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05/12/2020 14:00:00

Carceri e Covid. In Sicilia dimezzate le udienze dei detenuti

"Il Covid-19 ha abbassato del 50% i servizi di trasferimento dei detenuti dalle carceri alle varie aule di tribunale, aumentando il numero di udienze a distanza tramite le videoconferenze, quindi è giusto bilanciare le esigenze degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria con una ripartizione che tenga conto dei dati reali, fermo restando il rispetto delle pari opportunità previste dagli accordi sindacali”.

I Segretari Regionali di SAPPE (Calogero Navarra), UILPA P.P (Gioacchino Veneziano) , FNS CISL (Domenico Ballotta), FP CGIL (Alfio Giurato) che rappresentano la maggioranza dei lavoratori della Polizia Penitenziaria in Sicilia, hanno commentato così dopo la partecipazione all'incontro indetto dal Capo della Polizia Penitenziaria Siciliana D.ssa Cinzia Calandrino dopo aver preso atto che tra il periodo intercorrente 1 marzo 20 novembre 2019 e il 1 marzo 20 novembre 2020 le movimentazioni dei detenuti dalle carceri sono passate rispettivamente da 30.887 a 15.469, registrando una riduzione pari al 50%.


”Come sindacati maggiormente rappresentativi – dichiarano i sindacalisti regionali - “…abbiamo evidenziato che gli spostamenti dei detenuti per motivi di giustizia sicuramente non hanno avuto una diminuzione del 50%, perché la giustizia non si è fermata, quindi il peso dei processi è stato trasferito in modalità remota, e gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria (sovrintendenti e ispettori) che devono presenziare nelle videoconferenze vengono prelevati dalle carceri reparti, quindi è giusto distribuire il carico di lavoro nella misura più equa ed obiettiva possibile”.


"Dobbiamo prendere atto – continuano i rappresentanti dei lavoratori- che l'Amministrazione Penitenziaria Regionale per il tramite dell'Ufficio Sicurezza e Traduzione per evitare rischi di contagio sia tra il personale che per i detenuti, ha attuato i protocolli anti-covid19, imponendo i trasferimenti dei detenuti con più mezzi di trasporto per poter rispettare il distanziamento, addirittura ha sospeso le traduzioni collettive, che avrebbero esposto a rischi sia al personale di Polizia che ai detenuti”.

“Nondimeno  - chiosano Navarra, Veneziano, Ballotta, Giurato - siamo certi che i dati delle videoconferenze confermeranno che i numeri di tale procedura sono aumentati vertiginosamente, ragion per cui, è doveroso operare un giusto frazionamento degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria in servizio nei penitenziari rispetto a quelli addetti a Nuclei traduzioni , anche a garanzia- concludono i Segretari Regionali di SAPPE- UILPA P.P – FNS CISL- FP CGIL - delle pari opportunità tra lavoratori, visto che molti hanno cambiato ruolo, e non siamo disposti ad avere differenziazioni di impieghi rispetto le esigenze attuali che potrebbero concepire eccedenze da una parte, ovvero lacune da altre".