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11/04/2020 16:22:00

Coronavirus, come gestire il neonato e il lattante nato da madre positiva

Uno degli aspetti di maggior rilevanza pratica e operativa riguarda la presa in carico e la gestione del neonato e del piccolo lattante (0-3 mesi) nato da madre positiva al COVID-19. In questo momento della pandemia globale dell'infezione da COVID-19 sempre più studi dimostrano l’assenza della trasmissione verticale madre-bambino durante la gravidanza. Il virus non è stato trovato in campioni di liquido amniotico. Tutti i campioni neonatali testati (sangue del cordone ombelicale e tampone naso-faringeo dei neonati), in alcuni casi anche la placenta, erano negativi. Solo in un unico studio sono state rilevate IgM nei campioni di siero di sangue neonatale in 2 bambini, che potrebbero essere state prodotte se il virus avesse attraversato la placenta, ma non è noto se le placente delle donne in questo studio fossero danneggiate e anormali. Il livello di rischio per i neonati di madri positive al COVID-19 durante la gravidanza al momento non è documentato.

La letteratura scientifica riporta un piccolo numero di problemi segnalati con la gravidanza o il parto (ad esempio parto pretermine) nei bambini nati da madri che sono risultate positive per COVID-19 durante la gravidanza, ma non è chiaro se questi effetti fossero legati all'infezione materna. È indicato che i bambini sani, che non richiedano cure neonatali, siano tenuti insieme alle loro madri nell’immediato periodo post partum. Qualora la madre sia sintomatica e con un quadro clinico compromesso, madre e bambino devono essere transitoriamente separati. La decisione se separare o meno madre e bambino va comunque presa in modo specifico per ogni singola situazione. La madre positiva, può allattare al seno il suo bambino, considerando i benefici dell'allattamento al seno e il ruolo insignificante del latte materno nella trasmissione di altri virus respiratori. Il virus non è stato trovato in campioni di latte materno, tuttavia non si sa se le madri con COVID-19 possono trasmettere il virus tramite latte materno.

La madre deve, però, prendere tutte le precauzioni possibili per evitare di diffondere il virus al suo bambino mentre lo allatta: deve indossare una mascherina quando è vicino al suo bambino; eseguire l'igiene delle mani prima e dopo aver avuto uno stretto contatto con il bambino; seguire le altre misure igieniche generali raccomandate. Se c’è necessità di spremere il latte materno con un tiralatte manuale o elettrico, la madre deve lavarsi le mani prima di toccare qualsiasi strumento o parte della bottiglia e seguire le raccomandazioni per una corretta pulizia del tiralatte dopo ogni utilizzo. Se possibile, fare in modo che il latte spremuto venga somministrato al bambino da qualcuno che è in buona salute. Per quanto riguarda i farmaci che la madre deve assumere, la compatibilità dell’allattamento con i farmaci somministrati alla madre va valutata caso per caso. Gli studi sui farmaci antivirali utilizzati in allattamento sono scarsi e di piccole dimensioni, dal momento che, nei paesi a più elevato reddito, l'infezione da HIV controindica l'allattamento. In particolare: se la madre assume il farmaco lopinar/ritonavir, già in commercio e finora utilizzato per il trattamento dell’HIV, non è noto se sia escreto nel latte materno; se assume clorochina o idrossiclorochina, usato per il trattamento della malaria e dell’artrite reumatoide, anche se escreto nel latte materno, la quantità di principio attivo è insufficiente per raggiungere un effetto dannoso per il neonato/lattante; le conoscenze sugli effetti dell'uso di tocilizumab in allattamento sono scarse. Tracce di farmaco sono state rilevate nel latte materno in alcuni studi ma non si registrano effetti avversi nei lattanti di madri che assumevano il farmaco durante l'allattamento.

Alla dimissione dall’ospedale tutti i bambini/e nati da madri positive devono essere presi in carico tempestivamente da parte del pediatra di famiglia che assicura un follow up e una sorveglianza telefonica delle condizioni del bambino, della situazione di accudimento familiare e dell’allattamento; richiede ove possibile l’invio telematico della cartella clinica del neonato da parte del punto nascita; rinforza le raccomandazioni ai genitori sulle precauzioni possibili per evitare il contagio del bambino (lavarsi le mani prima di toccare o allattare il bambino, indossare la mascherina durante la poppata al seno o con latte adattato, evitare di baciarlo, proteggerlo dalla tosse, evitare le visite di parenti o amici, lavarsi le mani prima e dopo la poppata). Tutti accorgimenti che devono essere adottati per quello che Oms consiglia come linee guida a tutte le madri e bambini: ossia essere messi in grado di rimanere insieme e garantire il contatto pelle-a-pelle.

