Una interrogazione sull'uso e la cura del Covid in Sicilia con il plasma iperimmune è stata presentata all'ARS dal gruppo di Attiva Sicilia al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.
“Tra le numerose terapie approntate per contrastare le patologie sviluppate dall'infezione da coronavirus – spiega Valentina Palmeri di Attiva Sicilia - la plasmaterapia, che prevede l'uso di trasfusioni di plasma immune, ha ottenuto e sta ottenendo notevoli risultati terapeutici soprattutto nei casi più gravi. Ecco perché riteniamo fondamentale fare in modo che i centri individuati e autorizzati in Sicilia per la raccolta del plasma possano funzionare a pieno regime, mentre attualmente, anche a causa dell’andamento epidemiologico, l’attività di arruolamento di donatori va a rilento”.
Il plasma immune viene recuperato dai soggetti che hanno avuto l'infezione, l'hanno superata e presentano titoli anticorpali prodotti dal loro sistema immunitario per contrastare il virus adeguatamente alti: questi anticorpi possono essere trasferiti ad un soggetto ammalato per aiutare il suo sistema immunitario a debellare il virus in maniera più rapida e più efficace.
In Sicilia i centri trasfusionali individuati e autorizzati alla raccolta del plasma sono il Policlinico Vittorio Emanuele e Arnas Garibaldi di Catania; il Policlinico Giaccone e Villa Sofia-Cervello a Palermo; il Papardo di Messina e le Asp di Ragusa, Trapani e Caltanissetta. A livello nazionale sono 80 i centri attualmente registrati ma soltanto 21 sono stati attivati e 14 dei quali stanno arruolando pazienti.