Ci sono i lavori di carotaggio del manto stradale e la sostituzione dell'asfalto di alcune strade statali e provinciali tra cui quelle ammodernate in occasione del Giro d'Italia sotto la lente di ingrandimento della finanza. E poi gli importi dei lavori «gonfiati» per farci uscire le mazzette da divedere tra i funzionari Anas. In sede di interrogatorio è l'ingegnere di Anas Antonino Urso (da sabato sospeso per un anno dai pubblici uffici) a parlare di una mazzetta da 60 mila euro proprio per l'asfalto del Giro d'Italia. Gli appalti in questione sono quelli delle strade provinciali 24 e 57 a Nord di Ragalna.
«I soldi sono tanti», chiede il pm all'ingenere Urso durante l'interrogatorio. «L'anno scorso, sempre quando c'è stato il giro d'Italia...», ammette il dirigente Anas, mentre il maggiore della Guardia di Finanza gli ricorda che «è stata asfaltata la strada da Ragalna fino a su…». Urso precisa come «“…quello lo ha fatto Contino, il periodo era lo stesso…» riferendosi al funzionario e collega Riccardo Carmelo Contino. E l'ufficiale della finanza sottolinea come «Quindi queste sono le mazzette del Giro d'Italia…». È il Gip Giancarlo Cascino a tracciare i contorni dei reati contestati agli indagati sottolineando come «la condotta del pubblico ufficiale può materializzarsi in una messa a disposizione o più in generale in un asservimento del manus pubblico all'agevolazione dell'extraneus al cui vantaggio è piegato l'interesse della pubblica amministrazione». Ed è proprio l'ingegnere Urso a parlare di un «sistema» a fronte di un «accordo sistematicamente ricorrente» degli imprenditori con alcuni capi centro di Anas e direttori dei lavori con la compiacenza dei geometri contabilizzanti e dei Rup che consentivano alle ditte di fare i lavori appaltati in misura inferiore a quanto dovuto. Erano tanto gli imprenditori «corruttori» quanto i funzionari Anas «infedeli» a spartirsi le somme equivalenti e derivanti dai minori costi.
È a fine settembre che gli investigatori della finanza scoprono un giro di mazzette all'Anas di Catania. Da un lato ci sono le imprese affidatarie corruttrici che eseguivano le opere assegnate loro senza rispettare i capitolati tecnici, proponendo dei ribassi d'asta notevoli ed eseguendo lavori di qualità inferiore traevano un profitto, che poteva arrivare al 20% del valore dei lavori appaltati. Dall'altro c'era la ‘condivisione' delle tangenti con tre funzionari che avrebbero dovuto, invece, vigilare sulla corretta esecuzione dei lavori di manutenzione programmata di strade e raccordi della Sicilia Orientale. Ai raggi X gli investigatori hanno passato - fino a questo momento - gli appalti che riguardano i lavori di Anas nel tratto dell'autostrada Catania-Siracusa all'altezza di Villasmundo, lungo la strada statale 121 Catanese, la statale 575 di Troina, la 192 Valle del Dittaino, la 284 Occidentale Etnea, la 288 di Aidone, la 385 di Palagonia, la 117 bis Centrale Sicula e la 417 di Caltagirone.