Nei casi in cui la separazione madre-bambino risulti necessaria, è raccomandata la spremitura del latte. Tutte le altre raccomandazioni precedentemente esposte, compatibili con questa condizione, rimangono valide. Nei casi in cui il neonato deve essere separato dai propri genitori, il pediatra si attiva per assicurare un supporto psicologico di sostegno ai genitori da parte degli idonei Servizi delle Aziende Sanitari.
In caso di visita ambulatoriale dal pediatra, il neonato deve essere accompagnato nello studio da una sola persona che sia in condizioni di buona salute e con l’adozione delle misure igieniche adeguate (mascherina chirurgica, pulizia delle mani con gel idroalcolico). Il tempo in ambulatorio del bambino e della persona che lo accompagna deve essere ridotto al minimo necessario. Il pediatra deve utilizzare misure igieniche adeguate e dispositivi di protezione individuale; usare la mascherina, chirurgica o se possibile FFP2 o FFP3; utilizzare una visiera o occhiali protettivi; indossare i guanti, possibilmente una cuffia e un camice monouso; mantenere per quanto possibile la distanza di almeno 1 metro dall’accompagnatore del bambino; evitare di toccarsi occhi, naso e bocca; rimuovere con procedura di sicurezza e smaltire in un contenitore chiuso i dispositivi di protezione utilizzati; disinfettare le superfici, arieggiare lo studio e inoltre disinfettare gli strumenti utilizzati durante la visita (fonendoscopio ecc.).

Se c’è un componente della famiglia diverso dalla madre in quarantena o in attesa dell’esito di un tampone nasofaringeo, oltre ad adottare tutte le norme igieniche generali raccomandate, il neonato/lattante deve essere tenuto lontano dai quei familiari in quarantena fino al termine del periodo previsto o fino all’esito negativo del tampone nasofaringeo. Il componente della famiglia in quarantena deve occupare una stanza diversa con possibilmente un bagno dedicato come indicato dalle disposizioni generali del Ministero della Salute e delle Regioni sulle precauzioni da adottare, in particolare il Documento dell’Istituto Superiore di Sanità.

Per tutte le condizioni che non richiedono una valutazione fisica obiettiva il pediatra utilizza la consulenza telefonica o attraverso altri mezzi di comunicazione a distanza (whatsapp, e-mail, videochiamata). In particolare, il Pediatra di famiglia assicura attraverso questi strumenti la disponibilità al colloquio con i genitori per tutte le consulenze di supporto alla genitorialità, all’allattamento, alla crescita, all’interpretazione dei fenomeni fisiologici, dubbi e preoccupazioni dei genitori, promozione delle vaccinazioni, e il controllo della crescita quando possibile (anche con la disponibilità di bilancia a domicilio). Il pediatra può monitorare lo sviluppo neuromotorio del neonato tramite consultazione telefonica ponendo domande semplici al genitore, come per esempio, se solleva il capo quando è sdraiato a pancia in giù (prono); se guarda e segue il viso/gli occhi della madre quando è allattato; se quando piange si consola tra le braccia della madre. Attraverso una videochiamata o tramite l'invio di una videoregistrazione effettuata dai genitori il pediatra può osservare la postura e i movimenti del neonato/lattante (la registrazione va effettuata durante il sonno attivo, il pianto e la veglia attiva).

Per quanto riguarda le vaccinazioni, il recente documento WHO per la Regione Europea raccomanda di non ritardare le usuali scadenze del ciclo vaccinale primario pur in presenza dell’epidemia attivando le già note precauzioni ambientali.

Dott. Angelo Tummarello
Pediatra di famiglia
Consigliere provinciale Federazione Italiana Medici Pediatri
Ricercatore e divulgatore scientifico
Marsala
Cell. 360409851
Email: dott.a_tummarello@libero.it