Ecco come la sanità siciliana sta affrontando la nuova ondata di Covid
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La situazione pandemica in Sicilia è molto più preoccupante di quella che appare, la variante Delta è di facile diffusione e sono tante le persone asintomatiche che continuano a circolare, ad incontrare altre persone ignare di portare in giro il virus e quindi di contagiare.
Il sistema sanitario siciliano è al collasso, nonostante si stiano implementando il numero dei posti letto in Terapia intensiva, per scongiurare le restrizioni della zona gialla o arancione, posti letto che non hanno copertura medica, manca il capitale umano.
A Palermo al Policlinico, ad esempio, dal 18 agosto sono stati sospesi i ricoveri ordinari e in Day Hospital, una misura adottata per per evitare l’intasamento dei reparti.
E sempre al Policlinico è stato allestito un nuovo reparto di Terapia intensiva con 17 posti letto e 4 nuove sale operatorie all’interno del polo di emergenza-urgenza, i lavori sono stati realizzati in quattro mesi per il potenziamento della rete ospedaliera.
Buone notizie anche per il Pronto Soccorso di Acireale, inaugurato qualche giorno fa dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, lavori per un importo complessivo di 1,2 milioni di euro che conta 8 posti letto, 10 medici e 32 infermieri, è dotata di una nuova camera calda con annessa zona di bonifica; di una spaziosa area triage con sala di attesa e percorsi dedicati per codici bianchi-verdi, e codici giallo-rosso e dell’ area destinata alla gestione dei Codici rosa.
Come è noto, invece, per l’ospedale di Marsala non ci sono novità, niente di fatto ancora per quel padiglione di malattie infettive che poi si è tramutato in “lavori di ammodernamento del Pronto Soccorso”. Il nosocomio vive una situazione difficile già da un anno e mezzo, non ci sono medici al Pronto Soccorso, non in un numero adeguato a garantire le prestazioni a chi vi giunge, pochi anche gli infermieri. Il Paolo Borsellino è destinato ancora ad essere un Covid Hospital, questa è la direttiva che Razza ha fatto pervenire ai vertici provinciali e pare che gli incontri che ci sono stati tra il sindaco Massimo Grillo e il presidente del consiglio Enzo Sturiano non abbia sortito alcun effetto, l’ospedale è destinato a rimanere Covid, in considerazione della crescita esponenziale dei contagi e del numero dei ricoverati.
Nel frattempo da qualche giorno c’è una circolare che gira tra gli ambienti ospedalieri che stabilisce i criteri di dimissioni degli ammalati Covid, a stabilire i criteri sempre l’assessore Razza e non i medici che hanno in cura il paziente.
Immediato è stato l’intervento di Azione: “Le dimissioni ospedaliere di un paziente non possono essere decise da una circolare del Direttore generale dell'assessorato regionale alla Salute”, lo ha affermato Giangiacomo Palazzolo, Sindaco di Cinisi (Pa) ed esponente di Azione, che poi ha continuato: “Mi sembra una decisione che per contenuti e tempi sia stata dettata più da esigenze politiche piuttosto che da valutazioni scientifiche di tutela sanitaria. Siamo davanti ad una circolare che forse vorrebbe dare una mano a evitare la zona gialla ma che di fatto crea grave imbarazzo tra il personale sanitario e sopratutto non tutela i pazienti Covid. Stiamo piangendo le conseguenze dell'ennesima sottovalutazione della pandemia da parte del Governo Musumeci ma anche gli effetti di un obsoleto sistema sanitario regionale che ancora consente le intromissioni dei vertici politici”.
Immediata la risposta dell’assessorato che prova a mettere una pezza: “La Regione Siciliana agisce con estremo scrupolo nell’esclusivo obiettivo di fronteggiare la crescita dei contagi da Covid-19 e consentire a chi lo necessita di essere curato in maniera appropriata. Non c’è nessuna circolare “svuota ospedali”, come sostenuto da qualcuno, poiché le dimissioni dei pazienti dai reparti per essere curati a domicilio vengono effettuate secondo criteri definiti dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi regionali e riportati nel parere del Comitato Tecnico Scientifico regionale”.
Giudizio negativo su come la sanità viene gestita in Sicilia anche da parte del capogruppo dem all’ARS, Peppino Lupo: “La brutta notizia che la Sicilia rischia la zona gialla è la conferma che la sanità siciliana è governata male, nonostante l’impegno e la professionalità degli operatori. Musumeci si assuma le sue responsabilità, invece di ‘bollare’ i siciliani come un popolo di irresponsabili”.
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