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11/12/2020 06:00:00

Francesco Regina: "Dal Covid non si guarisce presto. Vi racconto il mio calvario"

 Francesco Regina, lei è stato uno dei contagiati dal Covid-19 in provincia di Trapani. Se la sente di parlare della sua malattia e dei giorni che ha trascorso in ospedale?

 

Innanzitutto grazie per l'opportunità che state dando a questa mia testimonianza molto utile ai malati da Coronavirus e per i reduci con postumi da Covid-19. Il mio calvario inizia nel lontano mese di marzo nella prima ondata, i primi sintomi come una semplice influenza iniziano il 3 marzo ma dopo tre giorni di febbre con dolori articolari acuti, mal di testa e spossatezza capisco che non si tratta di una semplice influenza, immediatamente mi adopero per effettuare il tampone molecolare e il 9 marzo vengono gli operatori del 118, il 10 marzo mi arriva la brutta notizia che sono positivo a Covid-19, nel giro di pochi giorni precipita il quadro clinico e inizia la crisi respiratoria con un calo della saturazione, vengo ricoverato all'ospedale San Antonio Abate di Trapani. Ma immediatamente crolla la saturazione, perdo conoscenza e mi trasferiscono in terapia intensiva intubato per 20 giorni, con una polmonite interstiziale bilaterale, ma avendo difficoltà a svegliarmi per complicazioni sono stati costretti ad eseguire una tracheotomia e finalmente il 31 prendo conoscenza e così mi trasferiscono il 1 aprile al reparto Covid-19 ma sempre positivo.

 

Oltre alle condizioni fisiche, quanto stava male psicologicamente? Immaginiamo che la paura è stata tanta, cose le passava per la testa in quei momenti?

Avevo perso tutta la massa muscolare, circa 30kg, non ero in grado nè di parlare nè di deambulare e così entra in gioco il lato psicologico di depressione. Il giorno di Pasqua riesco a fare una videochiamata con la mia famiglia e per me è stata come una risurrezione dopo aver rischiato la morte. A metà marzo sono stato trasferito al presidio ospedaliero di Marsala, diventato ospedale Covid-19 di riferimento, e continua la mia degenza aspettando la mia negativizzazione ma monitorato per le complicanze sia polmonari che neurologiche subite da questo terribile virus, finalmente dopo ben 7 tamponi il 20 aprile arriva la negativizzazione e dopo 50 giorni di ricovero sono stato dimesso.

 

Dopo la negativizzazione però non si può dire che sia completamente guarito. Il contraccolpo fisico e psicologico c'è stato.

 

Ho avuto bisogno del fisioterapista domiciliare per poter iniziare a camminare e sono riuscito a far predisporre un percorso riabilitativo e clinico per i pazienti con postumi da Covid-19. Voglio soltanto precisare una cosa, che un paziente dopo la negativizzazione del tampone non è guarito: i postumi da Covid-19 sono indescrivibili e micidiali, è una malattia sistematica e il virus entra e fa danni in diversi organi e poi si manifesta con insufficienza respiratoria danneggiando i polmoni. Come nel mio caso, ha provocato anche danni neurologici evidenziati tramite RMN ENCEFALO. Il mio obbiettivo è che il Sistema sanitario nazionale si occupi di questi malati, che chiamo “Reduci da postumi da Covid 19”, perché grazie alla mia brutta esperienza c'è bisogno di creare un gruppo di specialisti multidisciplinari che va dal fisiatra, nutrizionista, pneumologo, neurologo, psichiatra e un buon servizio di diagnosi per immagine, tutto quello di cui ho avuto bisogno io.

 

Ai negazionisti, a chi si ostina a sottovalutare la presenza e diffusione del Coronavirus, cosa si sente di dire?

Ai negazionisti posso dire di leggere la mia testimonianza, puntualizzando che nella prima ondata dove i contagi erano pochissimi molte persone erano scettiche ma per la leggerezza della movida di questa estate ci troviamo in una crescita esponenziale in tutta Italia e nella nostra provincia. L'unica raccomandazione è di stare attenti, rispettare la distanza, mettere la mascherina, lavare le mani e soprattutto evitare assembramenti.

 

Oggi raccontare di essere sopravvissuti al Covid, con oltre 60 mila morti nel Paese, è una testimonianza importante. Cosa vuole dire a chi continua a sostenere che non si vaccinerà?

E’ qualcosa di meraviglioso raccontare la mia testimonianza da sopravvissuto , per dare un aiuto ai moltissimi malati che ancora ci sono. Grazie a Dio ce l'ho fatta, ogni giorno penso alle 60 mila vittime, non penso al Natale che verrà, perché già è un dono di Dio essere con i nostri cari, pensiamo a chi non c’è più e ai loro familiari. Sulla vaccinazione non posso dire niente perché è un vaccino nuovo e non so gli sviluppi, io come sanitario mi sono sempre vaccinato e sono a favore dei vaccini ma su questo preferisco non esprimermi, è prematuro.

Regina, lei ha donato il plasma. Un gesto di attenzione e di responsabilità verso chi sta ancora male. Ci racconta questa esperienza?

 

Si, quando ho saputo che il mio plasma è iperimmune, pensando a quello che ho subito io, non ho esitato un attimo a donare il 25 novembre scorso il mio plasma presso il centro trasfusionale del policlinico di Palermo. Faccio un appello a tutti i positivi negativizzati: donate il plasma, a costo zero, può salvare una vita, fatelo non vi costa niente.