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06/11/2020 06:00:00

La Sicilia e il coronavirus, le colpe e le omissioni di Razza e Musumeci

 E’ guerra tra l’assessore alla Salute Ruggero Razza e il governo centrale, sia l’assessore che il presidente della Regione, Nello Musumeci, chiedono spiegazioni a Roma su questa decisione di rendere la Sicilia arancione, con tutte le limitazioni del caso.

Da Roma la risposta è stata lapidaria a firma del Ministro Roberto Speranza, ci sono i parametri, 21 per la precisione, su cui ci si è basati e la Sicilia non ha nulla a posto.

Si comincia dall’indice RT, bocciatura anche per la tracciabilità dei contagi, posti letto occupati sia in Terapia intensiva che in degenza. Un sistema sanità-Sicilia che non reggerebbe all’onda d’urto della crescita della curva dei contagi, a differenza del sistema sanità campano.

Il gruppo del Pd all’ARS ha chiesto le dimissioni di Razza e annuncia la mozione di censura:“Le responsabilità sono del governo regionale, invece di riorganizzare il sistema sanitario hanno atteso la seconda ondata rimanendo con le mani in mano”.

I vertici del Pd nazionale e regionale hanno sottolineato che “La Sicilia si trova oggi in “zona arancione”, con contagi fuori controllo e con la conseguenza di dover chiudere diverse attività commerciali, non certo per una decisione arbitraria del governo nazionale - o a causa del solo numero di soggetti positivi al Covid19 - ma in conseguenza di 21 parametri che la stessa Regione Siciliana trasmette al governo nazionale e che mettono in evidenza errori e sottovalutazioni commessi dal governo Musumeci nelle misure necessarie al monitoraggio ed al contenimento del virus sul territorio. Al tempo stesso è sempre più evidente il deficit organizzativo nel sistema sanitario regionale: da mesi il Partito Democratico ha sollecitato il governo regionale, ed in particolare l’assessore alla Salute Ruggero Razza, affinché la rete ospedaliera e le strutture di supporto all’emergenza Covid19 fossero riorganizzate per tempo, in modo da poter affrontare l’attuale seconda ondata di pandemia che era ampiamente prevista”.
A chiedere le dimissioni di Nello Musumeci è il sindaco di Messina, Catena De Luca: “Perché la Sicilia è stata degradata a zona arancione? L’andamento della curva epidemiologica ci pone al tredicesimo posto, cioè il virus in Sicilia circola molto di meno rispetto alle dodici regioni come ad esempio il Lazio, la Campania e la Liguria (inserite invece nella zona gialla). Ovviamente questa è la conferma che il sistema sanitario siciliano e’ strutturalmente al collasso perché in questi sei mesi poco o nulla si è fatto per incrementare i posti letto nei reparti covid e nella terapia intensiva, nonostante i soldi messi a disposizione del governo Conte.
Avevo già lanciato l'allarme una settimana fa. Ci hanno risposto con chiacchiere, proclami e scaricabarile.  Purtroppo, da venerdì migliaia di imprenditori non potranno alzare la saracinesca”.

E ieri pomeriggio l’assessore Razza ha tenuto una conferenza stampa, voleva chiarire molti aspetti sulla scelta della zona arancione ma in realtà non ha prodotto nulla se non confusione. Una serie di numeri, di indici, che ai cittadini interessano poco o nulla. I dati di fatto sono altri, le strutture sanitarie sono al collasso per copertura di posti letto, per Pronto Soccorso in tilt, per personale medico e paramedico che non regge non solo allo stress ma alla cattiva organizzazione, e questo non lo dicono i pazienti ma direttamente i medici.

E’ normale che Razza possa non comprendere e parlare solo di numeri, magari non avrà mai visto un paziente in vita sua, non lo ha mai trattato a livello sanitario. E’ il dramma della Sanità siciliana, occupata dai politici con uomini di fiducia che sono ingegneri o avvocati, non addetti ai lavori.

Chi la pensa in maniera diversa da Razza viene identificato come “sciacallo”, parole pronunciate in conferenza stampa ieri pomeriggio.

La beffa arriva quando dice che la Sicilia paga il prezzo di essere troppo trasparente nei confronti del governo centrale, però è consapevole del fatto che i contagi crescono. E difatti a Ragusa durante il primo lockdown c’erano 58 positivi oggi ne conta la città ben 1200, questione simile in quasi tutte le province della Sicilia.

La provincia di Trapani attende sempre le dovute risposte che riguardano la scelta, post elezioni, di Marsala come Covid Hospital.
C’è chi si chiede come mai all’ospedale di Mazara non ci siano le dovute tutele, visto che ad oggi sono 5 i positivi tra il personale sanitario.

Razza si lancia in altre promesse: “Settimana prossima inizieranno lavori in alcune strutture dell’Isola” ma non si è risparmiato nel lanciare un messaggio ai medici e agli infermieri: se diranno che mancano posti letto li denuncerà per reato. Mentre l’assessore fa la sua arringa di difesa arrivano i numeri regionali: ci sono 1322 casi in più in meno di 24 ore e oltre 600 focolai.

La vera domanda che si aggiunge a quelle già fatte è come come mai la Sicilia non ha un piano pandemia aggiornato? La Regione è ferma a quello del 2009.