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21/01/2021 06:00:00

Coronavirus, giù i positivi nel Trapanese (2850). Sicilia seconda in Italia per nuovi contagi

 Dopo giorni di crescita fino ad abbattere il muro dei tremila contagi, in provincia di Trapani i positivi scendono a 2850. I dati relativi al contagio calano un po' in tutti i comuni e ci sono quelli che toccano quota 0 come Poggioreale e Salaparuta. La Sicilia è invece seconda per numero di nuovi positivi in Italia con 1486 contagi, peggio ha fatto solo la Lombardia con 1876.

Dati trapanesi - Tornando alla provincia di Trapani, Marsala rimane  la città con più contagi ma passa dai 735 di martedì a 666, Trapani da 624 a 601 e Mazara del Vallo rimane stabile a 466. In totale i ricoverati sono 129, distribuiti così: n terapia intensiva 12, quelli nei reparti Covid 117. Sono stati fatti 474 tamponi parziali e 484 tamponi per la ricerca dell'antigene.  Sono due le nuove vittime, e salgono a 161 i decessi totali. I guariti sono 5872.

Questi i positivi distribuiti nelle diverse città della provincia: Alcamo 202, Buseto Palizzolo 16; Calatafimi-Segesta 12; Campobello di Mazara 39; Castellammare del Golfo 89; Castelvetrano 240; Custonaci 17; Erice 211; Favignana 20; Gibellina 72; Marsala 666; Mazara 466, Paceco 78; Pantelleria 9; Partanna 19; Petrosino 49; Poggioreale 0; Salaparuta 0; Salemi 13, San Vito Lo Capo 3; Santa Ninfa 8; Trapani 601; Valderice 72; Vita 8.

I dati siciliani - La Sicilia con 1486 casi registrati ieri è la seconda regione per numero di positivi. La Lombardia  è prima con 1876 casi. Sono trentasette i morti. Boom di guariti, sono 2.269 e si tratta del record.  Rispetto a martedì  il tasso di positività è in lieve calo: 7.4% (contro il 7,8%) ma è sempre molto alto rispetto alla media nazionale, ieri è al 4.9%. Oltre 20 mila i tamponi elaborati (20.003, compresi i rapidi) ma un po' meno rispetto a martedì(21.167). Palermo ha registrato 506 casi, seconda Catania con 344 casi, sebbene la provincia etnea sia prima per totale di positivi da inizio pandemia: 35766, a cui segue Palermo con 34006 casi. A livello regionale, dall'inizio della pandemia sono 125.134 i casi di coronavirus registrati in Sicilia. Gli attuali positivi sono 46.707, di cui la maggior parte in isolamento domiciliare, ossia 45.033.  Sono 1459 i ricoverati, di cui 215 in terapia intensiva (+4). I morti sono 3101, mentre oltre 75mila sono guariti.

Razza sui vaccini: "Richiamo non a rischio, azioni legali contro Pfizer" - “Non sono a rischio i richiami dei vaccini in Sicilia, perché eravamo stati prudenti seguendo tutte le linee guida provenienti dal ministero della Salute e dal commissario nazionale. Però non c’è dubbio che i ritardi e gli impegni non mantenuti da Pfizer meritino una reazione. A livello nazionale si è ipotizzata un’azione legale, la Sicilia la sosterrà, la sosterranno tutte le Regioni italiane. Intanto, però, chiediamo all'Ema e alle istituzioni comunitarie di fare presto. I cittadini europei, quindi gli italiani e i siciliani, non possono accettare l’idea che in altri Paesi del mondo si possano utilizzare vaccini che da noi non sono autorizzati. Da questo punto di vista sosteniamo l’azione del ministro Speranza: sicurezza e regole rispettate nella certificazione dei farmaci, ma servono anche rapidità e velocità. I cittadini vogliono vedere la luce in fondo al tunnel, ma non vogliono che sia un miraggio». Lo dice l'assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza.

Lagalla: in classe rischio basso, ma evitare assembramenti davanti alle scuole - Sicurezza sanitaria degli ambienti educativi e monitoraggio epidemiologico della popolazione scolastica sono stati i due principali aspetti affrontati dall’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, durante l’audizione alla commissione Cultura dell’Ars sul tema della riapertura delle scuole, presenti in videoconferenza i rappresentanti sindacali del comparto e il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti.

