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06/04/2021 06:00:00

Giornalisti intercettati a Trapani. Ancora polemiche, il ruolo di Minniti e Tarondo

 Ancora polemiche sul caso dei giornalisti intercettati dalla Procura di Trapani nell'ambito dell'inchiesta sulle navi delle Ong.

Scrive il quotidiano Domani  che c’è una data cruciale nella vicenda dell’inchiesta della procura di Trapani sulle Ong che si salvano migranti in mare, nell’ambito della quale sono stati intercettati anche diversi giornalisti non indagati, in particolare la freelance Nancy Porsia, come rivelato da Domani.

E’ il 12 dicembre del 2016, all’inizio del governo Gentiloni, dal ministero dell’Interno esce Angelino Alfano e arriva Marco Minniti. Quello stesso 12 dicembre in un ufficio del Viminale alcuni funzionari licenziano una lunga informativa. L’oggetto è “attività di analisi dei flussi migratori in Italia” ed è indirizzata allo Sco, ovvero all’ufficio di polizia giudiziaria che gestirà l’intera inchiesta di Trapani. E’ una sorta di libro mastro delle future attività investigative, l’annunciazione della tesi che verrà poi sostenuta su diversi livelli. Sul piano politico dallo stesso Minniti, che di lì a poco cercherà di bloccare le Ong attraverso il codice di condotta ritenuto inaccettabile da molte organizzazioni. Sul piano giudiziario dalle indagini sulla nave Iuventa, partite, pochi giorni prima, dalla denuncia di un gruppo di agenti di sicurezza privati, alcuni dei quali legati al mondo leghista e di Fratelli d’Italia. A firmare quel rapporto è il capo del servizio immigrazione del Dipartimento della Pubblica sicurezza dell’epoca, Vittorio Pisani. Funzionario che, due anni dopo, con il governo Conte, verrà nominato vice direttore dell’Aisi il servizio di sicurezza interno..

E mentre Domani punta il dito contro Minniti, Repubblica di Minniti (che da pochi giorni è un suo editorialista ...) non parla, e invece accende i fari sul sostituto Andrea Tarondo:

A questo punto però bisogna capire chi ha consentito le intercettazioni. Fino all'aprile del 2019, quindi per oltre due anni, sull'inchiesta ha lavorato il pubblico ministero Andrea Tarondo che da quel momento però lascia tutto e parte per il Perù dove lavora a un progetto patrocinato dall'Unione europea. È stato lui quindi che ha consentito l'intercettazione di Nancy Porsia, nonché la sua proroga per ben sei mesi. Come pm ha chiesto l'ascolto, che un gip ha autorizzato per molto tempo, nonostante Porsia non fosse indagata. Ma oggi la procura dice che nell'udienza stralcio chiederà al gip di distruggere tutte le intercettazioni che non sono rilevanti. Testi che però ormai sono nelle mani degli avvocati.

 

 La Camera penale di Trapani chiede "chiarimenti" sulle intercettazioni delle conversazioni di alcuni giornalisti nell'ambito dell'inchiesta della inchiesta della Procura di Trapani sulle ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo.

 

"Occorre comprendere chi (e per quale motivo) abbia palesemente violato la chiara regola del codice di procedura penale intercettando - sia pure indirettamente - la conversazione di un difensore nell'esercizio delle proprie funzioni difensive", si legge in una nota.

"Dalle captazioni delle conversazioni della giornalista - avvenute, pare, con sistemi di geolocalizzazione- - afferma la nota - gli inquirenti hanno registrato, e trascritto nei brogliacci, le conversazioni della Porsia con il suo avvocato e con altri due avvocati che l'avevamo inserita nella lista come consulente nei processi a carico di alcuni loro assistiti. Come detto, almeno una di queste conversazioni - intercorsa tra la Porsia e un avvocato - riguardava la nomina della giornalista quale consulente di difesa in un processo in corso di celebrazione. Nella telefonata l'avvocato difensore discute con la sua consulente delle strategie processuali". "Ciascuno - dice la Camera Penale - coglie la portata autoritaria di una tale investigazione, dal momento che essa attinge due diritti costituzionali e inviolabili: la libertà di stampa e la libertà di difesa. La norma del codice di procedura penale (l'art. 103 commi 5 e 7) non lascia spazio a dubbi: 'Non e' consentita l'intercettazione relativa a conversazioni o comunicazioni dei difensori, degli investigatori privati autorizzati e incaricati in relazione al procedimento, dei consulenti tecnici e loro ausiliari, ne' a quelle tra i medesimi e le persone da loro assistite..., i risultati delle ... intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, eseguiti in violazione delle disposizioni precedenti, non possono essere utilizzati'".

