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11/09/2021 11:00:00

Antonella Bertolino, ingegnere informatico marsalese premiata per il secondo anno da Facebook

 Antonella Bertolino, ingegnere informatico marsalese, premiata per il secondo anno consecutivo dai vertici di Facebook. Come si fa ad essere selezionata tra le eccellenze siciliane e vincere per il secondo anno un premio, assegnato dai vertici del social network più famoso del mondo?

La cosa è semplice, Facebook capisce che ha delle esigenze e di avanzare con la tecnologia, e per questo lancia delle gare pubbliche in cui invita i ricercatori su alcune tematiche. Facebook doveva risolvere alcuni problemi di sicurezza e ha pubblicato una gara a maggio scorso durante una conferenza. Il ho appreso dell’invito ed essendo già vincitrice lo scorso anno, mi sono chiesta se dovevo andare e rimettermi in gioco o stare ferma, alla fine ci è venuta un’idea carina e l’abbiamo proposta e di nuovo Facebook ha apprezzato la nostra idea, tant’è che siamo stati tra i cinque vincitori della gara internazionale.

Antonella Bertolino, parla al plurale, avete fatto il progetto in equipe?

E’ un lavoro di squadra. Io sono la vecchietta del gruppo, poi c’è un professore di un’università del Brasile che ha fatto con me il dottorato qualche anno fa, e poi ci sono due ragazzi, hanno appena finito il dottorato di ricerca e sono stati miei allievi ad una scuola di dottorato. Da lì è nato questo sodalizio, dall’idea lanciata da uno di questi ragazzi non per Facebook, ma per altre attività e abbiamo messo su un team che sta dando parecchie soddisfazioni. Le tematiche di cui ci occupiamo sono quelle dell’ingegneria informatica, in particolare per garantire che Facebook funzioni bene, in maniera sicura e che non ci siano guasti e nemmeno problemi di attacchi esterni. Per fare questo ci vogliono delle metodologie che abbiamo messo su.

Nei mesi scorsi Facebook ed altri social network sono stati depredati di dati sensibili, l’interesse è dunque quello di sviluppare tecnologie per la sicurezza.

Sì, la sfida di Facebook è doppia. Una è cercare di far funzionare le cose, ma senza avere troppe ingerenze sulla privacy e la sicurezza delle persone. La seconda è quella della scala che riguarda i milioni di utenti ed è su quello che Facebook ha fatto la sua richiesta di aiuto. Le tecnologie che esistono ora per garantire la sicurezza e che le cose continuino a funzionare non sono pensate per utenti con questi numeri di scala. Ci vogliono così delle metodologie che possano in qualche modo, noi diciamo “scalare”, possano valere anche per questi grandi numeri.

La vostra vittoria è basata su cosa. Lo spieghiamo in maniera semplice?

Penso di riuscire a spiegarlo, perché penso che uno dei meriti per cui abbia vinto è semplice. Per riuscire a vincere su queste scale, noi approfittiamo dei numeri, ragioniamo per associazioni. Il metodo che noi proponiamo è quello delle “regole di associazione”, noi guardando a come le cose funzionano ci aspettiamo, statisticamente, di osservare dei comportamenti in una certa direzione. Per controllare che le cose non si guastino, se vediamo che qualcosa diverge da questo, usando queste regole di associazione, che sono delle tecniche di intelligenza artificiale, che uno deve applicare su queste scale, allora noi diciamo, c’è qualcosa che va in maniera diversa e a quel punto possiamo anticipare e dire a Facebook, che ci potrebbe essere un problema. La stessa cosa la possiamo usare in negativo: "qualcuno sta facendo qualcosa di diverso", - noi li chiamiamo test di robustezza e in questa maniera riusciamo in qualche modo a prevenire l’attacco. Se qualcuno ha un comportamento con non segue l’andazzo generale, può darsi che sia un malintenzionato e questo risponde alla seconda esigenza di Facebook. E' chiaro che dietro ci sono degli algoritmi, ma l’idea è semplicissima. E uno dei nostri dottorandi è esperto in algoritmi molto veloci e molto efficienti e questa è poi l’arma segreta da applicare su queste metodologie usate per Facebook.

 



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