Caso Arata, Pio Lo Giudice: "Turano chiarisca sul suo rapporto con Nicastri"
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Sulla vivenda giudiziaria Arata-Nicastri e sulle dichiarazioni fatte in aula dall'assessore regionale alle Attività Produttive Mimmo Turano, ci sono le prime reazioni, poche, pochissime per la verità, e tra queste c'è quella dell'ex deputato regionale Pio Lo Giudice, che senza giri di parole invita Turano a chiarire questo suo rapporto con Nicastri e perché quest'ultimo gli ha pagato la campagna elettorale.
La settimana scorsa, Turano, chiamato a deporre come teste nel processo per corruzione e intestazione fittizia di beni in cui sono imputati l'ex consulente della Lega Paolo Arata, il figlio Francesco Paolo, il dirigente regionale Alberto Tinnirello e l’imprenditore milanese Antonello Barbieri, ha dichiarato di essere un amico di vecchia data di Nicastri (si conoscono da più di trent'anni) e che in passato è stato anche socio in affari con lo stesso Nicastri che, lo ricordiamo, ha subito il sequestro di 1 miliardo e 300 milioni di euro di patrimonio ed è ritenuto tra i finanziatori della primula rossa di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro.
"Leggo il resoconto dell’audizione, nel processo per corruzione a carico di Paolo Arata e del figlio Francesco, dell’assessore regionale alle attività produttive della Regione Siciliana, Mimmo Turano e finalmente, dopo tanti dubbi, trovo un perché alla sua calvizie: la frequentazione, assidua, con il famigerato “Re dell’eolico” Vito Nicastri. Con tutto quel vento in poppa gli sono volati via i capelli - scrive in una nota Pio Lo Giudice -. Ironia a parte, però, trovo davvero sorprendente il silenzio sui risvolti di questa audizione. A cominciare dalla rivelazione, fatta dallo stesso Turano, di essere stato socio in affari di Nicastri, successivamente condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e per aver favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro".
"E’ chiaro come le responsabilità penali siano sempre personali, ma dall’onorevole Turano, che in passato, vestendo i panni dell’improbabile moralista - continua Lo Giudice -, ha utilizzato le vicende giudiziarie che riguardavano i suoi avversari politici, come nel mio caso, per delegittimarli, ci si aspetterebbe non il semplice riconoscimento di avere fatto affari con Nicastri, ma una riflessione di cosa abbia rappresentato Nicastri in questa provincia. Perché se Nicastri ha potuto fare quello che ha fatto, se ha potuto, per esempio, ottenere contributi statali e europei, nonché autorizzazioni varie per i suoi lucrosi affari nell’eolico, lo ha fatto certamente potendo contare anche sulle sue relazioni politiche. Sono certo che l’onorevole Turano - conclude - potrà approfondire meglio pubblicamente questo suo rapporto, a cominciare dal perché Nicastri abbia finanziato la sua campagna elettorale".
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