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31/05/2020 06:00:00

Coronavirus, giù contagi e terapie intensive. Cosa si può fare dal 3 giugno

A 3 dalla riapertura dei confini tra regioni e alla fine delle restrizioni alla mobilità in Italia e il 'fronte del no' continua a far sentire la sua voce, forte anche di dati  che arrivano dalla Lombardia che rimane la Regione di gran lunga più colpita dalla pandemia con il 53% dei nuovi contagiati e il 60% delle vittime, in una giornata in cui ben 11 regioni invece non segnalano deceduti.

Il governo prosegue con il ministro Francesco Boccia il dialogo con i presidenti e non si prevedono cambi di linea, ma il governatore della Campania Vincenzo De Luca attacca: "Non si comprende il perchè di un'apertura generalizzata". Con lui sono schierate in particolare alcune Regioni del centro-sud e le isole Sicilia e Sardegna, destinatarie di ingenti flussi di turismo estivo. De Luca va anche oltre. "Si ha la sensazione che per l'ennesima volta si prendono decisioni non sulla base di criteri semplici e oggettivi - afferma - ma sulla base di spinte e pressioni di varia natura". "Se la mia regione avesse ancora un livello di contagio elevato - dice De Luca - non esiterei a chiedere, per un dovere di responsabilità nazionale, una limitazione della mobilità per i miei concittadini". Livello di contagio che in Lombardia sta scendendo - oggi in calo i nuovi positivi -, ma non così velocemente.

Ancora nelle ultime 24 ore si registrano 221 contagiati su 416 in totale in Italia e 67 vittime su 111. Una realtà sempre più lontana da gran parte del resto del Paese, con sei regioni a zero nuovi contagi nell'ultima rilevazione: Abruzzo, Umbria, Sardegna, Molise, Calabria e Basilicata. E lunedì in Lombardia saranno riaperte piscine e palestre, col rischio di nuovi contagi. Delle altre regioni del nord solo il Veneto con 10 vittime fa registrare oggi un dato sulle vittime a due cifre.

In dettaglio i dati diffusi dalla Protezione Civile - gli attualmente positivi sono 21.809 in Lombardia (-874), 5.290 in Piemonte (-368), 3.279 in Emilia-Romagna (-285), 1.612 in Veneto (-237), 1.166 in Toscana (-89), 781 in Liguria (-213), 3.055 nel Lazio (-108), 1.347 nelle Marche (-5), 981 in Campania (-5), 1.222 in Puglia (-61), 366 nella Provincia autonoma di Trento (-44), 999 in Sicilia (-138), 305 in Friuli Venezia Giulia (-18), 770 in Abruzzo (invariato, non comunicati dati odierni), 137 nella Provincia autonoma di Bolzano (-17), 31 in Umbria (+0), 186 in Sardegna (-4), 17 in Valle d'Aosta (-2), 151 in Calabria (-8), 156 in Molise (-6), 31 in Basilicata (-2). Quanto alle vittime, sono in Lombardia 16.079 (+67), Piemonte 3.858 (+7), Emilia-Romagna 4.107 (+5), Veneto 1.916 (+10), Toscana 1.037 (+6), Liguria 1.459 (+7), Lazio 728 (+7), Marche 987 (+1), Campania 411 (+0), Puglia 500 (+0), Provincia autonoma di Trento 462 (+0), Sicilia 273 (+1), Friuli Venezia Giulia 333 (+0), Abruzzo 404 (+0), Provincia autonoma di Bolzano 291 (+0), Umbria 76 (+0), Sardegna 130 (+0), Valle d'Aosta 143 (+0), Calabria 97 (+0), Molise 22 (+0), Basilicata 27 (+0). I tamponi per il coronavirus sono finora 3.824.621, in aumento di 69.342 rispetto a ieri. I casi testati sono finora 2.404.673.

Calano i nuovi positivi ma aumentano i decessi in Lombardia: sono 221 i casi in più (con l'indice rapporto con i tamponi giornalieri che passa dal 2.5% al 1.6%) per un totale di 88.758 casi in regione. Ieri c'erano stati 352 nuovi positivi con circa lo stesso numero di tamponi, oltre 14mila. I nuovi decessi sono 68 per un totale di 16.079 morti in regione mentre ieri erano stati 38. Calano sia i ricoverati in terapia intensiva (-1, 172) così come quelli negli altri reparti (-245, 3.307) che ieri erano invece aumentati (+82). Sono i dati resi noti da Regione Lombardia.

