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28/04/2020 09:30:00

L'Italia e la fase 2. Il caso dei "congiunti" 

Nell’articolo 1 del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che entrerà in vigore il 4 maggio è scritto che si potrà andare a fare visita ai «congiunti», indossando la mascherina e mantenendo la distanza di almeno un metro.

Si è creato un gran caos intorno al termine «congiunti», tanto che Palazzo Chigi ieri ha chiarito che per «congiunti» s’intendono «parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili».

Mario Ajello sul Messaggero precisa che dagli “affetti stabili” gli amanti sono esclusi. E però: «Basta che il fedifrago o la fedifraga, nel caso la polizia li fermi per la strada, dica che va a trovare la suocera».

«Cosi il ridicolo rende tambureggiante l’autobiografia collettiva, in un pomeriggio trascorso a ritracciare i confini fino al sesto grado di parentela, a ricomprendere le eccezioni degli affetti stabili, con o senza implicazioni erotiche, di qualsiasi natura e costanza, sicché finirà che si potrà andare dove si vuole, in una entusiasmante dimostrazione della tesi secondo cui un popolo ha il governo che si merita, e il governo si merita il suo popolo» scrive Mattia Feltri sulla Stampa. 

«In realtà il termine “congiunti” non fa parte del vocabolario giuridico (tranne che nel Codice penale, articolo 307, che si riferisce al concetto civilistico di parenti e di affini). Il Codice civile conosce i “parenti” e gli “affini” mentre la legge 76/2016 ha introdotto la nozione di soggetti partecipi di una “unione civile” e la nozione di “conviventi di fatto”. La parola, quindi, è tanto magica per spezzare l’isolamento quanto “equivoca” per il diritto» scrive Il Sole.


«Non si possono raggiungere le seconde case, tranne, mi sembra di aver capito, ci sia qualche presidente di Regione che lo sta ipotizzando» (la ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli a La vita in diretta su Raiuno).