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09/12/2021 06:00:00

Meloni lancia Varchi sindaca a Palermo. Le mosse nella destra disunita in vista dele Regionali

Le candidature a sindaco di Palermo incideranno fortemente su quelle delle regionali del novembre 2022, ad oggi c’è una sola donna candidata e si tratta di Carolina Varchi, Fratelli d’Italia.


Da sempre vicina a Giorgia Meloni, la leader nazionale pare voglia creare le condizioni per far fare una scelta di campo ai suoi alleati.
Fitto dialogo tra Meloni e Matteo Salvini, la prima è pronta a non spendere alcun nome alla presidenza della Regione pur di compattare l’area di centrodestra sulla Varchi sindaca, questa mossa rimescolerebbe ulteriormente le carte, i forzisti e i centristi hanno sempre detto che non avrebbero appoggiato candidature sovraniste ma di centro.


Il centrodestra potrebbe arrivare alle elezioni di maggio non compatto,
contro anche la volontà di Gianfranco Miccichè, che vorrebbe l’area unita ma essere lui a dettarne la linea, rivendicano la forza della percentuale azzurra.
Le manovre continueranno ancora per molto, a centro c’è una convergenza su Roberto Lagalla, attuale assessore regionale, e anche lì se si dovesse arrivare non uniti è difficile che si possa vincere.


Troppi candidati e ancora un programma tutto da costruire, giorno 11 si incontreranno a Palermo i rappresentanti e militanti di Noi con l’Italia, in Sicilia ha il suo leader in Saverio Romano, che ha già lanciato un appello alle forze moderate, all’MNA e al Movimento VIA per riuscire a stare insieme a Palermo. Verrà il momento della sintesi su un solo nome, altrimenti sarà debacle per tutti.
Il 13 dicembre partirà, invece, l’officina 2022 di Davide Faraone, un incontro che durerà l’intera giornata e che vedrà dei tavoli di lavoro per l’elaborazione del programma.


E intanto si lavora per le prossime elezioni regionali, Nello Musumeci andrà ad Atreju, manifestazione annuale di Fratelli d’Italia, ma non c’è alcuna federazione in vista tra il partito della Meloni e Diventerà Bellissima, seppure da anni Musumeci è vicino al partito, così come è vicino alla Lega.


Il presidente uscente è in campo, è il naturale candidato del centrodestra perché uscente ma a lui gli alleati rimproverano la mancata condivisione sia per le azioni di governo che per il modo con cui ha scelto di rilanciare la sua riconferma.
La mancata condivisione ha portato malumori, il quadro sarà certamente più chiaro a partire da marzo prossimo.