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11/11/2020 06:00:00

Coronavirus, 1322 positivi nel Trapanese. 580 le vittime registrate in Italia

Sono 1322 i positivi totali in provincia di Trapani. E sono 45 i deceduti, +2 rispetto alle 24 ore precedenti. I nuovi contagi in Sicilia sono invece 1201 e 32 sono le vittime registrate nell'Isola. Sono 35.098 i nuoi positivi in Italia e purtroppo non si registrava dal 14 aprile un dato dei decessi così negativo, sono 580 nella giornata di ieri. 

In Sicilia però a preoccupare più che il numero dei nuovi contagi, è il trend dei ricoveri in terapia intensiva.  La Sicilia ha infatti il dato più elevato rispetto ai pazienti positivi: lo 0,82% è in terapia intensiva è questo uno dei dati che tra più preoccupano.

I dati nel trapanese - Ecco i dati aggiornati delle singole città della provincia su come sono distribuiti i positivi: Alcamo 249; Buseto Palizzolo 7; Calatafimi-Segesta 8; Campobello di Mazara 15; Castellammare del Golfo 68; Castelvetrano 86; Custonaci 30; Erice 52; Favignana 4; Gibellina 21; Marsala 181; Mazara del Vallo 114; Paceco 37; Pantelleria 46; Partanna 24; Poggioreale 1; Salaparuta 5; Salemi 17, Santa Ninfa 1; Trapani 272; Valderice 35; Vita 2, San Vito Lo Capo 40; Petrosino 7. 

I guariti dall'inizio dell'epidemia 888. I ricoverati in terapia intensiva 6, i ricoverati – del territorio – non in terapia intensiva 53. Il totale dei tamponi effettuati oggi (il dato è parziale) sono 395, mentre sono stati effettuati 495 tamponi per la ricerca dell'antigene.

I dati siciliani - Sono 1.201 i nuovi casi positivi in Sicilia registrati nelle ultime 24 ore su 8.856 tamponi eseguiti e 32 le persone decedute. È quanto riporta il bollettino del ministero della Salute. In totale sono 22.832 i contagiati di cui 1.348 ricoverati in ospedale, 195 in terapia intensiva e 21.289 in isolamento domiciliare. I guariti salgono a 9.928 mentre i decessi a 735. In totale, dall'inizio della pandemia, sono state contagiate in Sicilia 33.495 persone. I nuovi positivi sono così distribuiti per province: Palermo 197, Catania 308, Ragusa 22, Messina 102, Trapani 84, Siracusa 68, Agrigento 260, Caltanissetta 102, Enna 58.

I contagi continuano ad aumentare in Sicilia così come i ricoveri nei reparti covid e nelle terapie intensive e la Regione cerca di recuperare personale medico e infermieristico da utilizzare nei reparti covid. Lo sta facendo cercando di accorpare i reparti meno impegnati in questo periodo e iniziando a rinviare gli interventi non urgenti o indifferibili.
Il direttore del dipartimento Pianificazione strategica ha inviato una circolare in cui rivolge l’invito alle direzioni degli ospedali, ma la stessa circolare tradisce in realtà una certa preoccupazione ed ansia di farsi trovare pronti al peggio.
Il documento è stato inviato lo stesso giorno in cui la Regione ha spedito il nuovo report all’Istituto Superiore di Sanità. A preoccupare più che il numero dei nuovi contagi, e il trend dei ricoveri in terapia intensiva. La Sicilia ha infatti il dato più elevato rispetto ai pazienti positivi: lo 0,82% è in terapia intensiva. Per fare un raffronto le regioni rosse sono messe meglio, la Lombardia 0,49 ricoveri in terapia intensiva ogni 100 positivi, il Piemonte 0,56, la Calabria 0,32. Cresce anche l’altro dato che riguarda il rapporto tra positivi e ricoverati ordinari, la Sicilia è a 6,6, ma questo non è preoccupante come il primo.

Musumeci, l'Esa farà la sanificazione dei luoghi di lavoro - «Anche l'Ente di sviluppo agricolo sarà in campo nell'ambito dell'emergenza Coronavirus. L'Esa, infatti, si è reso disponibile a eseguire, su tutto il territorio regionale, interventi di sanificazione periodica dei luoghi di lavoro proprio per contrastare e contenere il diffondersi del contagio, oltre a mettere a disposizione le proprie sedi quali drive-in per la realizzazione di tamponi rapidi». Lo comunica il governatore della Sicilia Nello Musumeci dopo un colloquio con Giuseppe Catania, presidente del Consiglio di amministrazione del braccio operativo della Regione nel campo agricolo. Gli interventi verranno effettuati dal personale dell'Esa con il materiale fornito dallo stesso ente. Tutte le operazioni di sanificazione saranno totalmente gratuite e potranno essere svolte in quei luoghi nei quali non risultano accertati casi di positività al Covid, così come previsto dalle disposizioni del ministero della Salute.