«Si è trattato - afferma l’assessore Lagalla - di un ulteriore e utile momento di confronto su un argomento ampiamente dibattuto dall’opinione pubblica. Mi ha confortato il fatto che tutti i presenti, sia addetti ai lavori che parlamentari, tanto di maggioranza quanto di opposizione, abbiano condiviso la scelta del governo Musumeci di riattivare la didattica in presenza, sia pur con le limitazioni previste dalla classificazione della Sicilia in zona rossa e, quindi, fino alla prima media».

Durante la sessione di lavoro, si è fatto il punto dello screening sulla popolazione scolastica, che, in prossimità della riapertura post-natalizia delle scuole, ha riguardato quasi 60.000 soggetti (tra docenti ed alunni) i quali, dal 14 al 18 gennaio, si sono volontariamente sottoposti a tampone in tutte le nove province siciliane, nelle aree appositamente dedicate all’accoglienza dell’utenza scolastica. In totale sono stati individuati 621 casi di positività al Covid-19, con un’incidenza dell’1,01 per cento, che appare nettamente inferiore al rapporto positivi/tamponi registrato nella popolazione generale.

«I numeri in nostro possesso – aggiunge l’assessore Lagalla - oltre a confermare l’attenzione del governo Musumeci al valore primario della salute pubblica e al costante monitoraggio dell’andamento della condizione epidemica, ci rassicurano, almeno in questo momento, in ordine al trascurabile rischio di potenziale contagio in ambiente scolastico dove, peraltro, il rispetto dei criteri di distanziamento e il mantenimento dei dispositivi di protezione individuale contribuiscono a limitare il pericolo di trasmissione dell’agente virale». «A questo punto, per non pregiudicare il lavoro fin qui svolto e per evitare ulteriori difficoltà al proseguimento delle attività didattiche – continua l’assessore - è fondamentale vigilare sulle aree urbane in prossimità degli istituti scolastici, dove occorre prevenire il formarsi di assembramenti, soprattutto da parte dei genitori. In questo senso, ho apprezzato l’iniziativa del sindaco Orlando che, unitamente al Provveditore agli Studi di Palermo, lancia un appello, proponendo anche alcune soluzioni operative che sarà opportuno diffondere a tutto il territorio regionale, sia pure evitando che possano ricadere sui dirigenti scolastici responsabilità estranee alla loro competenza».

I dati italiani -  sono 13.571 i test (molecolari e antigenici) positivi al coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Italia. Le vittime sono 524. Martedì i positivi erano stati 10.497 e i morti 603. In totale i casi da inizio epidemia sono 2.414.166, le vittime 83.681. Gli attualmente positivi sono 523.553 (-11.971 rispetto a martedì), i guariti e i dimessi 1.806.932 (+25.015), in isolamento domiciliare ci sono 498.623 persone (-11.715). Sono 279.762 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Martedì erano stati 254.070. Il tasso di positività è al %4,9, in aumento rispetto al 4,1% del giorno prima (+0,8%). Considerando i soli tamponi molecolari, che sono stati 163.478, il tasso di positività è dell'8,3%. Sono in calo di 26 unità i pazienti in terapia intensiva in Italia nelle ultime 24 ore, nel saldo giornaliero tra ingressi e uscite, secondo i dati del ministero della Salute. Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva sono 152. In totale i ricoverati in rianimazione sono 2.461. I pazienti ricoverati con sintomi in area medica sono in calo di 230 unità rispetto a martedì, portando il totale a 22.469.

La nuova bozza del piano pandemico 2021-23 - Cambia, e si alleggerisce, il passaggio relativo alla cura dei pazienti in caso di scarsità di risorse in una nuova bozza del Piano pandemico 2021-2023, aggiornata al 18 gennaio. Il medico, si legge, "agendo in scienza e coscienza, valuta caso per caso" e "gli interventi si basano sulle evidenze scientifiche e sono proporzionati alle condizioni cliniche". Nella prima bozza, dell'11 gennaio, l'indicazione era di trattare preferenzialmente i pazienti "con maggiori probabilità di trarne beneficio". I vaccini sono le "misure preventive più efficaci, con un rapporto rischi/benefici particolarmente positivo, ed hanno un valore non solo sanitario, ma anche etico intrinseco di particolare rilevanza. La loro distribuzione deve rispondere a criteri trasparenti, motivati e ragionevoli, e deve rispettare i principi etici e costituzionali di uguaglianza ed equità, bilanciando i rischi diretti e indiretti con specifica attenzione a evitare un impatto negativo per chi è più vulnerabile sul piano bio-psico-sociale". E' questo un passaggio della nuova bozza del Piano pandemico aggiornato al 18 gennaio.

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