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09/01/2022 06:00:00

In Sicilia scuole chiuse altri tre giorni. Ma già si pensa alla Dad fino a Febbraio

Domani non suona la campana. Le scuole in Sicilia, dagli asili alle superiori, restano chiuse per altri tre giorni. Si riparte giovedì, ufficialmente. Ma, tra una probabile zona arancione, e l’ok alla Dad da Roma, si ritarderà certamente il ritorno in classe.


Ieri il Governo Musumeci ha deciso di allungare le vacanze natalizie, dopo giorni di insistenze da parte di sindaci, presidi, genitori preoccupati per l’avanzata del Covid e per le impreparate Asp nel fronteggiare tracciamento e screening.
Il rientro a scuola, inizialmente previsto per lunedì 10 gennaio, avverrà in Sicilia il successivo giovedì 13. In ogni caso, la task-force regionale sarà riconvocata per mercoledì 12 gennaio.


Ma già si pensa a soluzioni alternative per non riprendere le lezioni in presenza, anche se da Roma prevale la linea del ritorno in classe.
Una delle ipotesi è legata alla zona arancione. La Sicilia vede di giorno in giorno peggiorare la situazione per quanto riguarda i contagi e i ricoveri covid. Molti comuni sono già in zona arancione, e i sindaci hanno potuto emanare, come prevede la legge, ordinanze restrittive di chiusura delle scuole. Il resto dell’isola è in zona gialla, e in questo modo i sindaci non possono chiudere le scuole. In provincia di Trapani l’Asp, sentiti i sindaci, ha chiesto la zona arancione per 23 dei 25 comuni.
Altra ipotesi è quella della didattica a distanza chiesta da molti, sindaci, presidi, genitori, in queste ore, fino a febbraio. Dad che dovrebbe essere autorizzata a livello nazionale dal governo Draghi come ha fatto capire ieri Nello Musumeci.


"Registro la unanime posizione di rettori, dirigenti scolastici, rappresentanti sindacali e delle associazioni familiari, che ci chiedono di farci interpreti con il governo nazionale della necessità di rivedere la attuale posizione sulla possibile scelta della didattica a distanza come strumento di accompagnamento temporaneo verso la piena didattica in presenza".
Ha detto Musumeci, dopo la decisione di far slittare il rientro a scuola dopo le vacanze a giovedì prossimo utilizzando, scrive Musumeci, "i nostri poteri di autonomia primaria sul calendario scolastico".


 

"La sensibilità evidenziata anche dai sindaci della Sicilia - aggiunge Musumeci - non può lasciarci immobili, ma non possiamo neppure alimentare un inutile conflitto con il governo centrale che ha già annunciato di volere impugnare decisioni in contrasto con la legislazione vigente. Abbiamo adottato la soluzione più ragionevole, giuridicamente compatibile, che tiene conto della decisione di tutti - prosegue - cioè quella di utilizzare i nostri poteri di autonomia primaria sul calendario scolastico consentendo uno slittamento dell'apertura delle scuole di alcuni giorni, fino ad un massimo di cinque. Questo lasso di tempo ci permette di cogliere lo stato di andamento della pandemia e consente alle scuole e al sistema sanitario di prepararsi a realizzare gli obiettivi condivisibili posti dal governo centrale".

Sul nodo riapertura delle scuole i sindaci siciliani si sono riuniti nuovamente ieri pomeriggio per commentare le decisioni prese della task force della Regione.
“L’Associazione – ha spiegato Leoluca Orlando agli oltre 200 sindaci che anche oggi hanno partecipato alla riunione convocata d’urgenza dal presidente – ritiene che tale rinvio debba essere utilizzato per conoscere le nuove scelte nazionali, per accogliere dati certi su tamponi e vaccini, per riattivare il pieno funzionamento delle Asp e delle Usca, per creare centri vaccinali nelle scuole e reperire le mascherine FFP2. La conoscenza di dati certi sulla pandemia e sull’evoluzione dei contagi è di fondamentale importanza per la concreta collaborazione tra le scuole e le strutture sanitarie anche per facilitare agli organi competenti l’attivazione di nuove strategie per limitare i contagi”.
“L’assemblea dei sindaci – ha continuato il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – si augura che si creino al più presto le condizioni ideali per fronteggiare in totale sicurezza la nuova e preoccupante fase pandemica senza dover ricorrere alle ordinanze sindacali ex art. 50. Riteniamo anche che la modifica del calendario scolastico debba includere le scuole dell’infanzia 0-6 anni e le strutture che offrono servizi educativi”.
“Infine – ha concluso Orlando – in riferimento allo smaltimento dei rifiuti speciali Covid, i sindaci hanno rappresentato al governo regionale, alle Asp e alla protezione civile che non sono nelle condizioni di assicurare una piena collaborazione anche in relazione alla mancanza di dati e di un efficiente tracciamento, elementi indispensabili per lo svolgimento del servizio”.

“La Regione organizzi screening di massa o 3 giorni di chiusura non serviranno a nulla” è l’appello lanciato dal sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida.


«Alle numerose famiglie trapanesi che da giorni ci invitano ad intervenire affinché le scuole possano riaprire in sicurezza - dichiara invece il Sindaco di Trapani Giacomo Tranchida - garantisco, insieme ai colleghi Sindaci, di essere estremamente vigile e di non aver nessuna intenzione di fare passi indietro nel provare a fronteggiare, seppur nei limiti dei poteri attribuitimi dalla legge, tanto la necessità di combattere per ripristinare immediatamente il pieno funzionamento delle Asp e dell'Usca quanto insistere nello screening gratuito prima del rientro in classe degli studenti oltre che per reperire le mascherine FFP2 per il sistema scolastico. Laddove ciò non dovesse avvenire nei 3 giorni che la Regione Siciliana si è presa per organizzare queste operazioni, di concerto con i colleghi anche in ambito regionale e gli Istituti Scolastici locali, valuterò ogni necessaria azione a tutela tanto degli studenti e delle loro famiglie quanto di tutto il personale scolastico. Di certo, sebbene i poteri di un Sindaco anche in materia sanitaria oggi si scontrino con i limiti imposti in specifica materia dal legislatore nazionale, il diritto alla salute della comunità trapanese e le cause effetti conseguenti anche sull’economia sociale, non possono essere cestinati dalle logiche di fredda burocrazia governativa. Non è un caso che di già a fine anno abbiamo sospeso eventi, limitato occasioni di assembramenti e financo già chiuso le scuole per il 7 e 8 gennaio in presenza dell’allarme rosso lanciato dal Dipartimento epidiemologico Asp. La salute deve trovare pari diritto costituzionale con quello dello studio, ma in sicurezza».