrebbero costruire con i soldi delle tasse evase negli anni da Michele Licata, il re degli hotel in provincia di Trapani. Licata è stato un evasore abituale, si legge nelle centinaia di pagine dei processi a suo carico.
Il suo modus operandi si basava sull’emissione di fatture false che servivano da un lato ad ottenere contributi pubblici, dall’altro a ottenere crediti di imposta in realtà non dovuti.


Licata, poi, di quelle fatture, emesse da compiacenti imprenditori e ragionieri “infedeli”, ne otteneva ingenti benefici.
Licata evadeva le imposte sulle sue dichiarazioni dei redditi, e quelle delle sue società. Operazioni collegate a quelle dell’appropriazione indebita.
Il sistema è semplice. Licata si faceva emettere, ad esempio, una fattura da 10.000 euro da un’azienda per una prestazione, un lavoro, mai eseguito. Pagava l’imprenditore che però gli restituiva i soldi sottraendo, su indicazione di Licata stesso, una percentuale, come compenso per il favore, supponiamo il 10%: 1000 euro.


Questa operazione aveva alcuni benefici. Intanto i nove mila euro tornavano contanti, e li smistava Licata tra i suoi conti personali o quelli delle sue società. Qual era il guadagno poi? Che quelle fatture, che rappresentavano costi in realtà inesistenti, servivano ad ottenere non solo contributi pubblici ma anche ad abbattere i ricavi su cui poi andava calcolata  l'imposta e ottenere, inoltre, illecite compensazioni Iva. Ma è stato scoperto che Licata non dichiarava quelle entrate fittizie, appunto le appropriazioni indebite, ottenendo vantaggi Irpef, Iva e Ires, e smistando i soldi tra i componenti della sua famiglia.
Ebbene, ecco tutte le imposte evase nel corso degli anni.


L’Irpef. E’ l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Licata non dichiarava nel modello Unico elementi attivi per svariati milioni di euro. Si chiama “dichiarazione dei redditi infedele”. Tra il 2010 e il 2015 ha omesso guadagni per 9,5 milioni di euro, evadendo l’Irpef per 4 milioni 71 mila euro.

Le società. Scrivono i giudici che Licata “sia ricorso in modo prolungato e sistematico a fatture per operazioni inesistenti per conseguire indebiti risparmi fiscali”. Aggiungono che “per comprendere la gravità e persistenza dei comportamenti tenuti da Liata è sufficiente considerare che le fatture di cui si è accertata la falsità, riferibili agli anni 2006-2012” sono state 1072, per importi complessivi di 20 milioni 600 mila euro.
Sono impressionanti le risorse accumulate utilizzando per finalità di evasione le fatture per operazioni inesistenti. Soltanto di IVA Licata ha evaso  4 milioni 69 mila euro con le sue società. In particolare, dal 2006 al 2013, ecco quanto hanno evaso le società di Licata:

- Roof Garden Srl: Imponibile 6.018.846,81 euro, Iva evasa 1.207.089,72 euro.
- Rubi Srl: Imponibile 2.544.323,19, Iva evasa 512.259 euro.
- Delfino Srl: Imponibile 9.936.510,40 euro, Iva evasa 1.988.984,29 euro
- Delfino Ricevimenti Srl: dal 2012 al 2013, imponibile 1.719.311,19 euro, Iva evasa 361.081,92.

Poi ci sono le risorse illecitamente conseguite con l’Ires, l’Imposta sul reddito delle società. Dal 2006 al 2013 l’imposta evasa dalle società del gruppo Licata ammonta a 720.278,89 euro.
Non finisce qui. Perchè Licata utilizzava quelle fatture false anche per simulare l’esistenza di crediti Iva (corrisposto al “fornitore) da porre in compensazione tramite i modelli F24. Crediti in realtà inesistenti. Ebbene, dal 2006, al 2013, le società di Licata hanno evaso per indebita compensazione di crediti Iva inesistenti 2.847.239,66 euro.

 

Quindi, facciamo un po’ i conti. Michele Licata, per conto suo e per le sue società, ha evaso negli anni quasi 9 milioni di euro.
4 milioni 69 mila euro di Iva, più 720 mila euro di Ires sono 4 milioni 789 mila euro di imposte evase dalle sue società. Il conteggio, segnano i giudici, non comprende l’imposta evasa tramite compensazione in quanto “i relativi importi sono stati già considerati nell’indicazione dei valori delle fatture emesse per operazioni inesistenti, poi riportati nella dichiarazione fiscale, e ciò a prescindere che l’evasione si sia in concreto realizzata in sede di dichiarazione annuale o attraverso successiva compensazione dei crediti Iva”. Dettagli tecnici, che rendono il quadro più chiaro nella sua complessità. Per conto suo, invece, Licata ha evaso poco più di 4 milioni di euro.

Cifre da capogiro, alle quali si arriva con un sistema collaudato e strutturato. Un sistema che stiamo raccontando giorno dopo giorno. E di cui c’è ancora molto da raccontare.
 

 

PUNTATE
1 - Così sono cominciati i guai per il re degli hotel di Marsala
2 - Il “modus operandi”, le aziende compiacenti, le fatture false
3 - Soldi pubblici con fatture false. I progetti al Baglio Basile e Delfino