Le mafie si adeguano e sfruttano la pandemia. Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra, come riportato dalle ultime relazioni semestrali della DIA al parlamento, immettono grandi risorse finanziarie illecite nel tessuto economico legale e continuano a farlo, cercando di trarne grandi vantaggi, anche in piena emergenza Covid-19.
Oggi la caratteristica delle mafie è quella di adeguarsi ai cambiamenti sociali ed economici il prima possibile per cercare immediati benefici. Non poteva non essere così anche con lo scoppio della pandemia. Con l’emergenza che ha determinato un blocco quasi totale delle attività produttive del paese e un’ulteriore crescita della povertà nelle regioni del sud, ma anche nelle aree meno sviluppate dei grandi centri metropolitani, le organizzazioni criminali hanno approfittato della perdita del lavoro, spesso in nero, ponendosi come alternativa allo Stato, proponendosi come unica via di sostentamento.
E come agiscono in questo caso: cercando di accattivarsi e acquistare maggior consenso sociale, cercando di “aiutare”, dando assistenza economica, magari senza tassi usurai, a quelle imprese che costituiscono l’ossatura economica delle città, garantendosi così la possibilità di assorbire quelle attività più deboli ed utilizzarle con lo scopo di immettere nel mercato i capitali illeciti. Vediamo come le principali organizzazioni criminali italiane si stanno adattando al periodo di emergenza dovuto alla epidemia da Coronavirus:
Le attività della ‘ndrangheta con il Coronavirus - La criminalità organizzata calabrese, potrebbe offrire sostegno alle famiglie in difficoltà per poi riscattare a tempo debito gli aiuti elargiti inizialmente come benefattori. A chi ha perso il lavoro viene “offerta” la possibilità di custodire di una partita di armi o di droga, di fare i trasportatori o spacciatori.
Sugli imprenditori in difficoltà, bisognosi di liquidità per mantenere vive le aziende, incombe, invece, il pericolo dell’usura, dapprima – anche a tassi ridotti – finalizzata a garantire una qualche forma di sopravvivenza e, successivamente, sotto forma di pressione estorsiva, finalizzata all’espropriazione dell’attività.
I settori sui quali la ‘ndrangheta punta maggiormente in questo periodo di emergenza sono il commercio al minuto, gli alberghi, ristoranti, pizzerie, attività estrattive, fabbricazione di profilati metallici, rivenditori di autoveicoli, industrie manifatturiere, edilizia e attività immobiliari, attività legate alla prodizione del cemento, attività di noleggio, agenzie di viaggio, ed ancora lotterie, le centri scommesse e case da gioco, settori in cui la ‘ndrangheta ha già dimostrato di avere una forte influenza e che potrebbe maggiormente consolidare.
Cosa nostra – L’aumento del disagio sociale ed economico in Sicilia è il terreno fertile sul quale Cosa nostra vuole confermare il suo radicamento sociale. La sua strategia ha un duplice livello di esecuzione, uno è quello dell’elargizione di “aiuti” alle famiglie più indigenti, al prestito di denaro, non necessariamente elargito a tassi usurari, nella prospettiva di maturare “crediti” da riscuotere in occasione delle future tornate elettorali. Il secondo livello rientra nel controllo di attività produttive, come la distribuzione alimentare, quella turistico-alberghiera, l’industria manifatturiera e quella dei rifiuti. Ed ancora gli investimenti realizzati nel settore dei giochi e delle scommesse ed in quello immobiliare, con il controllo delle aste giudiziarie, e negli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e in tutti i settori che ricevono finanziamenti pubblici statali e comunitari, come l’agricoltura e la promozione dello sviluppo rurale.
Assieme a questi settori che già costituiscono una buona fetta dell’economia siciliana, si aggiunge quello della sanità, con l’infiltrazione e la possibilità di incidere sugli apparati della Pubblica Amministrazione che dovranno gestire i finanziamenti e gli appalti pubblici, da affidare nelle fasi di ripartenza dopo la chiusura dovuta all’emergenza da Covid.. L’emergenza sanitaria in sé costituisce una situazione eccezionale per Cosa Nostra per poter ottenere appalti legati sia alla distribuzione di presidi medicali o allo smaltimento dei rifiuti speciali ospedalieri.
Affari in grado di distribuire posti di lavoro ad affiliati o di subappaltare ad aziende controllate o di riferimento, aumentando il consenso sociale.
Camorra – Le famiglie camorristiche come quelle delle altre mafie, puntano, ad infiltrarsi nell’economia legale attraverso la partecipazione in imprese sane, o con ditte di riferimento, facenti capo a prestanome. Tra i settori più importanti quello dei lavori edìli, i servizi cimiteriali e di onoranze funebri, di pulizia e sanificazione, particolarmente esposti proprio in questo periodo di emergenza sanitaria. Il settore dei rifiuti, poi, è quello sul quale c’è maggior interesse, compresi quelli speciali, tra i quali rientrano quelli ospedalieri. Altro ambito tipico dei clan campani è la gestione del mercato della contraffazione, con i prodotti parafarmaceutici e medicali, dei corredi sanitari di protezione, che per ora hanno una fortissima richiesta. Gruppi camorristici, stanziatisi nelle regioni del Nord-est, potrebbero essere interessati al commercio di mascherine e gel disinfettante, da rivendere anche all’estero.
Sacra Corona Unita - Sul fronte della criminalità organizzata pugliese, è prevedibile che in Puglia le consorterie accantoneranno le tradizionali attività di “controllo” del territorio, puntando piuttosto a consolidare il proprio consenso sociale.
Si può ipotizzare un allentamento di estorsioni ed usura, ma dall’altro c’è sempre l’attenzione verso le imprese in difficoltà finanziaria, presso le quali hanno la possibilità d’intervenire con “provvidenziali” immissioni di liquidità.
La “mafia degli affari”, foggiana, garganica e cerignolana, e i clan più autorevoli del barese e nella sacra corona unita del Salento, mirano al raggiungimento di obiettivi economico-criminali a medio-lungo termine, puntando a consolidare le proprie posizioni nei settori nevralgici dell’economia regionale. In settore agro-alimentare e quello della mitilicoltura risultano fortemente vulnerabili, sia per il riciclaggio, sia per le truffe e le frodi sulla sofisticazione alimentare, o per i finanziamenti pubblici, specie nel Parco Nazionale del Gargano, dove, prima dell’emergenza coronavirus, sono stati registrati eventi indicativi di un “interesse” da parte dei gruppi criminali del luogo ad “investire” nel settore.