Fonti di via Arenula fanno sapere che la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha disposto accertamenti.
Intanto il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, ha dichiarato: “Siamo di fronte allo sfregio del segreto professionale la vicenda relativa all’inchiesta della Procura di Trapani sulle Ong, leggendo le cronache appare di estrema gravità e merita una mobilitazione non solo della categoria che l’Ordine dei giornalisti promuoverà”.“Emblematica l’intercettazione di una giornalista che parla con l’avvocata. Dove arriverà questo Paese, alle cimici nei confessionali? È un fatto che riguarda la qualità della democrazia. Ci appelleremo al Presidente della Repubblica, che oltre ad essere il supremo garante della Costituzione è anche il numero uno del Csm, e alla Ministra della Giustizia. Per fortuna nostra e delle istituzioni si chiamano Sergio Mattarella e Marta Cartabia”.

GASPARRI. “L’inchiesta di Trapani conferma che molte Ong hanno aiutato di fatto il traffico di clandestini verso l'Italia. Alcuni insorgono per le intercettazioni che avrebbero violato dei diritti. In altri casi quelli che si indignano sono stati zitti, eppure le intercettazioni in tante occasioni sono state utilizzate in maniera arbitraria della magistratura. Questa volta invece sono io a dire che bisogna tutelare il lavoro investigativo che mette in luce il ruolo ambiguo di molti settori della sinistra e di tante Ong che insieme hanno agito contro la sicurezza e contro gli interessi del nostro Paese". Lo afferma il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

"Lo sbarco continuo, i porti aperti, l'aiuto ai trafficanti di clandestini rappresentano capitoli di vergogna per la nostra Nazione. Ben vengano -aggiunge- le indagini che stroncano questi traffici. Basta con i Casarini che dai centri sociali passano alle navi delle Ong e che festeggiano misteriosi versamenti economici avvenuti proprio mentre facevano transitare clandestini a bordo dei propri natanti. Quella delle Ong è una storia inquietante, una vicenda che merita processi esemplari e condanne immediate. Altro che aiuti umanitari. C'è una storia tutta da riscrivere”.

PD. Con un'interrogazione, inoltre, 20 deputati del Pd chiedono alla Guardasigilli un'ispezione alla procura trapanese "per verificare lo scrupoloso rispetto di importanti principi costituzionali". A renderlo noto è il parlamentare dem Stefano Ceccanti che ha firmato la richiesta assieme ai deputati Berlinghieri, Boldrini, Bonomo, Buratti, Cantone, Cenni, Ciampi, Critelli, De Luca, Fiano, Frailis, Mura, Nardelli, Orfini, Pezzopane, Prestipino, Raciti, Sensi, Siani.
Scrivono i deputati del Pd: "Premesso che dagli organi di stampa si apprende che negli ultimi anni la procura di Trapani avrebbe sottoposto a intercettazioni telefoniche numerosi giornalisti, trascrivendo i contenuti delle loro conversazioni con proprie fonti informative e avvocati difensori, violando il segreto professionale, nonostante essi non risultassero iscritti nel registro degli indagati le intercettazioni sarebbero state disposte nell’ambito di un’indagine avviata dalla stessa procura nel 2016 per fare luce sull’attività di ong operanti in mare per il soccorso di naufraghi che cercavano di raggiungere le coste europee; se sia al corrente di quanto riportato in premessa e se non intenda disporre un’apposita ispezione finalizzata a verificare lo scrupoloso rispetto dei principi generali relative alla tutela del diritto di cronaca, della libertà personale e di informazione e del diritto alla difesa”.

 

L'indagine della Procura di Trapani sulle ong nel Mediterraneo riguarda 21 persone, accusate di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, tra cui i team leader di Medici senza Frontiere e Save the Children oltre allo staff della organizzazione tedesca Jugend Rettet. L'inchiesta, che ha sollevato polemiche anche relativamente alle intercettazioni di giornalisti contenute nel brogliaccio, risale al 2017, quando la Iuventa, la nave gestita da una serie di volontari tedeschi, fu sequestrata a largo di Lampedusa. Da allora l'imbarcazione è tuttora sottoposta a sequestro, confermato anche dalla corte di Cassazione che ha riconosciuto "la consegna concordata" di migranti.