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03/12/2020 06:00:00

Sequestrati da 90 giorni, italiani di un'Italia minore 

 Ce li ricordiamo ancora i risolini, quando venne annunciata la lista dei ministri del governo Conte bis. E' passato poco più di un anno, sembra un secolo. D'altronde eravamo in era a.C., ante Coronavirus, e l'emergenza nazionale era il Salvini dei "pieni poteri". Si generò dunque l'alleanza inedita tra Cinque Stelle e Pd, Renzi benedicente, e, alla lettura della lista dei Ministri a tutti scappò la risatina beffarda alla notizia che Luigi Di Maio era stato nominato Ministro degli Esteri. D'altronde da qualche parte andava messo, pensarono i  più, e peggio di Angelino Alfano ( vi ricordate? "The waind ... ") non poteva fare. E invece peggio ha fatto e fa, Gigi Stupor Mundi. 

D'altronde cosa fa il Ministro degli Esteri? Viaggia, incontra, si relaziona. Danno non può fare, pensavano in tanti. Anzi, sta pure fuori dall'Italia. E invece abbiamo assistito, grazie a Di Maio e a chi c'era prima di lui, in questi anni, ad un ritiro progressivo dell'Italia dalla scena dell'area mediterranea. Dall'Africa al Medio Oriente, non contiamo più nulla. E da quando c'è Di Maio, non ci capiamo più nulla.

Le scelte della politica non riguardano solo il salotto di Bruno Vespa, hanno conseguenze per la vita di tutti noi. E così accade che 18 marittimi di Mazara del Vallo, da più di 90 giorni, tre mesi, sono vigliaccamente prigionieri del "governo" (ma è un eufemismo) della Libia. Sono stati sequestrati dalle milizie del generale Khalifa Haftar. Da allora si trovano in stato di fermo nella caserma di Bengasi con l’accusa di aver sconfinato nelle acque libiche.

Nessuno riesce a riportarli a casa, nessuno riesce a capire come stanno le cose. Le famiglie protestano a Mazara e a Roma, il Vescovo organizza veglia di preghiere, la stampa sollecita. Ma non accade nulla. La cosa è ancora più grave perchè il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, altro campione dei Cinque Stelle, è proprio di Mazara del Vallo, e quindi, quanto meno per amore della sua città, dovrebbe farsi in quattro per riportare a casa queste persone. Non sono capaci di muovere un dito.

All'incapacità del governo e della nostra diplomazia, si aggiunge però, dispiace dirlo, una certa indifferenza. Perchè la storia dei marittimi mazaresi e delle loro famiglie, sembra interessare davvero pochi. Qualche articolo di giornale, il solito servizio con le interviste ai familiari imbastito dalla tv del dolore, e poi basta. Si ha come la sensazione, ancora una volta, che tutto quello che accade nel nostro territorio, non sia destinato a fare notizia. Forse perchè ci meritiamo questo destino di reietti del mondo, forse perchè siamo poveri e puzzoni, ma insomma, ancora una volta, noi siciliani, anzi, noi siciliani di questa parte dell'isola, siamo abbandonati. E' come se fossimo italiani, si, ma di un'Italia minore. 

E invece, sorpresa, anche noi siamo italiani, anche noi siamo europei, anche noi vogliamo lavorare. E non è colpa nostra se i ponti cadono, se le opere pubbliche restano incomplete per secoli, se la politica guarda sempre al voto e mai all'avvenire. Non è colpa nostra, sappiatelo, anche la mafia, che si muove in Sicilia, ma che ha sempre avuto la testa a Roma. Siamo stanchi di essere considerati la palla al piede d'Italia, siamo solo figli di un territorio che è stato trattato come terra di conquista, le cui migliori menti sono state costrette ad andare via dalla scientifica distruzione di ogni istituzione, rete di sapere, infrastruttura. E chi, come chi scrive, decide di restare, di costruire qui famiglia e lavoro, viene quasi visto come un pazzo. E invece noi ci siamo, restiamo, e siamo italiani e italiani lo sono anche i marittimi di Mazara e devono tornare presto a casa, perchè gli americani avrebbero già mandato i marines, perché se fossero stati cooperanti di qualche onlus emiliana o lombarda avremmo già pagato un riscatto, perchè l'idea che arrivi Natale e questa pagina non venga chiusa è ridicola e dolorosa insieme. Quindi, amici del governo, delle diplomazia, dell'Unione Europea, dell'esercito, chiunque tra voi ha un briciolo di responsablità: fate presto e fate bene, non prendeteci ancora in giro, non fateci sentire una volta di più i figli di un'Italia che non ci vuole. 

Giacomo Di Girolamo