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11/03/2021 06:00:00

Quando i furbetti dei vaccini sono i sindaci. Dopo Corleone, anche Roccamena

 Ha ragione Giacomo Di Girolamo quando scrive che il Covid ci ha fatto scoprire “che siamo uguali, ma qualcuno lo è più degli altri” (leggi qui l’editoriale di Tp24).

Infatti i “furbetti del vaccino” a scapito di anziani e persone fragili, hanno i loro sponsor d’eccezione: i sindaci. O meglio, alcuni sindaci.

E se Nicolò Nicolosi, primo cittadino di Corleone, dopo essere stato beccato a vaccinarsi saltando la fila (insieme a tutta la giunta) alla fine si è dimesso, c’è chi invece resiste.

Si tratta di Giuseppe Palmeri, sindaco di Roccamena, che si è vaccinato una settimana fa.

Lo ha fatto però da capo del Coc (Centro Operativo Comunale) e da membro della Protezione civile, dal momento che il capo dipartimento, con un avviso, aveva invitato i relativi componenti e i responsabili a presentarsi per le vaccinazioni.

 

Poi ha raccontato che un dirigente avrebbe chiamato Sonia Alfano, che si occupa proprio di vaccinazioni con la Protezione civile, e “lei ha detto che i capi possono vaccinarsi”.

Il sillogismo è semplice: i capi possono vaccinarsi; io, oltre ad essere sindaco sono anche capo del Coc e della Protezione Civile; io posso vaccinarmi.

Sonia Alfano però ha minacciato querela perché - rivela – c’è una chat di servizio, composta da tutti i sindaci, in cui è espressamente scritto che i sindaci non possono in alcun modo fare i vaccini.

Il doppio ruolo non conta, ha sottolineato la Alfano. “Certo, dicono che sono esposti  e che stanno a contatto con tanta gente, ma non sono i soli. E le disposizioni parlano chiaro. Inoltre io non ho autorizzato proprio nessuno, semplicemente perché non ho il potere di farlo. Chi dice il contrario se la vedrà con i miei avvocati.

 

Dal canto suo, il sindaco Palmeri ha rilanciato dicendo che “Se Sonia Alfano ha dichiarato che lei non ha detto che noi capi della Coc ci potevamo vaccinare, io la denuncio…”.

Una posizione che ha tutta l’aria di voler giocare con le parole.

 

Ad ogni modo, non si capisce che cosa impedirebbe ai sindaci di stare a contatto con la gente, nel caso questo fosse necessario, osservando le regole di distanza, mascherina ed igiene delle mani.

Se poi l’esempio è quello di Totò vasa vasa, allora è un’altra cosa. Ma lui era il presidente della Regione.

 

Egidio Morici