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08/03/2022 08:50:00

Covid. Si ferma la discesa, il Governo rinvia le riaperture

 Frena la discesa del Covid19 in Italia. Il Governo sta pensando di rinviare le riaperture.


Si pensava che il virus andasse lentamente scemando con l'avvicinarsi della primavera, e lasciata alle spalle la grande ondata di Natale. Ma così non sta succedendo, è un sussulto del Covid.

Gli esperti temono una risalita come in Olanda e Svizzera.
Negli ultimi giorni la discesa dei contagi si è fermata. Il tasso di positività da giovedì a ieri è salito dall'8 all'11,7%. E sempre ieri i contagi sono stati poco più di 22 mila, ma 4 mila in più rispetto a lunedì scorso. Nell'ultimo giorno sono aumentati anche i ricoveri, 7 in più i posti letto occupati in terapia intensiva e 161 in reparti ordinari.

Come mai questo rimbalzo del Covid? Per gli esperti “la sensazione è che ci sia in giro un certo grado di rilassatezza e questo un effetto sull'andamento della curva dei contagi ce l'ha. Forse è passato il messaggio che avevamo lasciato l'epidemia alle spalle e si è persa l'attenzione”, spiega Mssimo Andreoni, prsidente Simit.


Il governo, preso anche dall'emergenza in Ucraina, prende tempo e rinvia alla prossima settimana la cabina di regia che dovrebbe defire una volta per tutte la road map delle riaperture, ferma restando la fine dello stato di emergenza il 31 marzo con chiusura della struttura commissariale. Il rinvio delle decisioni aiuterà a capire che direzione stia prendendo la curva dei contagi, ma non piace alle regioni, che in pressing chiedono di velocizzare i tempi.

 


"Il virus scappato dal laboratorio"
- “Il Sars-CoV-2 potrebbe essere il risultato di una manipolazione ma con scopo di ricerca, senza intenzioni malevole”. Così Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) è tornato a commentare la possibilità che a scatenare la pandemia di coronavirus sia stato un virus fuoriuscito involontariamente da un centro di ricerca cinese, a Wuhan. “Lo spillover con salto di specie animale-uomo potrebbe essere stato compiuto per cause accidentali da un virus del pipistrello sperimentalmente adattato a crescere in vitro”, ha spiegato al “Corriere della Sera”.

 

 

Gli ultimi dati in Italia - Sono 22.083 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute.

Ieri erano stati 35.057.

Le vittime sono invece 130 (ieri erano state 105).

Sono 188.274 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 296.246. Il tasso di positività è all'11,7%, in aumento rispetto al 10,5% di ieri. Sono invece 610 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 7 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 35. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.989, ovvero 161 in più rispetto a ieri.

 

Long Covid, manca il quadro completo dei sintomi - A quattro settimane dalla guarigione si può definire long covid, dopo le 12 settimane si parla di sindrome, in alcuni casi con sintomi invalidanti. Le donne risultano le più esposte e i giovani l’anello debole. “Ci sono pazienti guariti dall’infezione che si riprendono in poco tempo e senza effetti negativi, altri che devono fare i conti con il long covid che colpisce fino al 40% delle persone, di cui solo la metà sembra guarire completamente. Mancano le linee guida su diagnosi e trattamento – ha spiegato il presidente dell’Ordine dei medici Renato Mancuso -. Per questo, per la prima volta in Italia, abbiamo voluto accendere i riflettori sulla mancanza di dati classificati e i percorsi diagnostici, terapeutici e riabilitativi non ancora standardizzati”. “In Italia, come in Europa, restano le incertezze – ha proseguito il presidente dell’Omceo Palermo Toti Amato, membro del direttivo Fnomceo - Nelle regioni del Paese sembra ripetersi la frammentazione sanitaria che si è manifestata nella gestione dell’emergenza”.

Sono i primi risultati emersi sulla vita dopo il covid affrontata a Enna, sabato scorso, da una folta platea di esperti nel corso del congresso “Il paziente e la sintomatologia”, organizzato dall’Omceo di Enna che ha visto la presenza di tutti i presidenti degli Omceo provinciali. Una giornata di studi che si è aperta con il messaggio di benvenuto in cui il presidente Mancuso ha ricordato la ritrovata libertà di incontrarsi in presenza, “la stessa libertà oggi negata, nel cuore dell’Europa, al popolo ucraino”.

Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco “Siamo ancora in una fase di ricerca, ci vuole ancora tempo per conoscere i sintomi complessivi del covid. Ci aspettiamo, almeno per quanto riguarda la Sars-CoV-2, che diventi un coronavirus dei tanti che sono a corollario delle infezioni respiratorie che prima avevano come protagonista il virus influenzale. Avremo un'estate tranquilla - ha aggiunto - ma l’andamento sarà come il sasso nello stagno, con onde che andranno via via a decrescere. Dovremo attrezzarci e organizzarci perché nel prossimo inverno ci sarà una brutta stagione influenzale, ma ci sarà ancora la presenza di un coronavirus. I soggetti che perdono la protezione, perché guariti o vaccinati da molto tempo, potranno reinfettarsi, e c’è la possibilità di nuove varianti”.

Per il presidente della Federazione nazionale Fnomceo, Filippo Anelli bisogna sburocratizzare la professione e affermare l’autodeterminazione del cittadino”. “Le linee guida - ha sottolineato - devono rappresentare delle raccomandazioni che servono al medico come punti di ancoraggio delle evidenze scientifiche per essere applicati nella singolarità del caso clinico e nella peculiarità dei sintomi di un paziente. Con la regionalizzazione molto gestioni cliniche sono state codificate, diventando indicazioni burocratiche valide per tutti, quando la professione deve invece valorizzare il rapporto interpersonale della singola persona. L'atto medico deve diventare la soluzione delle problematiche che il paziente pone con il suo consenso, che può essere diverso da un soggetto ad un altro. L'autodeterminazione del cittadino - ha ricordato - è un diritto costituzionalmente tutelato, ma il più delle volte viene declinata come bandiera di un progressismo, che nei fatti viene negata quando il medico non si lascia libero nella sua autonomia decisionale, che significa responsabilità di fronte alla legge e al paziente nel momento in cui assume la sua decisione”.

Il long covid è una multicronicità, come tale, ha spiegato il presidente Toti Amato, “l'approccio dovrà essere multidisciplinare, ascoltando ciò che viene riferito da chi ha avuto la malattia in fase attiva. Finora - ha detto - ci siamo fermati a ciò che si vede dalle indagini diagnostiche. Dai lavori di oggi invece si è visto che stanchezza, fiacchezza e dolori possono non essere solo una follia o paure del paziente, ma possono dipendere da danni al piccolo circolo non visibili con le comuni indagini radiografie o tac. Questa è una sfida che riguarda tutti i professionisti, dai medici del territorio, che devono farsi trovare pronti all’ascolto del paziente, a tutti gli specialisti perché ciascuno potrà registrare segni e sintomi. Non dimentichiamo il caso della figura del dermatologo escluso dagli attori “specialisti” quando furono i primi a segnalare una serie di manifestazioni dermatologiche dell’infezione da coronavirus”.