Diciamolo chiaramente. La Sicilia e, in particolare, la provincia di Trapani, se non utilizzano in modo efficace i milioni di euro che nei prossimi mesi arriveranno dal Pnrr ad altre misure di sostegno, perderanno il più importante treno verso la ripresa degli ultimi decenni.
Un treno pieno di soldi, come quelli che finanzieranno i progetti di rigenerazione urbana delle periferie. 40 milioni di euro per alcuni comuni della provincia di Trapani.
L'ultimo giorno del 2021, infatti, è stata pubblicata la graduatoria dei finanziamenti per le opere di «rigenerazione urbana» che si spartiranno i fondi messi a disposizione dalla legge di bilancio per il 2020. In gioco ci sono 3,4 miliardi da spendere per ridare vita e connessioni sociali alle periferie e alle aree degradate dei centri urbani con più di 15mila abitanti. Le 29 pagine dell’allegato al decreto del 31 dicembre firmato dal ministro dell’Interno Lamorgese di concerto con Mef e Infrastrutture spargono ottime notizie da Nord a Sud, ai 483 Comuni titolari delle 1.784 opere coperte dal finanziamento statale.
Anche in provincia di Trapani possono sorridere diversi comuni a cui andranno circa 40 milioni di euro ( soltanto quelli con oltre 15 mila abitanti ) che hanno presentato i progetti e ottenuto il finanziamento. Vediamoli nel dettaglio.
A fare la parte del leone è il Comune di Trapani al quale andranno circa la metà dei 40 milioni di euro destinati all'intera provincia. Nel capoluogo la "rigenerazione" riguarderà circa 65 mila mq di periferia per un totale di 20 milioni divisi in 16 progetti.
Marsala, il comune territorialmente più esteso della provincia di Trapani, di progetti ne ha presentati soltanto due per un totale di 16 mila mq con un importo di circa 10 milioni di euro.
Erice di progetti finanziati ne ha tre, quasi 5 milioni euro andranno a coprire una superficie di 9 mila mq. Mazara del Vallo otterrà un finanziamento di 6 milioni di euro per un riqualificazione di 2.700 mq. Il Comune di Alcamo è stato escluso da un progetto perchè la "Richiesta non è coerente con gli interventi previsti all'articolo 3, comma 1 del DPCM 21/01/2021" mentre sull'altro c'è una richiesta di chiarimenti entro 10 giorni a pena esclusione. Il rischio è quello di perdere circa 5 milioni di finanziamenti.
Come è noto grazie all’approvazione del progetto Next generation Eu in Italia nei prossimi anni arriverà un’ingente mole di risorse. Tra gli obiettivi del piano c'è è anche quello di colmare le disuguaglianze territoriali sia a livello di servizi offerti ai cittadini che di infrastrutture.E proprio per questo motivo una quota cospicua delle linee di investimento vedrà un coinvolgimento diretto degli enti locali. Questi non saranno solo chiamati a presentare proposte ma avranno un ruolo di primo piano nella realizzazione delle opere pubbliche. Questo aspetto però presenta una criticità importante. In base a una recente relazione dell’UPB (Ufficio Parlamentare di Bilancio) infatti gli enti locali potrebbero non avere le strutture adeguate per portare a termine le opere previste dal Pnrr. E' assolutamente necessario l'apporto di tutti gli attori pubblici e privati perchè di occasioni oltre a questa in futuro non se ne vedranno.
A proposito di Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, si entra nel vivo. E in questo frangente è serrata la tabella di marcia.
Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede complessivamente la realizzazione di 226 misure. Tali interventi devono essere portati a compimento rispettando una rigida tabella di marcia che stabilisce, per ogni misura, l’adempimento di alcune scadenze. Queste possono essere di 2 tipi: i target (traguardi) e le milestone (obiettivi). Per valutare il raggiungimento dei primi si utilizzano indicatori quantitativi, come il numero di imprese che usufruiscono di determinati incentivi o l’incremento di personale nei tribunali. Le seconde invece si caratterizzano per una componente più qualitativa e rinviano generalmente all’approvazione di atti normativi o amministrativi.
Sono esattamente 527 le scadenze da completare previste dal Pnrr.
Le risorse europee non sono erogate tutte insieme ma in rate semestrali. Ogni Paese deve inviare tutte le volte una nuova richiesta per accedere a una parte dei fondi, anche se già assegnati. Per poterlo fare però deve prima aver conseguito tutti le milestone e i target previsti per il semestre precedente. In base all'articolo 24 del regolamento Ue 2021/241 ogni paese può inviare al massimo due richieste di contributo all'anno. Dato che il Pnrr dovrà tassativamente concludersi entro il 2026, il mancato rispetto del cronoprogramma potrebbe comportare l'impossibilità di inviare le domande in tempo, con il rischio di perdere una parte delle risorse, specie alla conclusione di questo arco temporale.