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14/03/2020 10:05:00

Dalle zone rosse, diario dal disastro. Soluzioni letali

 di Domenico Cacopardo

14 marzo 2020

Questa notte, saranno state le 3, sono stato svegliato da una luce intensa che filtrava dalle persiane. Mi sono alzato, ho scostato la tenda e ho visto alcune creature minuscole, lillipuziane che trafficavano intorno a un disco volante: andavano e venivano recando dei piccoli strumenti con i quali irroravano la strada di una polvere chiara.

“Monatti alieni!” ho pensato, mentre il sangue mi si gelava nelle vene. “Debbo assolutamente fotografarli” e mi sono mosso per raggiungere il cellulare in carica nella stanza vicina. Nel farlo tuttavia, sono quasi caduto dal letto e mi sono svegliato.

È il primo sogno da incubo da quando la situazione è precipitata e io, come tanti altri, sono chiuso in casa, salvo l’uscita, brevissima, per comprare i giornali e passare, se del caso, in farmacia.

Certo, tante idee, tante domande passano per la testa di tutti. Una, per esempio, mi perseguita da ieri: perché in Russia e nei paesi della Csi (la Confederazione che ha preso il posto dell’Urss) non c’è un caso e le mappe della pandemia escludono ogni coinvolgimento? Sembra che i media non se ne siano resi conto: comunque non danno alcuna spiegazione.

L’altra, anch’essa senza risposta, riguarda la Lombardia e le ragioni per cui è la più colpita delle regioni italiane. La Lombardia, con il migliore apparato sanitario, meta elettiva di tanti italiani dal centro e dal Sud bisognosi di terapie importanti e specializzate.

Voglio, vogliamo sapere il perché.

Ora però, sfogliati i giornali, la notizia più impressionante viene dal Regno Unito. Qui il premier Boris Johnson ha adottato la politica dell’«immunizzazione di gregge», una sorta di «laissez faire» sanitario, un liberismo medico che ripropone, alla luce delle dichiarazioni di Patrick Vallance, suo consigliere scientifico, un atteggiamento che, con la caduta del nazismo, ritenevamo archiviato.

Sostiene Vallance che se «cerchi di sopprimerlo (il virus ndr) con misure molto dure e poi allenti la presa, il virus reagisce, magari in un momento sbagliato. Il nostro obiettivo è creare una sorta di immunità di gregge contro la trasmissione del virus a lungo termine, proteggendo i più vulnerabili». Ma la strategia estrema del governo Johnson potrebbe provocare la morte di centinaia di migliaia di persone. I britannici sono 67 milioni, il 60% circa fa 40 milioni. Con un tasso di mortalità (al ribasso) dell’1%, questa “scommessa” potrebbe avere un “costo” iniziale di 400mila morti. La sanità rischia di collassare. Inoltre, il Covid-19 può essere mutevole e non c’è ancora la certezza assoluta che si ottenga l’immunità da guariti.

Sembra un film da dottor Stranamore, nella quale il cinismo si sposa con la politica della lesina tipica dei tories a prescindere dalle conseguenze.
Per converso, voglio ricordare che il prof. Marc Lipsitch dell’Università di Harvard riprende e sostiene la strategia italiana del distanziamento sociale, considerandola l’unica misura preventiva che può rallentare l’attacco del virus.

In sostanza, siamo all’inizio di un lungo percorso: il punto d’arrivo arriverà lentamente e in proporzione al rispetto delle norme.

Iniziano a correre per la città, sul filo del telefono e sull’onda radio dei cellulari, le prime notizie riguardanti conoscenti colpiti o sospettati di esserlo stati.

Scriveva Alessandro Manzoni nei Promessi sposi: «Il terrore della contumacia e del lazzeretto aguzzava tutti gl’ingegni: non si denunziavan gli ammalati, si corrompevano i becchini e i loro soprintendenti; da sub alterni del tribunale stesso, deputati da esso a visitare i cadaveri, s’ebbero, con danari, falsi attestati.»

Qui, nel 2020, può accadere che se in una casa si verifica un caso che può essere Corona virus o semplicemente un’influenza non si ricorre al medico né si chiama il 112. Lo si nasconde ai condomini e agli amici, come se si trattasse di una vergogna da celare. L’ospedale, anche quello di Parma, noto per l’umanità del suo personale, fa paura e quindi si preferisce rischiare il contagio per tutta una famiglia, una cerchia, un condominio, piuttosto che ammettere che sì Giovanni è malato e deve sottoporsi al test.

«Tanto, se non sei grave, ti rimandano a casa.»

Senza pensare a tutte le misure che occorre mettere in campo in un caso come questo: l’isolamento e la quarantena per tutti coloro che sono venuti in contatto con l’ammalato, e che, perciò, sono potenzialmente tutti untori, creatori di un’ennesima ondata, per l’altrui incoscienza, irresponsabilità, coraggio.

www.cacopardo.it