Continua l'attività nei drive in, oltre 7500 tamponi rapidi - Prosegue la campagna di monitoraggio del Coronavirus sulla popolazione organizzata dalla Regione Siciliana in varie città dell’Isola. Lunedì sono stati complessivamente 7505 i tamponi rapidi eseguiti e analizzati nei drive-in operativi nei territori di Caltanissetta, Catania, Palermo e Ragusa. I soggetti positivi individuati e isolati sono stati 457 e adesso verranno sottoposti al tampone molecolare per la conferma del risultato. Complessivamente negli ultimi tre giorni si sono volontariamente sottoposti al test rapido 38125 cittadini. Da ieri è operativo anche il sito presso l'area dell'ex Onp in contrada Pizzuta a Siracusa. Va ricordato che la campagna è destinata alla popolazione scolastica (personale docente, non docente, studenti e loro genitori), un target individuato dall’assessorato regionale alla Salute, su suggerimento del Comitato tecnico scientifico. Successivamente verranno selezionate altre categorie di popolazione. L'esperienza, secondo la volontà del governo Musumeci, infatti andrà avanti nelle prossime settimane. E’ importante sottolineare, infine, che i tamponi rapidi non vengono inseriti nel bollettino quotidiano reso noto dal ministero della Salute. L'iniziativa della Regione è realizzata in collaborazione con Anci Sicilia e le amministrazioni locali.

Tornano ad impennarsi contagi e tamponi nel resto d'Italia: sono 35.098 i nuovi casi oggi (ieri 25.271), a fronte però di 217mila tamponi, 70mila più di ieri, tanto che cala la percentuale positivi/tamponi, da 17,1 a 16,1%. È netto invece l’aumento dei decessi, 580 oggi, mai così tanti addirittura dal 14 aprile (ieri erano 356), per un totale di 42.330 vittime dall’inizio dell’epidemia.

L'indice di trasmissibilità Rt pare andare verso una certa stabilizzazione, crescendo ma più lentamente, e la curva epidemica accenna ad una flessione ma, se da un lato questi sono indubbiamente primi segnali positivi, dall'altro l'impatto della pandemia sui servizi sanitari - in termini di nuovi ricoveri e occupazione delle terapie intensive - aumenta in tutte le Regioni, con livelli che si avvicinano alle soglie definite critiche per la tenuta del sistema. I segnali positivi non possono dunque assolutamente essere interpretati come un 'libera tutti' e l'allerta resta massima. E' questo il quadro tracciato dai presidenti dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, e del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, nella conferenza stampa di analisi epidemiologica organizzata al ministero della Salute, in una giornata in cui i nuovi casi si sono stabilizzati a 35.098 in calo, a fronte di 217.758 tamponi effettuati e con un rapporto positivi/tamponi al 16,1% (un punto percentuale meno di ieri).

E' però record di vittime: 580 contro le 356 del giorno precedente. Non si registrava un dato così alto di vittime giornaliere dal 14 aprile, quando furono 602. Continuano a riempirsi anche le terapie intensive, con 122 pazienti in più per Covid, per un totale pari a 2.971. A livello regionale è ancora una volta la Lombardia a registrare più casi, 10.955 in 24 ore, seguita da Piemonte (+3.659), Veneto (+2.763) e Campania (+2.716). Una situazione che dunque non può essere presa "sotto gamba", ammonisce Brusaferro, che spiega: "l'incidenza è alta, 524 casi per 100mila abitanti, e la curva per la resilienza, cioè l'impatto sui servizi sanitari, sta crescendo. In alcune regioni si è superata la soglia critica per l'occupazione degli ospedali e c'è probabilità alta in tutta Italia di saturazione entro un mese per le terapie intensive". Oggi, chiarisce, "ci troviamo pertanto in una situazione di rischio alto con necessità di misure di mitigazione, cioè misure sociali per rallentare il virus, e fondamentali sono i comportamenti individuali". Il Paese è allo scenario 3, con un Rt a 1,7 che "ha mostrato un rallentamento nella sua crescita, ma per ridurre i casi dobbiamo portare l'Rt sotto 1 mentre tutte le regioni sono sopra 1, in alcuni casi a 2. Ecco perchè - avverte - non possiamo permetterci distrazioni. La strada è giusta ma non è un 'liberi tutti'".

Che l'indice Rt appaia stabile e che ci sia una decelerazione, "frutto delle misure poste in essere", lo conferma anche Locatelli che, pur invitando alla prudenza, rileva come ci si attenda "con il trascorrere dei giorni che i dati possano ulteriormente migliorare".