3 GIUGNO FINE LOCKDOWN - L'Italia resta senza scuola, e con alcune limitazioni. Ma il 3 giugno sancirà la fine del lockdown. Da mercoledì sarà possibile spostarsi, senza limitazioni, tra le regioni e saranno possibili, senza quarantena, i viaggi da e per i Paesi Ue, Schengen e Regno Unito, a meno di specifiche condizioni di reciprocità stabilite dagli Stati. I viaggi da e per i Paesi extra Ue ed extra Schengen, eccetto quelli già possibili per lavoro, urgenza o motivi di salute, riprenderanno dal 16 giugno.

LE ATTIVITÀ CONSENTITE - È consentito l'accesso ai parchi, è consentita l'attività motoria nel rispetto di una distanza di sicurezza di almeno due metri. Sono possibili le manifestazioni in forma statica con distanziamento. Le messe, i funerali, le visite ai musei e ai luoghi di cultura, le attività degli stabilimenti balneari e delle strutture ricettive, le attività di bar, ristoranti, barbieri, parrucchieri continuano a essere possibili con limitazioni di distanziamento derivanti dai protocolli di sicurezza.

COSA RIMANE SOSPESO - Dal 15 giugno partono i centri estivi per i minori. Sempre dal 15 giugno ripartono, con limitazioni di capienza e di distanza, cinema, teatri, concerti, anche al chiuso. Restano sospese le frequenze scolastiche e universitarie. Resta il divieto di assembramento e l'obbligo di mantenere una distanza di almeno un metro. Salvo modifiche nei prossimi giorni, restano sospesi congressi, riunioni, meeting, eventi sociali, centri termali e centri sociali. Il calcio professionistico - secondo il ministro Spadafora - potrebbe ripartire dal 13 giugno.

LE RESTRIZIONI ANCORA IN VIGORE - I parenti non possono rimanere nelle sale di attesa dei pronto soccorso. Le visite nelle Rsa sono regolate dalla dirigenza sanitaria della struttura. Restano sospese le crociere per le navi battenti bandiera italiana. Resta ovviamente l'obbligo di rimanere presso il proprio domicilio per chi è in quarantena e per chi ha un'infezione respiratoria con febbre superiore ai 37,5 gradi.

GILET ARANCIONI IN PIAZZA - Estrema destra e covid-scetticismo, rabbia sociale e aspirazioni autarchiche, crisi economica e il ritorno dei 'gilet arancioni'. Da Milano a Bologna, da Torino a Roma è scesa oggi in piazza l'ala più dura degli antigovernativi. Il grido è "libertà", persino dall'obbligo della mascherina, perché "il virus è un trucco" usato per imporre un nuovo ordine sociale. Dunque, via i primi veri, grandi assembramenti a volto scoperto nel Paese dallo scoppio della pandemia. E subito sono fioccate le identificazioni e arriveranno le denunce per avere violato il divieto di assembramento e per manifestazione non autorizzata. Erano in centinaia accalcati in piazza Duomo i 'gilet' guidati dall'ex generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo, già vicino al movimento dei 'Forconi' e anche lui denunciato per la violazione del decreto contro la diffusione del Covid-19. Antigovernative e antieuropeiste le parole d'ordine: no all'esecutivo Conte, sì a un "governo votato dal popolo" e perfino a un "ritorno alla lira italica".

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala s'è rivolto al prefetto: vanno denunciati perché una manifestazione come quella "è un atto di irresponsabilità in una città che sta faticosamente cercando di uscire dalla situazione in cui si trova". Condanna anche dal capogruppo M5s lombardo Marco Fumagalli: "Se da domani aumenteranno i contagi chi sarà il responsabile?". Il senatore di LeU Francesco Laforgia si rivolgerà direttamente alla ministra Lamorgese, perché "la piazza a Pappalardo non andava concessa". Stesso clima a Torino: manifestazione senza intoppi, ma anche qui volti scoperti. A Bologna per garantire il distanziamento è dovuta intervenire la polizia. A Firenze invece 250 i 'gilet' in piazza, ma quasi tutti con le mascherine.

70 DENUNCIATI A ROMA - A Roma invece, dove è andata in scena la protesta più turbolenta, il bilancio di denunciati e identificati è a quota 70 e sono anche al vaglio le sanzioni legate al Covid: al netto delle mascherine mancanti, in strada si sentivano accenti da tutte le Regioni, in spregio al divieto di mobilità. Nella Capitale la manifestazione s'è tinta di nero: circa 200 persone in Piazza Venezia - in testa il gruppo 'Marcia su Roma', ma anche esponenti di Casapound - hanno tentato di raggiungere Montecitorio ma sono stati bloccati dagli scudi della polizia in assetto antisommossa, non senza qualche attimo di tensione. Poi nel tentativo di aggirare il cordone di scudi sono arrivati, sfilacciandosi di corsa in un improvvisato corteo, fin quasi al Vaticano per poi essere imbottigliati, identificati e dispersi.



Native | 2024-04-30 09:39:00
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