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04/04/2020 17:54:00

Coronavirus, le operatrici socio sanitarie a Conte. "Così non va"

Non accettiamo più queste condizioni. Inizia così lo sfogo di alcune operatrici socio sanitarie.

Ecco il testo della loro lettera.

"Adesso è il momento di dire le verità. Abbiamo fatto delle analisi territoriali e ci siamo imbarcate nell’affrontare le veremdifficoltà che tutti lamentano. Iniziamo a dire che l’ O.S.S svolge le sue mansioni sia nel pubblico che nel privato con molte differenze che hanno portato la figura ad essere usata sotto tutti i punti di vista. Se non si sistema la nostra situazione e non si dà agli O.S.S il riconoscimento che abbiamo sempre chiesto e mai ottenuto, resteremo sempre quella categoria che viene tirata fuori in casi di necessità ed emergenza come adesso in un momento dove il COVID-19 ci mette a dura prova. Basta, adesso è giusto per la categoria mettere in chiaro che non va più bene nulla per noi. Nel privato lavoriamo velocemente con il fiato sospeso e con l’orologio puntato perché altrimenti ti rimproverano e ti licenziano. Cerchiamo di essere sempre con il sorriso e di porgerci con amore verso gli ospiti e non possiamo più nascondere che nella maggior parte del lavoro privato i contratti non vengono fatti come O.S.S ma come OSA, almeno qua al Sud. Molti vanno via perché non si sentono giustamente trattati come operatori e avvolti in un vortice che soffoca la professione. Tutto ciò non si può più accettare. Gli stipendi vengono erogati ogni 5 mesi. Forse perché noi siamo quelli che amiamo il nostro lavoro e quindi siamo sempre presenti per i nostri pazienti? Non possiamo tacere. Adesso basta. Adesso, tutto si è fermato per noi nel privato e ci sentiamo come un interruttore che si pigia solo se c’è buio e la lampadina si accende. No, noi non siamo così, brilliamo di luce propria perché siamo umani, siamo angeli, illuminiamo i volti, spargiamo amore e alleviamo le sofferenze perché ci facciamo carico di tutto, siamo i careghiver, siamo anime buone che diamo colore alla vita degli altri, e non possiamo tacere.

Tutto sta venendo fuori con la pandemia COVID-19 e rivolgiamo il pensiero ai nostri colleghi contagiati, in quarantena ma ancor di più a tutti quelli che abbiamo perso nella battaglia e che non potranno essere al nostro fianco per dire basta. Basta per loro, basta per i nostri pazienti, basta per i colleghi che non possono essere presenti allo sfogo perché in trincea, basta a tutto. Chiediamo adesso un riconoscimento e che questa figura possa adesso avere una dignità. Sosteniamo e siamo pronti a dimostrarlo che se non si inizia a sistemare il privato il pubblico sarà uguale. Non capiamo cosa costa al Governo Centrale riconoscere la figura, del resto siamo migliaia e mai nominati. Non vogliamo il misero aumento che ci schiaffeggia davanti il rischio perché non siamo riconosciuti e non possiamo accettare che ci venga rivolto un semplice grazie economico.

Ci stiamo veramente stancando per le umiliazioni che riceviamo, per i comportamenti indifferenti verso la categoria e verso chi non ci sostiene. Qualcuno cerca di ottenere qualcosa ma siamo noi O.S.S. che ci mettiamo in prima fila senza paura. Finiamola di insabbiare le verità perché abbiamo accompagnato i pazienti alla morte e li abbiamo tenuti stretti regalando loro un sorriso e una carezza accantonando noi stessi e la
nostra incolumità ed ancora li abbiamo visti piangere di gioia quando increduli hanno lasciato i reparti. Loro ci sorridono con gli occhi quando possono e adesso più che mai siamo la figura che guardano prima di chiuderli. Chiediamo adesso tutti il giusto riconoscimento al governo centrale. Nulla sarà come prima. Le persone hanno scoperto la necessità e il valore dell’umanità nazionale, i diritti di cui sono stati privati e le
conseguenti morti. Non è possibile mettere sul piatto la vita degli O.S.S. a fronte dell’indifferenza verso il riconoscimento.

 

La Presidente AIPOSS

LAURA MANTIONE

LE O.S.S.

MARIA FIDONE - ANNA CONCETTA SORRENTINO - MARIA GABRIELLA NASO -ROSALIA GIARDINA



Professioni | 2024-02-28 22:00:00
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