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12/11/2020 06:00:00

Se a Castelvetrano i vandali rubano gli spazi ai bambini

 A Castelvetrano c’è una scuola per l’infanzia alla quale i vandali hanno rubato lo spazio per giocare all’aperto.

Si tratta dell’Istituto Comprensivo “L. Radice Pappalardo”, dove uno spazio che potrebbe essere destinato all’attività all’aperto dei bambini è invece in totale degrado.

Le foto che una mamma ha inviato in redazione non lasciano spazio all’immaginazione.

 

Abbiamo allora sentito la dirigente Maria Rosa Barone, che ci ha confermato che

 

L’area si trova da anni in queste condizioni. Tempo fa era stata anche oggetto di una pulizia straordinaria, ma dopo poco tempo è tornata come prima. Un mese fa, dopo diverse segnalazioni, sono riuscita a far potare gli alberi che arrivavano quasi a terra, con grossi rami che rischiavano di staccarsi e crollare, ma quello spazio rimane impraticabile per i bambini. Hanno rubato perfino i coperchi dei tombini.”

 

Ma perché non si riesce a tenerla pulita?

 

E’ una zona soggetta a degrado. Sono anni che da dietro il liceo classico, dall’elevazione accessibile dalle scalinate, lanciano di tutto. Ci vorrebbe una rete, una barriera, oppure una videosorveglianza. Ecco, si era parlato di una videocamera durante il periodo di commissariamento straordinario del Comune, ma alla fine non si è più visto nulla”.

 

I bambini, per l’attività all’aperto, utilizzano la parte esterna della scuola primaria del comprensorio, che però non è possibile attrezzare con i giochi adatti a loro.

 

Il sindaco Enzo Alfano, al quale abbiamo segnalato il problema, ci ha risposto così:

 

Soprattutto in questo delicato momento, è necessario che i bambini abbiano uno spazio tutto loro per giocare anche all’aperto. Ed è inaccettabile che, a causa dell’inciviltà della gente, questo non debba essere consentito. Parlerò con l’assessore Foscari, in modo da poter intervenire al più presto con una pulizia straordinaria ed il ripristino dei tombini. E valuteremo una videosorveglianza per impedire che un degrado del genere possa ripetersi”.

 

Egidio Morici